Qualche giorno fa una folla immensa di studenti hanno “bruciato” le lezioni per un impegno ecologico che ha trovato un plauso pressoché unanime dalle più alte cariche degli Stati in giù. Tutti gli studenti convocati in piazza e tutto ciò è sembrato necessario, utile, improcrastinabile, urgente, poco si dice un dovere morale, per salvare la terra del domani, quando questi giovani saranno adulti e dovrebbero trovare un mondo migliore.
L’anelito delle giovani generazioni a un futuro dove i disastri combinati dai genitori, può trovare effettiva realizzazione è tema storico che ha attraversato tutte le generazioni, anche quelle che con poca conoscenza e molto desiderio di “star bene” hanno inquinato il mondo.
Nel 1945, per non spingersi ad Adamo ed Eva, di fronte ai disastri umani, sociali, naturali della devastante guerra generata dal totalitarismo che faceva leva sul razzismo e sul razzismo ideologico (Patto Molotov Ribbentropp), la ricostruzione avvenne senza certo tener conto della natura e dei guai che si potevano provocare ancora. La fame, la necessità del lavoro furono i motori di quello che chiamiamo progresso postbellico; in Italia divenne il boom economico degli anni sessanta.
Nel decennio successivo con un nuovo anelito sulla scia della contestazione giovanile, strumentalizzata da occhiuti interessi di partito, soprattutto in Italia, i giovani chiedevano cambiamenti politici e sociali, una “liberazione” mentore Herbert Marcuse che avrebbe tolto di mezzo religioni, morali, economia in favore di una vita tollerante nel mondo e condita dal piacere che ognuno avrebbe potuto trovare a suo… piacere.
Furono gli anni in cui il mondo fu invaso dalla droga di tutti i tipi, naturale e sintetica, diffusione che a oggi copre il globo terracqueo. Non dovevano esserci proibizioni, anzi ogni singolo avrebbe trovato realizzazione di se stesso, sempre in Italia vi fu nuova illusione comunista e all’insegna dell’antifascismo nacquero le Brigate Rosse, Proletari in Divisa ecc.
Il Partito Comunista Italiano cavalcò l’ondata con Enrico Berlinguer che riaffermò il primato morale del suo partito, peccato che non fu capace né lui né i suoi successori fino ad oggi di una vera autocritica alla loro professione totalitaria.
Nacquero intorno al 1970 anche i primi vagiti dell’ecologismo, in Italia immediatamente strumentalizzati in funzione anticapitalista (cfr. D. Paccino, L’imbroglio ecologico, Torino, Einaudi, 1972, più volte ristampato). Nacquero “i Verdi” in tutta Europa e furono qualificati dal Franz Josef Strauß, come pomodori” prima verdi e poi rossi”.
In Italia il movimento verde non ebbe grande successo nonostante personaggi da copertina, fu sempre appannaggio della sinistra originata dal partito Comunista e finì con lo scandalo in cui fu coinvolto il capo Pecoraro Scanio. Silenzio per qualche anno, poi i consessi internazionali hanno tentato di porre un freno all’inquinamento e ora lo viviamo ogni minuto e in tutto il mondo.
Una giovane svedese Greta Thunberg, personalmente e anche in consessi internazionali (Conferenza Mondiale sul Clima), ha dato la sveglia ai giovani? con grande idealità, ma anche senso reale.
Frutto del suo impegno è il coinvolgimento di tanti giovani, con qualche tentativo ancora di strumentalizzazione. Il risultato mediatico, attestato dalle manifestazioni, c’è, ma manca un vero impegno, quello che coinvolge veramente e reciprocamente i giovani. L’amore per la natura, il suo benessere e quindi il nostro implica molto impegno fin nelle minute cose, ossia farle al massimo, diceva già un giovane, Giovanni Berchmans, secoli fa.
Minute cose trasformano il mondo e lo cambiano su ali di colomba. Ecco che non lordare i muri, non abbandonare bottiglie di acqua o di birra ovunque, mozziconi di sigaretta odoranti strane miscele di erbe, cartine e cartacce, scritte sui muri e via discorrendo, aiutano in piccola parte, ma consentono di promuovere la pulizia della terra a tutti i livelli, compresi quelli industriali.
Non si deve compiere l’antico errore di indicare chi la deve fare la pulizia del mondo, escludendosi, tranne che per “bruciare le lezioni” e andare al bar. La natura chiede ad ogni essere umano di provvedere e questa non può essere una questione di parte o partito, ma quello che si chiama dovere morale, che non è sempre ben presente e che invece urge.
Ma una morale se non è sorretta da una visione importante alla quale aderire e credere, non ha alcuna efficacia. Debbono provarci i giovani e coinvolgere in questo “i veci” che danni ecologici, sociali, politici ed economici ne hanno fatti molti, anche qualche giovane non è da meno come si legge nella foto: “cambiamento di sistema, non cambiamento climatico“