Andrea Arman, uomo di cultura variegata oltre che di fede variante (visto che dal venetismo e i suoi bond è passato al pentastellatismo pro indennizzi con la benedizione di don Enrico Torta per poi farsi ascoltare mentre loda la Lega ora vincente in una telefonata messa in viva voce da un suo, più professionalmente famoso, collega) ha esaminato passo passo l’inadempienza del governo giallo verde e del suo primo ministro Giuseppe Conte nel fare qualcosa di concreto e non solo di parolaio per le, vere, vittime delle banche, e ci illumina con la sua esegesi dei perché del ritardo.
Ebbene, nella lunga nota che vi proponiamo se non vi basta il nostro umile riassunto dell’Arman pensiero, Giuseppe Conte, che ha trattato e firmato con Xi Jimping, un leader da poco, il memorandum sulla Via della Seta fronteggiando anche un altro tizio qualunque come Donal Trump, ebbene dicevamo il premier, anche se ben allenato a mettere insieme ogni giorno i cocci del vaso governativo che i suoi Penelope (trasgender?), Di Maio e Salvini, rompono ogni notte ma anche h24, non è stato e non è capace di non farsi abbindolare da quattro sigle scalcagnate.
Alcune di queste sigle, per giunta, sono in odore di essere prezzolate come accusa nascondendo la mano uno che di soldi ben se ne intende, cioè l’avvocato sanzionato dal suo ordine per usura e che ha incassato già mezzo milione di euro vendendo al momento giusto, fine 2012, 8.000 azioni da lui ereditate al prezzo massimo insieme ad altre 7.000 ancora da… monetizzare.
E, tanto per non farsi mancare nulla per dimostrare a Giuseppe Conte e al popolo intero quanto sia caduto in un trappolone l’ingenuo premier, nonché avvocato di diverso lignaggio ma là dove di trappoloni non se ne fanno…, queste sigle, quando appoggiavano, secondo l’apostolo Andrea Arman, il vecchio governo per trovare una soluzione di partenza, erano filogovernative mentre non lo sono ora che condividono la proposta del nuovo governo per sbloccare quanto stoppato dal suo coordinamento di… una associazione e mezza e da un gruppo che si vanta di rappresentare ben 2.200 risparmiatori truffati su un totale di oltre 300.000…
Detto che ci piacerebbe che l’avvocato Arman andasse in procura non solo per querelare o ricevere querele per risse vere e/o presunte con lui come attore ma anche fare i nomi e i cognomi delle associazioni “sensibili al tintinnare degli Euro”, altrimenti sarebbe pura, gratuita e meschina calunnia, e, soprattutto, per depositare una denuncia per circonvenzione di incapace, il premier Giuseppe Conte, che andrebbe, quindi, rimosso per manifesta incapacità, da parte di associazioni che, se erano filogovernative con Gentiloni e se lo sono con Conte, di sicuro non sono politicizzate come il candidato trombato 5S ma forse sono solo filo risparmiatori.
Leggete, quindi, e inchinatevi tutti a cotanta sapienza disinteressata da cui ci auguriamo sappia ricavare la forza interiore Giuseppe Conte per difendersi dalla circonvenzione di incapace che il maligno gli sta facendo subire.
CHI HA FATTO IL TRAPPOLONE AL PREMIER CONTE
Ricordate quando in discussione c’era la legge Baretta – Puppato – Santini (legge 205)? La politica, Governo Gentiloni e sottosegretario Baretta, si era creata dei supporter per far apparire all’opinione pubblica che quella legge era voluta dai risparmiatori. Quei supporter noi li avevamo definiti “associazioni filogovernative” e ne facevano parte Ezzelino III da Onara, Codacons, associazioni di genesi sindacale, associazioni pensionati, associazioni composte da tre persone etc.. Quelle stesse associazioni, più o meno, che oggi si stracciano le vesti affinché il Governo vari il provvedimento che darà indennizzo ai risparmiatori attraverso il sistema del doppio binario.
Allora, al tempo della Baretta – Puppato – Santini, come ora con il doppio binario, vi erano delle associazioni formate da soli risparmiatori, che non condividevano la volontà governativa perché funzionale a difendere le posizioni istituzionali ed ingiustamente penalizzante per i risparmiatori.
