La proposta di riforma del processo penale presentata dalla Commissione Lattanzi nega i fondamentali diritti dei consumatori e delle vittime di reati. “Siamo rimasti stupefatti e attoniti nello scoprire che la Commissione di studio presieduta del prof. Giorgio Lattanzi voglia impedire alle associazioni di consumatori, piuttosto che a quelle ambientaliste, di costituirsi parte civile nei procedimenti penali. Un passo indietro nella civiltà giuridica senza precedenti, a dir poco anacronistico. Riformare la giustizia non può equivalere a negarla. I tempi della giustizia vanno accorciati ma certo non a scapito dei sacrosanti diritti delle parti offese” afferma in un comunicato l’avvocato Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. “Dai fallimenti bancari ai reati ambientali, grazie alla costituzioni di parte civile, i consumatori in questi anni non solo hanno potuto rappresentare i loro diritti nell’ambito processuale, ma hanno contribuito a far emergere la verità, a far luce su vicende che, danneggiando i risparmiatori e gli utenti, hanno colpito il Paese. Un esempio per tutti, i crac bancari dove, nei processi attualmente in corso, i nostri legali stanno provando ad accendere un faro anche sugli organi di controllo e su chi, dovendo vigilare, ha invece autorizzato aumenti di capitale per banche ormai fallite, riversando sui piccoli risparmiatori le perdite” prosegue Dona. “A questo va aggiunto che nella riforma ci si dimentica delle conciliazioni paritetiche, fondamentale strumento di deflazione della giustizia. Ci appelliamo al ministro della Giustizia Marta Cartabia perché ponga rimedio a questo scempio, a quella che più che una riforma appare come una controriforma che mira a restaurare i privilegi di pochi a danno dei soggetti più deboli e indifesi, come i consumatori” conclude Dona.
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