Giovanni Villa: per caso del prof da noi “denunciato” GdF Vicenza multa per 280 mila euro sua Didakè e altre 2 società. Variati e Rucco parlino!

1950
Il prof. Giovanni Villa nelle sale del Museo Chiericati con l'ex vice sindaco di Vicenza Bulgarini
Il prof. Giovanni Villa nelle sale del Museo Chiericati con l'ex vice sindaco di Vicenza Bulgarini

Dopo la sanzione di oltre 280.000 euro della Guardia di Finanza di Vicenza inflitta ai rappresentanti legali di tre società, tra cui la sua stesa Didakè sas, che gli hanno affidato incarichi illeciti per 140.000 euro, ora sa bene cosa vuol dire la frase di Bertold Brecht “Esiste, dunque, un giudice a Berlino” anche il prof. Giovanni Carlo Federico Villa, brevemente Giovanni Villa, docente all’Università di Bergamo e che ha beneficiato di vari incarichi pubblici retribuiti anche a Vicenza. all’insaputa dell’organo accademico.

Giovanni Villa, Achille Variati e Jacopo Bulgarini d'Elci
Giovanni Villa, Achille Variati e Jacopo Bulgarini d’Elci

Il prof. Giovanni Villa, tramite la sua Didakè, è stato pagato anche dalla Fondazione Roi, di cui era membro del cda in maniera a dire poco discutibile se non illegittima (occupava il seggio dovuto al direttore pro tempore dei Musei civici, incarico mai da lui ricoperto essendone diventato nel tempo direttore scientifico retribuito e poi onorario…)  col beneplacito di una convenzione con l’amministrazione di Achille Variati definita dal suoi stesso vice Jacopo Bulgarini d’Elci come un “marchingegno”.

Come da noi più volte denunciato pubblicamente e, poi, col supporto politico e “pratico” nell’ambito della vicenda Roi in primis del Movimento 5 Stelle nella persone soprattutto di Liliana Zaltron, Manuel Brusco ed Enrico Cappelletti, e in via più contenuta, pur se utile a non farci sentire “isolati”, dall’attuale sindaco Francesco Rucco, da Sergio Berlato, e da Daniele Ferrarin, il professore Giovanni Villa ha beneficiato nel tempo di più incarichi retribuiti a insaputa del suo “datore di lavoro” pubblico a Bergamo, che ne venne a conoscenza, per la parte vicentina, grazie a domande documentate che noi ponemmo a quella Università che ci rispose correttamente per poi passare la “pratica” all’Anac.

Le nostre solitarie denunce mediatiche, che sono riportate anche nel libro “Roi. La Fondazione demolita” e che ci costarono anche una denuncia con richiesta di danni fantasmagorica per un milione di euro da parte di Gianni Zonin allora presidente anche della Fondazione Roi, che poi transò, gli esposti dei pentastellati, l’interessamento dell’Anac e le varie inchieste in corso hanno portato alla comminazione della multa di 280.000, il doppio di quanto illecitamente percepito dal prof. Giovanni Villa.

La notizia sul caso Villa come appare ancora alle 11.09 sulla pagina web del quotidiano locale
La notizia sul caso Villa come appare ancora alle 11.09 sulla pagina web del quotidiano locale

La nota ufficiale della Guardia di Finanza, inviata alle redazioni di tutti media alle 4.58 di stamattina e sotto riportata (il nostro primo lancio è delle 7.59, mano a mano completato con informazioni più precise e chiuso alle 11.50), va semplicemente decrittata con queste informazioni che il quotidiano locale, mai attento ai risvolti negativi della questione Villa, alle 11.09 non ha ancora scoperto o… voluto scoprire: il professore, come detto è Giovanni Villa, le società sono la sua Didaké sas oltre alla Gtech spa e alla Montenovi srl.

Non possiamo non rivolgere ora alcune semplici domande.

Le prime al sindaco precedente Achille Variati che “interagì” con l’accademico “pluri incaricato” a insaputa della sua università: può finalmente fare luce, pratica e politica, su tutta la vicenza Villa – Roi.- Chiericati e ora cosa consiglia di fare al suo successore suille molto collegata vicenda complessiva della gestione della Fondazione Roi con Villa nel cda di Zonin?

Le seconda al nuovo sindaco Francesco Rucco: quali riflessioni fa sul caso Villa dopo i provvedimenti presi dalla Guardia di Finanza e cosa aspetta a spingere perché l’ora legittimo rappresentante comunale nel cda della Roi, il direttore dei musei civici Mauro Passarin, da lei scelto e nominato, operi per sbloccare l’azione di responsabilità contro Zonin e i suoi cda, inclusi quelli con Villa e in cui erano presenti anche due componenti chje ancora oggi siedono in quel consesso, mons. Francesco Gasparini e la signora Giovanna Rossi di Schio?