Questa breve premessa per poter, di seguito, dimostrare che la situazione non è cambiata.
A Roma, l’otto aprile 2019, è andata in scena la stessa rappresentazione vista con il Governo Gentiloni ed il sottosegretario Baretta: da una parte le stesse associazioni filogovernative e dall’altra le associazioni dei risparmiatori fatte da risparmiatori. Il regista della giornata romana dell’otto aprile, è, evidentemente, lo stesso degli incontri al Mef dove un gruppo di associazioni eterogeneo e benevolente aveva regolare udienza con il sottosegretario Baretta. Allora, nel 2017, la legge Baretta – Puppato – Santini nasceva con la mediatica cornice delle associazioni filogovernative che ne davano un’apparenza di legittimazione dalla base. In verità, i risparmiatori erano apertamente ostili.
Con l’entrata in campo della sig.ra Vestager ha preso nuovamente fiato il disaccordo politico fra alcuni esponenti delle forze di Governo e, ed ancor più, la posizione dei funzionari del Ministero (MEF) indisponibili a dare attuazione alla legge legittimamente approvata dal Parlamento. Nella conseguente impasse creatasi, a qualcuno è venuto in mente di forzare la mano cercando nei vecchi amici dell’era Baretta e nei nuovi – sensibili al tintinnare degli Euro – la legittimazione per disfare la legge di bilancio e riportare l’orologio indietro, al tempo dell’arbitrato e del mis-selling.
Chi ha concertato l’operazione ben sapeva che le associazioni dei risparmiatori, fatte di risparmiatori, non si sarebbero piegate (sulla scorta delle indiscrezioni giornalistiche la posizione del Coordinamento don Torta era già stata espressa per iscritto, molti giorni prima… per esempio) mentre poteva contare sul numero di sigle associative che avrebbero dato, come nel passato, apparente dignità mediatica alla proposta del Governo, ed al resto di cui sotto.
Lunedì 8 aprile il Premier Conte ha spiegato, per sommi capi, quella che il Ministero (MEF) e l’Europa vorrebbero fosse la soluzione ed ha chiesto alle associazioni presenti di votare, senza appello dei presenti e per alzata di mano, una sorta di delega in bianco al Ministero, garantita dalle buone intenzioni Sue e del Governo. Ovviamente noi ed altre due associazioni di risparmiatori abbiamo votato contrario e si sono astenute altre due associazioni di risparmiatori significative nel panorama veneto e ferrarese.
E qui è scattato el tamaj, che tradotto in italiano è il trappolone!
Il Premier Conte ed il Governo si rendono conto di avere dalla loro una sorta di macedonia di sigle associative di fatto poco rappresentative e facilmente smontabili nella loro effettiva consistenza. Hanno votato contro o si sono astenute le associazioni, ormai storiche, dei risparmiatori veneti e ferraresi. Che fare?
Immediata parte la gran cassa dei giornali e televisioni che esaltano la vittoria della formazione associativa del gabinetto di regia ma, il Primo Ministro ed il Governo, coerentemente con gli impegni assunti e gli obiettivi perseguiti, frenano.
Con altrettanto tempismo parte la contestazione al Governo guidata dal quel gruppo di associazioni che nel passato si sono distinte per sostenere l’azione del Governo Renzi ed ancor più le decisioni del Governo Gentiloni e che l’otto aprile avevano apparentemente approvato l’azione di Governo. I conosciuti giornali e televisioni che tenevano bordone ai Governi passati spacciano la protesta di quelle sigle associative come la protesta dei risparmiatori e ne nasce la solita confusione che impedisce di affrontare con serietà e metodo i problemi.
A trarne giovamento di questa situazione sono gli avversari dei risparmiatori e del Governo: da una parte resta bloccata la legge e questo sfianca la resistenza dei risparmiatori veri; dall’altra viene amplificata la contestazione al Governo, specialmente nella componente 5 stelle, e viene mediaticamente riabilitata la soluzione del mis-selling e dell’arbitrato, cara al Partito Democratico, al sistema finanziario, ai funzionari del Ministero (MEF) ed a qualche uomo della maggioranza.
Chi ha teso el tamaj al Primo Ministro Giovanni Conte? Non noi risparmiatori!
Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico TORTA”
Il presidente avv. Andrea Arman