David Borrelli: per Europa rimborsi fino all’80% ai truffati dalle banche. E gialloverdi non sbloccano il 30%?

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David Borrelli e Isabella De Monte dopo l'incontro con Margrethe Vestager, De Monte
David Borrelli e Isabella De Monte dopo l'incontro con Margrethe Vestager, De Monte

Ieri, sabato 13 aprile, si è tenuto a Monastier di Treviso un importante incontro con tutte le associazioni dei truffati, promosso da David Borrelli europarlamentare uscente ed ora candidato per la lista di Più Europa alla prossima competizione di maggio.

L’esponente politico ha motivato le ragioni che lo hanno spinto a chiedere ed ottenere un incontro -congiuntamente alla sua collega di Strasburgo Isabella De Monte (Partito Democratico) – il 26 marzo scorso, in modo da poter spiegare alla Commissaria Margrethe Vestager la realtà socioeconomica del Nord Est e la situazione di “emergenza sociale” creatasi a seguiti del default delle banche venete, già cooperative di credito.

La risposta dell’importante esponente della Commissione Europea a David Borrelli e Isabella De Monte è stata di massima apertura verso le richieste italiane, considerato che “casi analoghi” si sono già verificati anche in altri Paesi della UE e che “da tempo” sta dialogando con il Governo, cui spetta dettagliare una serie di parametri all’interno dei principi regolatori del regime d’aiuto.

Ciò che interessa alla Commissione è che siano ben definiti i criteri selettivi che distinguano con regole agevoli chi è “piccolo risparmiatore” e chi è “speculatore”. In questa direzione, da tempo, si è già stabilito uno schema di base, ovvero spettano rimborsi automatici per il danno patito a chi ha o un reddito imponibile IRPEF fino a 35.000,00 annui (quindi non ISEE) o a chi possiede valori mobiliari (depositi e titoli) fino a 100.000,00 €.  È sufficiente, quindi, rientrare almeno in una delle due categorie.

Le situazioni al di sopra di tali soglie devono essere oggetto di valutazione – ancorché con procedura semplificata – da parte di un soggetto terzo per poter essere beneficiate. Le specifiche ulteriori sono a cura dello stato membro. La Commissaria, che resterà in carica fino all’insediamento della prossima Commissione UE prevista per ottobre, non pone alcun ostacolo – ha riferito David Borrelli – se nell’ambito del regime d’aiuto concedibile per le tipologie anzidette lo Stato arriva a prevedere un corrispettivo del danno ingiusto e patito a causa di “misselling” fino all’80% del totale.

Certo stabilire l’intensità dell’aiuto, ovvero quale percentuale applicare, non è compito della Commissione, quanto piuttosto del Governo in carica. In ogni caso è esclusa a priori la possibilità di arrivare ad un risarcimento totale del 100% anche per i gruppi anzidetti. A questo punto sorgono spontanee due domande.

La prima: per quale ragione l’attuale esecutivo Giallo Verde non ha messo a disposizione dei parlamentari, che lo hanno chiesto da mesi, la corrispondenza UE-Governo italiano?

La seconda: dato che i soldi regalati dai cittadini allo stato ammontano ad oltre un miliardo e mezzo e non derivano da tasse, imposte, tributi o risorse statuali, incrementandosi vieppiù di anno in anno, e che probabilmente il 90% dei casi rientrerà nelle maxi-categorie delineate, quale ratio sorregge la miserevole elemosina del 30% fissata già da settembre scorso, ripetuta in legge di bilancio per il 2019 e soggetta a così tanto ritardo?