Gli angeli della Mare Jonio: 180 persone soccorse nelle ultime ore nel Mediterraneo grazie a Saving Humans e Fondazione Migrantes

Prosegue la missione congiunta di Mediterranea Saving Humans e Fondazione Migrantes. I migranti sbarcati tra Lampedusa e Pozzallo, tra loro donne e bambini

306
La nave di Mediterranea, Mare Jonio
La nave di Mediterranea, Mare Jonio

Angeli, mandati da Dio per aiutarci.” La commozione e la gratitudine di chi viene salvato dalle onde si mescolano al dolore e alle tracce di tortura che segnano occhi e corpi. I soccorritori della Mare Jonio sono considerati veri e propri “angeli” dai migranti, la maggior parte dei quali fuggiti dalla ferocia delle milizie libiche. Questi vengono accolti a bordo, salvati dai gommoni precari salpati dalla Libia la sera precedente. Le storie si intrecciano, le lingue diverse si fondono, tutte accomunate dalla speranza di salvezza. C’è chi cerca conforto nei versi di Shakespeare, come un insegnante di arabo fuggito da Damasco, e chi ricorda il suo passato di giudice. Ma, una volta passato il momento euforico della salvezza, sorge la consapevolezza della titanica impresa che li attende: ricostruire le loro vite, immaginare un futuro in un’Europa che spesso fatica ad accogliere.

I salvataggi nel Mediterraneo

Sono state 182 le persone salvate nel Mediterraneo dalla nave umanitaria Mare Jonio tra sabato 24 agosto e domenica 25, durante quella che è stata la 18ª operazione di soccorso condotta dalla ONG Mediterranea Saving Humans, la prima organizzata congiuntamente con la Fondazione Migrantes della CEI. Alle ore 18 di sabato scorso, la Mare Jonio ha avvistato e affiancato una nave di legno in acque internazionali, a circa 35 miglia dalla costa tunisina. Poiché l’imbarcazione appariva altamente instabile e a rischio di affondamento, sono stati distribuiti giubbotti di salvataggio a tutti i passeggeri. Successivamente, le persone sono state recuperate a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera e sbarcate nel porto di Lampedusa. In questo primo salvataggio sono state portate in salvo 67 persone, tutte di origine nordafricana, tra cui 16 donne e numerosi bambini.

Sempre sabato, ormai nelle ore notturne, alle 23:30, la nave ha avvistato, seguendo una segnalazione, un’altra imbarcazione, un gommone sovraccarico. Gli occupanti sono stati portati a bordo della Mare Jonio e successivamente trasbordati sulla nave della Guardia Costiera italiana. In questo caso sono state salvate 50 persone, in maggioranza minori e donne, prevalentemente di nazionalità etiope.

L’ultimo salvataggio del fine settimana è avvenuto domenica, alle 6:30 del mattino, mentre la nave di Mediterranea era in navigazione verso sud. Sono state soccorse oltre 60 persone, tra cui siriani, bengalesi e pakistani, che sono state poi portate in salvo, su indicazione del governo italiano, nel porto siciliano di Pozzallo, nel ragusano.

La costruzione di una società solidale

In poche ore, la Mare Jonio ha salvato 182 persone, un prezioso patrimonio di vite umane, ma solo una goccia nel mare di tragedie che si consumano nel Mediterraneo centrale. Nel 2024, circa mille persone hanno perso la vita in queste acque, come documentato dall’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni. Questi numeri evidenziano l’importanza della missione congiunta Mediterranea-Migrantes, che rappresenta un tassello fondamentale nella costruzione di reti di solidarietà e nella promozione di una società basata sulla “fraternità e amicizia sociale”, come auspicato da Papa Francesco. Una missione il cui vero impatto comincia sulla terraferma, offrendo speranza e un futuro a chi rischia tutto per cercare una vita migliore.

Fonte Vatican News Joseph Tulloch, dalla Mare Jonio