Giuseppe Nardini e la rivincita postuma con Gianni Zonin: sequestrati i beni anche a Silvana Zuffellato in Zonin

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Giuseppe Nardini, il re della grappa defenestrato da Gianni Zonin in BPVi
Giuseppe Nardini, il re della grappa defenestrato da Gianni Zonin in BPVi

Rivincita postuma del re della grappa, Giuseppe Nardini, nei confronti del re del vino, Gianni Zonin, che nel 1996 – si legge nell’articolo sull’inserto l’economia de Il Corriere della Sera che qui pubblichiamo – lo defenestrò dalla carica di presidente della Banca Popolare di Vicenza prendendone il posto. La storia si intravede in controluce dietro una sentenza della Cassazione, pubblicata da poco e quasi fotocopia di quella che invece riguarda Matteo Vigolo, sposo di Giuseppe Zigliotto, ex consigliere della banca ed ex presidente degli industriali di Vicenza. Presupposti analoghi ma vicende diverse.

La tenuta in Toscana della moglie di Zonin

Il caso Nardini-Zonin: alla Suprema Corte si era rivolta Silvana Zuffellato, moglie di Zonin, per ottenere il dissequestro del 2% della Tenuta Rocca di Montemassi già sua al 98%. Quella piccola quota residua le era stata ceduta dal marito (imputato di aggiotaggio, falso in prospetto, ostacolo alla Vigilanza) quando tra la fine del 2015 e il 2016 con le inchieste che incalzavano, l’ex banchiere si liberò con sospetta tempestività di gran parte del patrimonio personale a favore dei suoi familiari.

Il sequestro

Dopo vari provvedimenti preventivi della magistratura, a luglio dell’anno scorso il Gup del Tribunale di Vicenza ha disposto il sequestro conservativo su una serie di asset patrimoniali di Zonin e altri imputati, compreso quel minuscolo 2%, “a tutela – scrive la Cassazione – delle pretese risarcitorie nei confronti di Zonin” di due parti civili. Chi? Cristina e Francesca Nardini.

Le figlie di Giuseppe Nardini e il risarcimento

Ovvero le figlie ed eredi di Giuseppe Nardini, scomparso nell’aprile del 2018 a Bassano del Grappa, dov’era nato 91 anni prima. Prima di andarsene, il re della grappa, come potenziale risarcimento per i 306.625 euro “bruciati” in azioni della banca, sue e della moglie, aveva chiesto un sequestro cautelare sui beni degli indagati. Tra questi anche la partecipazione nella Tenuta di Montemassi, la splendida proprietà toscana di 430 ettari (180 a vigna) orgoglio e rifugio di Gianni Zonin che la acquistò nel 1999.

Quando Zonin detronizzò Nardini

Zonin, tre anni dopo aver conquistato la leadership della Popolare Vicenza, in una tempestosa assemblea, cavalcando la “vicentinità”, detronizzò brutalmente il distillatore Nardini, pronto invece ad alleanze e fusioni con altre banche. Il caso Vigolo-Zigliotto è speculare anche se le Nardini qui non c’entrano.

Il consigliere Giuseppe Zigliotto e la donazione allo sposo Matteo Vigolo

La questione sollevata da Vigolo, compagno e poi sposo dell’ex consigliere, riguarda invece i beni mobili e immobili che gli aveva donato Zigliotto o che erano stati conferiti in un fondo patrimoniale. Anche qui la Cassazione ha messo la parola fine: sequestro legittimo.