I raggi UV che ci arrivano dal sole sono pericolosi per la nostra pelle. Ma anche per quella dei nostri animali. Anche se la loro pelliccia offre loro una protezione naturale.
Potresti pensare che il tuo cane, o il tuo gatto, siano al sicuro per crogiolarsi al sole. Bene, ripensaci! Perché come per la nostra pelle, i raggi UV mettono a dura prova la pelle dei nostri animali domestici. Può improvvisamente arrossire – o addirittura bruciare – al sole. E questo anche se il loro mantello è lì a proteggerli.
Alcune aree rimangono più sensibili e rischiano scottature. Le orecchie, soprattutto quando non sono molto pelose e sono raddrizzate. Particolarmente sensibili sono anche il muso, la pancia e il muso, privi di peli.
Alcuni cani e alcuni gatti sono più a rischio. Coloro che sono portatori di patologie come allergie o alopecia areata in primis. O quelli che assumono farmaci che aumentano la loro sensibilità. Animali il cui pelo è bianco o chiaro o anche quelli il cui pelo è rado. Peggio ancora, quelli senza peli. Questo è il caso del cane messicano senza pelo, per esempio. Anche cani e gatti più giovani e più anziani sono più a rischio. E quelli la cui pelle è rugiadosa.
Come proteggere gli animali dal sole?
Per evitare problemi, è ovviamente consigliabile evitare che il vostro cane – o gatto – si esponga al sole tra le 10:00 e le 14:00. Una spiaggia che può essere soleata in piena estate. E gli impedirà anche di rischiare un colpo di calore. Evitare anche di tagliarlgli il pelo in estate. Puoi, tuttavia, provare la crema solare, preferibilmente una per bambini, specialmente sulle zone senza peli. Un indice di protezione 15 o più e assicurarsi che l’animale poi non si lecchi. Se il tuo cane è molto sensibile al sole – e non puoi fare a meno di esporlo – puoi persino arrivare a mettergli dei vestiti.
Per concludere, sappi che in natura gli animali sviluppano molte strategie per proteggersi dal sole. Il primo e il più semplice: mettersi all’ombra o rifugiarsi in un luogo chiuso. E ci sono animali che hanno sviluppato la propria protezione solare. La pelle del pesce zebra produce per esempio un composto chiamato gadsol che lo protegge dai raggi UV. L’elefante è coperto di fango. I ricci di mare sembrano usare le alghe. Gli ippopotami, invece, secernono una sostanza ricca di composti polifenolici che assorbono i raggi UV.
(Mathalie Mayer su Futura-Planète del 31/05/2022)
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