Il corpo degli Alpini nasce a Napoli nel 1872, circa una decina d’anni dopo la nascita dell’esercito italiano (articolo ripreso da VicenzaPiù Viva, disponibile nelle 115 edicole di Vicenza e dintorni, nella nuova sede di Contrà Vittorio Veneto 68 e online per gli abbonati – clicca qui). Un tempo le brigate alpine erano cinque, oggi ne sono rimaste due: la Brigata Alpina Julia, facente parte della Multinational Land Force (MLF), formazione multinazionale di livello Brigata. alla quale partecipano anche Ungheria e Slovenia e la Brigata Alpina Taurinense, appartenente al Not Standing Bi-National Brigade Command (NSBNBC), formazione multifunzione italo-francese di livello Brigata.
Gli alpini hanno partecipato a otto guerre: guerra di Abissinia, ribellione dei Boxer, guerra italo-turca, Prima guerra mondiale, guerra d’Etiopia, invasione dell’Albania, Seconda guerra mondiale. A queste vanno aggiunte alcune missioni internazionali come quella della Provide Comfort nel Kurdistan iracheno nel 1991, della Kosovo Force in Albania nel 1993, l’operazione Onumoz in Mozambico nel ’93-’94, Joint Guard e Costant Guard nel ’97-’98 in Bosnia, Alba, AFOR, OSCE-KVM dal ’97 al ’99 in Kosovo e tre missioni in Afghanistan dal 2002 al 2003: Nibbio, Enduring Freedom e ISAF. Nel 2011 i parà della Folgore hanno preso il posto degli alpini, che in Afghanistan hanno perso sette uomini, tra cui il vicentino Matteo Miotto nel 2010.
Dopo la fine della guerra fredda le brigate alpine oltre ad essere ridotte sono state leggermente trasformate, ampliando la loro connotazione come fanteria di montagna per adattarsi a vari tipi di operazioni, come appunto le missioni internazionali cosiddette “umanitarie” o “di pace”.
Nel frattempo l’opinione pubblica, nei primi anni ’90, ha protestato contro i governi per l’utilizzo dei militari di leva nelle missioni estere, e così nel 1995 è arrivata la legge che introduce la possibilità di arruolare i volontari. Gli alpini sono stati impiegati anche in alcune operazioni di ordine pubblico interno, come nel caso dell’operazione Forza Paris in Sardegna nel ’92 per il rapimento di Farouk Kassam, Vespri Siciliani in Sicilia dal ’92 al ’98, operazione decisa dopo gli attentati di mafia a Falcone e Borsellino e Riace nel ’94-’95 in Calabria contro la ‘Ndrangheta.
Gli alpini fanno parte inoltre dell’operazione “strade sicure”, nata nel 2008 e che consiste, anche oggi, anche a Vicenza, nell’invio dell’esercito in alcune città per tutelare l’ordine pubblico. Hanno inoltre affiancato spesse volte, assieme ai veterani dell’ANA, la Protezione civile in operazioni di soccorso in occasione di calamità naturali come alluvioni o terremoti. Per il 2024 il governo, oltre a confermare varie missioni dell’esercito italiano all’estero, dall’Africa alla Bulgaria, ha aggiunto due nuove missioni: Aspides in Mar Rosso e Levante a Gaza.
L’associazione nazionale alpini (ANA) è nata invece nel 1919 con lo scopo di “tenere vive e tramandare le tradizioni degli Alpini, difenderne le caratteristiche, illustrarne le glorie e le gesta; rafforzare tra gli Alpini di qualsiasi grado e condizione i vincoli di fratellanza nati dall’adempimento del comune dovere verso la Patria e curarne, entro i limiti di competenza, gli interessi e l’assistenza; favorire i rapporti con i Reparti e con gli Alpini in armi; promuovere e favorire lo studio dei problemi della montagna e del rispetto dell’ambiente naturale, anche ai fini della formazione spirituale e intellettuale delle nuove generazioni; promuovere e concorrere in attività di volontariato e Protezione Civile, con possibilità di impiego in Italia e all’estero, nel rispetto prioritario dell’identità associativa e della autonomia decisionale”.
Gli alpini hanno anche un coro, con cui partecipano a concerti, organizzano anche dei campi scuola per ragazzi dai 16 ai 25 anni. Nel 2013 sono nate anche le “penne rosa”, un’associazione che organizza eventi e che coinvolge sia donne nell’esercito, sia mogli, figlie, sorelle di alpini. Fuori dalle missioni internazionali, gli ex alpini nelle nostre città a volte spesso visti come una figura a metà strada tra il “nonno vigile” e la pro loco, nel senso che partecipano, organizzano o assistono a varie manifestazioni.
A Vicenza organizzano per esempio la festa del baccalà e curano gli addobbi natalizi di porta San Bortolo. Questa versione local, che riguarda, diciamo, non gli alpini attivi nell’esercito, ma gli ex alpini e i simpatizzanti, è quella più folkloristica e anche simpatica, associata spesso a grandi bevute, che attirano anche persone che nulla hanno a che vedere con gli alpini. Questa simpatia è stata intaccata nel 2022, quando, nella strana location di Rimini-San Marino (che ha soffiato il posto alla più coerente, per la storia, Verona), diverse donne e ragazze hanno denunciato episodi di molestia subiti durante l’adunata da parte di alpini o simpatizzanti. Inutile dire che in ogni manifestazione che porta in piazza centinaia di migliaia di persone possano verificarsi episodi sgradevoli, anche se il rischio è di rovinare la funzione civile che può avere l’ANA, anche attecchendo in un’area di popolazione di centrosinistra e tendenzialmente antimilitarista, proprio grazie ad iniziative che non c’entrano con l’aspetto militare e bellico.