Giustizia, sen. Zanettin (FI): “ingerenza magistratura anomalia italiana, ma ora si stemperino i toni”. ViPiù: “si tutelino anche i giornalisti”

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Pierantonio Zanettin (Forza Italia) decreto rave balcani
Pierantonio Zanettin (Forza Italia)

Il senatore e capogruppo di Forza Italia in Commissione Giustizia, Pierantonio Zanettin, è intervenuto sul tema della Giustizia da ospite oggi all’Aria che tira su La7: “In nessun Paese accade che il legislatore, nel momento in cui si occupa di giustizia, debba necessariamente trovare il consenso dell’Associazione nazionale magistrati. Questa, nel quadro internazionale, è un’anomalia tutta italiana. Detto ciò, credo che ora si debba cercare di stemperare i toni ed evitare gli estremismi, da una parte e dall’altra“.

Il centrodestra – ha aggiunto Pierantonio Zanettin – si è presentato alle elezioni con una piattaforma programmatica in tema di giustizia che vuole portare avanti, senza che questo debba essere considerato come una clava nei confronti dei magistrati o dei cittadini. Il disegno di legge Nordio dal mio punto di vista è un ottimo punto di partenza. Personalmente, per le battaglie che da oltre 20 anni conduco in Parlamento, credo possa essere migliorato in chiave garantista, nell’interesse dei cittadini, per evitare il processo mediatico, che è una nefandezza“.

Concordiamo, anche per esperienze personali, col senatore vicentino sulle riflessioni da fare sul processo mediatico pur senza privare i giornalisti e, quindi, i cittadini del diritto di informare e di essere informati, ma andrebbe chiesto ad alcuni altri esponenti della maggioranza attuale perché loro stessi abbiano in passato amplificato le notizie di inchieste a carico, diretto o indiretto, dei politici dei governi precedenti e abbaino lodato per quelle inchieste (con annesse fughe di notizie) gli stessi magistrati che oggi bocciano a pareti invertite.

Sappiamo che il senatore Zanettin, da politico moderato e “liberal” quale è oltre che da avvocato ed ex membro laico del CSM, saprà o almeno proverà ad interagire con i suoi alleati perché riconducano la questione nell’ambito del rispetto dei diversi poteri dello Stato e dei giornalisti che si vorrebbero ulteriormente imbavagliare con penalità economiche che paiono oggi una pura, ulteriore intimidazione nei loro confronti, se non verranno bilanciate da analoghe sanzioni da applicare a chi dovesse continuare ad alimentare o, addirittura, ad incrementare le già pesanti liti temerarie nei loro confronti.