Giovanni Villa ha detto bugie: ha infatti subito una “censura” dall’Università di BG per mancata richiesta dell’autorizzazione come direttore tecnico dei Musei Civici di Vicenza. Rimane ancora lì e in Cda Fondazione Roi?

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Giovanni Carlo Federico Villa, alias Giovanni Villa, ha sempre (sper)giurato di aver chiesto le relative autorizzazioni all’Università di Bergamo, dove è professore associato a tempo pieno, per assolvere da luglio 2015 l’incarico di direttore tecnico dei Musei civici di Vicenza, retribuito alla sua società Didaké sas dalla Fondazione Roi, di cui poi è diventanto membro del cda, Gianni Zonin regnante, grazie alla forzatura dell’ente, avallata da Achille Variati e Jacopo Bulgarini d’Elci, che ha reso equivalente quel ruolo a quello che lo statuto prevede come dantene unicamente diritto, cioè l’incarico di “direttore pro tempore” tout court, quindi nè tecnico nè scientifico che di si voglia.

Sostenendo questo e visto che in passato l’Università di Bg ci aveva prima comunicato l’attivazione di verifiche e, poi, la “comminazione” di un provvedimento a carico di Villa, ci è venuto il dubbio che il prof accusasse il suo ateneo, nonostante anche le azioni intraprese dall’Anac di Raffaele Cantone, di essere “bugiardo” (vedi: “Giovanni Villa accusa di “bugie” l’Università di Bergamo? Se Variati crede da sempre al “suo” membro nel Cda della Fondazione Roi, sta all’Anac di Cantone dirci a chi credere“).

Ebbene, dopo quest’articolo e a seguito di un nostro precedente accesso agli atti (ne abbiamo diritto come giornalisti e come denunciati per un danno presunto di un milione di euro…), è proprio l’ateneo orobico a sciogliere, invece, i dubbi decretando, tramite il suo dg Marco Rucci, l’11 gennaio scorso che se bugie ci sono state queste sono del suo prof: “Con riferimento alla Vs. istanza di accesso agli atti in oggetto si comunica il provvedimento citato è relativo alla sanzione disciplinare della censura irrogata al predetto professore in data 23.6.2017“.

Se Richard Nixon è andato a casa per delle bugie dette e non per i fatti a cui si riferivano, se ministri inglesi e tedeschi si sono dimessi per affermazioni false sui punti sulla patente o su brani di tesi, se la Maria Elena Boschi deve andare a casa per le bugie sul suo interessamento o meno su Etruria e non per il fatto in se stesso, il “bugiardo” Giovanni Carlo Federico Villa rimarrà direttore onorario (che fantasia pur di tenerlo in sella!) dei Musei Civici di Vicenza e, di conseguenza, membro del Cda della Roi con evidente ulteriore e conclamata forzatura delo statuto?

Se sì, perchè?

Cosa bisogna nascondere in Roi con sue eventuali e ulteriori bugie?

Prima che ci rispondano l’Anticorruzione o la magistratura lo chiediamo al sindaco uscente Achille Variati e al presidente della Fondazione Ilvo Diamanti.