Giustizia, Zanettin (FI): “o Bonafede mente, o non conosce il suo ministero”

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”Il ministro Bonafede è intervenuto al telefono ieri sera da Giletti, articolando una difesa del tutto sconclusionata. Il ministro ha dichiarato testualmente di aver proposto a Di Matteo ‘di fargli ricoprire uno dei due ruoli di cui ha parlato lui. Gli dissi che, tra i due ruoli, per me era più importante quello di direttore degli Affari penali, più di frontiera nella lotta alla mafia ed era stato il ruolo ricoperto da Giovani Falcone’. Delle due l’una: o il ministro mente o non conosce l’organizzazione del suo ministero. Il ruolo di Falcone al ministero non esiste più”.

Lo dichiara in una nota Pierantonio Zanettin, deputato di Fi e componente della
Commissione Giustizia. “Falcone ricoprì infatti l’incarico di direttore generale degli Affari
Penali, delle Grazie e del Casellario, che corrisponde oggi ad un capodipartimento, incarico apicale di fiducia del ministro. La Dg degli Affari penali, incarico che il ministro Bonafede ha dichiarato ieri sera di aver offerto a Di Matteo, in realtà oggi si chiama direzione generale degli Affari interni, si occupa di tante cose, compreso il processo civile, ma soprattutto non è incarico apicale, nè tantomeno di frontiera nella lotta alla mafia”.

“Era quindi scontato che Di Matteo la rifiutasse. Tra l’altro all’epoca dei fatti quell’incarico non era neppure nella disponibilità del ministro, in quanto non soggetto a spoil system, ed era occupato da un altro magistrato, che non si sarebbe potuto sostituire. Bonafede dimostra per l’ennesima volta la propria inadeguatezza. Chi di antimafia ferisce di antimafia perisce”, conclude Zanettin.

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