“Il secolo della Giustizia: una promessa da concretizzare”. Casciaro (CSM) e Masi (ANM) da Meritocrazia Italia: prudenza e lungimiranza

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Per la rubrica “giustizia” proseguiamo la sintesi dettagliata del convegno “Il secolo della giustizia: una promessa da concretizzare” organizzato a Roma il 26 marzo dall’associazione Meritocrazia Italia (alias L’Italia che Merita). Di questa tavola rotonda sulla giustizia abbiamo già dato conto degli interventi del Presidente di C.R.E.A. – Scuola Politica MI Alfonso Quarto e del Presidente nazionale di Meritocrazia Italia Walter Mauriello. Oggi (prima pubblicazione il 10 aprile alle 12.06, ndr) proseguiamo con gli interventi di Salvatore Casciaro, Segretario nazionale ANM (Assiciazione Nazionale Magistrati) e Maria Masi, Presidente del CNF (Consiglio Nazionale Forense) che si sono confrontati in un dibattito dialetticamente acceso.

L’intervento di Salvatore Casciaro (ANM)

Aprendo il suo intervento Salvatore Casciaro ha dichiarato che “la giustizia ha tanti problemi”. A suo parere è quindi un bene interrogarsi ma “sempre senza pensare di avere delle soluzioni preconfezionate” e nella fiducia che “proprio le occasioni di crisi possono essere occasioni per un miglioramento”.

Il segretario si è poi soffermato su un primo problema: i tempi della giustizia.
La questione si pone in relazione ai “tempi dei processi” ossia “alla durata complessiva di un procedimento lungo l’arco necessario per approdare a una sentenza definitiva”. Inoltre la giustizia ritardata si dice “denegata”.

Per Casciaro “una focalizzazione eccessiva sui tempi del processo giusti deve anche considerare il mantenimento di standard di qualità”. Il segretario nazionale ANM ha quindi ampliato la sua argomentazione citando dati della Commissione Europea: se in Europa si ha una media di 22 magistrati ogni 100.000 abitanti in Italia se ne hanno la metà. Fermo restando che, sempre secondo le statistiche la produttività della magistratura italiana è elevatissima, il problema per Casciaro ricade inevitabilmente sulle risorse.

Il segretario si è chiesto: “si può veramente immaginare che immettendo adesso 8200 giuristi Junior neo laureati si possa arrivare alla fine del 2024 a un abbattimento del 40% dei tempi della Giustizia civile?”. Provando a far intuire alla platea una possibile risposta, il segretario ha quindi fatto menzioni delle difficoltà organizzative di questi giovani ragazzi che spesso “non hanno un computer dove lavorare, non hanno una postazione di lavoro, non hanno spazi idonei dove stare”.

Sul tema caldo della riforma del Consiglio Superiore della Magistratura Casciaro ha innanzitutto espresso prudenza in quanto si tratta di “un tema molto delicato”. Per il segretario nazionale ANM “è un sistema che non ha funzionato” e “poiché dava molto peso nell’individuazione dei candidati ai gruppi associativi, chi vuole la riforma vorrebbe ridurre questo peso”.

Riguardo al sorteggio temperato, una delle proposte che prevederebbe il sorteggio a monte, in una rosa dei nomi, seguito dall’elezione tra i candidati sorteggiati in un multiplo rispetto ai seggi da assegnare, per Casciaro “oltre a stabilire una evidente disarmonia nel meccanismo elettorale del Parlamento sotto l’angolazione prospettica della Magistratura pone anche un problema di compatibilità costituzionale perché è chiaro che non ci sarebbe la possibilità di eleggere i togati tra tutti gli appartenenti delle varie categorie, ma soltanto tra un sottomultiplo di questi”. Inoltre “i sorteggiati sarebbero comunque in tutto o in parte con una loro sensibilità culturale, molti dei quali anche vicini ai gruppi associativi (correnti)”.

Il secolo della Giustizia, una promessa da concretizzare: la foto di gruppo di parte dei presenti a Roma di Meritocrazia Italia
Il secolo della Giustizia, una promessa da concretizzare: la foto di gruppo di parte dei presenti a Roma di Meritocrazia Italia

La replica di Maria Masi (CNF)

La palla è, quindi, passata all’agguerrita Presidente del CNF Maria Masi che ha innanzitutto dichiarato di condividere molte delle tesi programmatiche degli organizzatori del convegno pur con riserve riguardo all’intervento sul rito ossia sulle regole del processo. “La preoccupazione dell’avvocatura istituzionale – ha spiegato Masi – è quella di venire incontro alle esigenze di celerità perché è a vantaggio dei cittadini, ma nello stesso tempo di non mortificare le garanzie di difesa”.

Anche l’Ufficio del processo secondo la presidente del CNF non è privo di potenziali criticità, ma “molto dipenderà dalla organizzazione degli uffici” e “dal livello di esperienza degli avvocati di ciascun ufficio”. Per Masi “forse non è ancora chiaro il senso dell’ufficio del processo perché le aule non sono particolarmente ampie e vengono affollate oggi dalla composizione dell’ufficio del processo”.

Per la Presidente del CNF però “la funzione dei componenti è diversa perché riguarda un’attività che va fatta fuori, non è uditorato”. In breve, è improrogabile la necessità di risolvere, anche attraverso le risorse del PNRR, il problema del duplice profilo amministrativo e quello proprio squisitamente giudiziario.

Masi ha poi menzionato un aspetto che vede unita l’avvocatura, ossia “la contrarietà agli incarichi fuori ruolo per i magistrati perché se esiste un problema di organici i magistrati devono fare i magistrati o se assumono incarichi diversi questo non può essere usato per un avanzamento professionale”.

Infine, la Presidente del CNF si è mostrata favorevole alla partecipazione degli avvocati nei consigli giudiziari: “se c’è un’oggettivizzazione non si pone il problema, ma ammesso che questo problema ci sia in maniera residuale, statisticamente è più facile che sia creato qualche problema dall’avvocato o da chi deve decidere sulla procedura?”. Per la Masi il rischio di uno squilibrio sarebbe a danno dell’avvocato e non del magistrato. Sul punto è arrivata la secca replica del Dr. Casciaro che ha avanzato una perplessità sul duplice ruolo di avvocato che “discute l’udienza avanti il Giudice la mattina per poi sedere il pomeriggio nel consiglio”. Servirebbe, ha concluso il Segretario dell’ANM, la sospensione dalla professione forense.

Il dibattito aperto è, quindi, lontano da una conclusione che dovrà pure esserci e a breve viste anche le connessioni tra PNRR e riforma della giustizia.