Giubileo diocesano della vita consacrata: appuntamento a Chiampo

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Il vescovo della diocesi di Vicenza, monsignor Giuliano Brugnotto (2 febbraio 2024 - Messa Giornata Mondiale Vita Consacrata)

Sabato 1° febbraio al santuario “Grotta di Lourdes del beato Claudio” di Chiampo verrà celebrato il Giubileo diocesano della vita consacrata. La celebrazione inizierà alle 15 e 30 e sarà presieduta dal vescovo della diocesi di Vicenza, monsignor Giuliano Brugnotto.

La festa della vita consacrata fa riferimento alla presentazione di Gesù al tempio, momento nel quale è stato presentato dai genitori a Dio come segno di consacrazione totale. Tale episodio ricorda anche la dimensione della luce che vince le tenebre, come similitudine che esprime la potenza del Signore davanti al male. Il 2 febbraio ricorre la festa della vita consacrata, ma essendo di domenica, la celebrazione diocesana è stata anticipata al sabato 1 febbraio.

L’idea di andare al santuario di Chiampo per questo Giubileo è legata al fatto che questo è uno dei sette santuari giubilari della diocesi, dove durante l’anno giubilare 2025 è possibile vivere dei momenti di preghiera e fare esperienza della Misericordia di Dio accogliendo l’indulgenza.

Nella Messa del 1° febbraio, come da tradizione, verranno ricordati anche i religiosi e le religiose che celebrano anniversari particolari di professione religiosa: dai 25 ai 75 anni di vita consacrata.

“La vita consacrata è uno sviluppo della vocazione battesimale”, ha detto il vescovo Giuliano. “I religiosi e le religiose, grazie alla loro esperienza di vita comune, portano nelle realtà che frequentano i carismi personali, oltre a quelli specifici delle loro famiglie religiose, così da arricchire quanti incontrano in modo originale. La loro consacrazione esplicita una particolare appartenenza a Dio, rendendo più bella la Chiesa a servizio del mondo. Il calo di presenza delle religiose e dei religiosi rispetto al passato non ci deve scoraggiare. Oggi sono come il piccolo granello di senape indicato da Gesù che ha la capacità di portare un grande frutto. Questo ci basta per sentire la vicinanza di Dio e la sua cura”, ha concluso il Vescovo.