Gli invisibili di Vicenza e il degrado in pieno centro. Che non è il Kebab

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Dopo un primo pezzo qualche mese fa sui senzatetto, e dopo la segnalazione ironica di ieri di un nostro lettore, proseguiamo ad affrontare l’argomento degli invisibili di Vicenza, con un’altra segnalazione, ma anche con qualche riflessione più amara.

Il lettore di ieri ci invia altre foto della ‘dimora’ di un senzatetto in piazza Garibaldi dietro al container delle Poste. Del resto il palazzo è abbandonato da tempo immemore per lavori di ristrutturazione. Gli utenti stanno fuori e anche gli invisibili stanno fuori, con giacigli di fortuna che Aim non rimuove, quasi riconoscesse che lì ci vive qualcuno. “In una location di pregio, non manca il Vespasiano!” scrive il nostro lettore indicando i segni di un bisogno fisiologico espletato. E poi basta fare due passi più avanti e dietro all’enorme edificio in decadenza delle Poste e dirimpetto allo storico locale “Al Campanile” troviamo un ragazzo che dorme sugli scalini, alle 10:30 del mattino. Lui è pakistano, alcuni dicono sia un tossico, lo trovate spesso alla sera in Contra’ Barche che vi chiede qualche soldo. Da veneti potreste avere piuttosto l’idea di offrirgli un’ombra, ma lui rifiuterà.

Non l’ha rifiutata invece un ragazzo italianissimo, dell’Alto Vicentino, incontrato una sera da chi scrive. Si umiliava, e lo ammetteva, chiedendo soldi in giro, ma gli occhi gli si sono illuminati quando ha trovato qualcuno che invece di guardarlo con sufficienza o disprezzo lo ha trattato come un suo pari, cioè un essere umano. Un altro ragazzo del Trevigiano si trova spesso in Corso Palladio. A volte inveisce contro i passanti, altre è tranquillo. Poi in viale Milano c’è un altro italiano, presenza fissa, ogni tanto parla solo per chiedere una sigaretta. Da quel che si dice ha avuto una forte delusione e ha deciso di vivere così.

Sono tanti gli invisibili di Vicenza, come abbiamo visto non solo stranieri. Sono invisibili perché sono in centro storico e il centro storico deve essere bello. Nel film di Luigi Zampa ‘Gli anni ruggenti’ c’è una scena in cui durante una manifestazione sul lavoro i partecipanti vengono divisi per professione e quando uno si avvicina al gerarca chiedendo “ma io che sono disoccupato dove devo mettermi?” egli risponde “non è possibile, in Italia non ci sono disoccupati! Vattene!”. Allo stesso modo questi senzatetto vengono ignorati perché è meglio far finta che non esistano e semmai vengono disprezzati perché deturpano la bellezza del centro storico. Come i Kebab, nemici giurati dell’assessore Giovine, che non disdegna il periodo raccontato dal film di Zampa. Ma, in una città piccola come Vicenza, quando tutto il brutto verrà allontanato dal centro e riversato nelle periferie, le cose andranno veramente meglio?

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