Sono risposte dovute alla città, che, oltre che della sua ex banca, è stata defraudata di buona parte del patrimonio della Fondazione Roi, che nopn possiamo difendere da soli: giovedì 2 maggio saremo in tribunale per difenderci (e contrattaccare) in merito a due decreti penali emessi nei nostri confronti su richiesta di Gianni Zonin e di Giuseppe Zigliotto che si ritengono diffamati per il fatto che abbiamo pubblicato dei rapporti ufficiali sempre della Guardia di Finanza di Vicenza sulla possibile “destinazione” a loro favore di quadri, collezione di avori e di monete d’oro.

Offrendo il petto anche all’eventuale denuncia del prof Villa per aver denunciato per primi, mediaticamente da soli e politicamente poco supportati anche da chi oggi blatera contro la mala gestio della Roi, quanto oggi la Guardia di Finanza ha comunicato di aver ricostruito e sanzionato diamo atto alle Fiamme Gialle del loro silente ma produttivo lavoro.

Lo stesso lavoro, ovviamente sotto traccia, che dovrebbe aver, ad esempio, causato il blocco amministrativo dei pagamenti al “mondo dell’Hotel Adele” con conseguente trasferimento di richiedenti asilo presentato, invece, come un colpevole ritardo dello Stato sul foglio di Confindustria lo stesso che riferiva giorni fa di ritardi nei pagamenti, motivati o meno non lo sappiamo, da parte di una non meglio identificata ICM ai sub appaltatori, che avevano deciso, perciò, lo stop dei lavori della bretella.

Se il nome dello Stato è chiaro o facilmente intuibile da chiunque, quello innominato di ICM lo forniamo noi ai poveri lettori di quel giornale: Industrie Costruzioni Maltauro.

Ecco la nota della Guardia di nFinanza

Guardia di Finanza: contestata una sanzione amministrativa a tre società che hanno affidato incarichi per oltre 140 mila euro ad un professore universitario senza l’autorizzazione dell’ateneo di appartenenza.

Guardia di Finanza di Vicenza in azione in collaborazione con l’ANAC

Nei giorni scorsi, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, nell’ambito dei servizi istituzionali volti al contrasto del fenomeno del cumulo di incarichi e dell’incompatibilità nel pubblico impiego, hanno concluso un’attività di polizia economico-finanziaria nei confronti di tre società che hanno affidato incarichi ad un professore universitario.

In particolare, le Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, a seguito di attività di analisi ed intelligence, hanno individuato il citato docente universitario e – dopo la prevista l’attivazione da parte del Nucleo Speciale Anticorruzione Guardia di Finanza di Roma, delegato dal Dipartimento della Funzione Pubblica della Presidenza del Consiglio dei Ministri – hanno concluso l’attività amministrativa riguardante la compatibilità di incarichi extra-istituzionali svolti dal predetto, in servizio presso un’Università degli studi lombarda.

All’esito delle attività investigative, è emerso che il docente – nel periodo 2013/2017 – ha ricevuto l’affidamento di molteplici incarichi dalle citate tre società (una delle quali partecipata e gestita dallo stesso cattedratico), prevalentemente orientati all’organizzazione di eventi nel settore dell’arte e della cultura (ad esempio, curatela di mostre, banchetti a tema), percependo un compenso complessivo di oltre 140.000 euro.

Le indagini hanno rivelato che l’affidamento dei suddetti incarichi al docente era stato effettuato dalle tre società in spregio della disciplina dedicata, prevista da specifica disposizione di legge: infatti, il conferimento degli incarichi da parte delle imprese interessate è avvenuto senza la preventiva ed obbligatoria autorizzazione dell’Amministrazione di appartenenza, adempimento non osservato dallo stesso professore.

Al termine delle operazioni, pertanto, è stato contestato ai rappresentanti legali pro-tempore delle società, in solido con le stesse imprese, il mancato rispetto della normativa di settore, comminando una sanzione amministrativa di oltre 280.000 euro (pari al doppio degli emolumenti corrisposti).

L’attività investigativa condotta dalle Fiamme Gialle beriche si innesta nell’alveo della costante azione del Corpo a presidio dell’osservanza delle disposizioni in tema di incompatibilità, lavoro a tempo parziale e cumulo d’impieghi dei dipendenti pubblici.