Politica industriale? Con libertà di subappalti e 157.715 infortuni sul lavoro in tre mesi

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Il governo del premier Conte con i due vice Di Maio e Salvini
Premier Conte con i due vice Di Maio e Salvini

Un governo che si scanna su qualsiasi cosa. Che pensa di “rilanciare l’economia” con la Flat Tax (qualcosa di profondamente iniquo che permetterà di pagare meno tasse a chi ha di più), con la sospensione del codice sugli appalti per due anni(1), con i condoni agli evasori mascherati con la dicitura benevola e fuorviante di “pace fiscale”, con i tagli del contributo per l’INAIL (soldi utilizzati nella prevenzione e il controllo per la sicurezza nei luoghi di lavoro) …

Un governo che, in cambio, non fa niente per lo sviluppo e per il lavoro che è sempre più precario e insicuro sotto tutti i  punti di vista.

Senza prospettive che non siano per il giorno dopo, va avanti con la spada di damocle dell’aumento dell’IVA che colpirà indistintamente tutti e soprattutto chi ha meno.

Ma per capire di cosa si stanno “dimenticando” sulle questioni del lavoro quei “lorsignori” che occupano le poltrone del governo sarebbe bene aver presente qualche numero.

Ebbene, gli infortuni sul lavoro denunciati all’INAIL nel primo trimestre del 2019 sono 157.715 (134.927 nei luoghi di lavoro e 22.788 in itinere) con un aumento del 1,9% rispetto al 2018. Quelli mortali sono oltre cento al mese visto che, nei primi cinque mesi di quest’anno sono stati 269 i lavoratori deceduti solo nei luoghi di lavoro e diventano 535 considerando quelli in itinere (dati documentati dall’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro).

Per quanto riguarda l’aspetto occupazionale, inoltre, solo in questi ultimi giorni si hanno notizie di chiusure di attività importanti e di licenziamenti collettivi. Questi sono solo alcuni esempi: Mercatone Uno, circa 1800 persone senza lavoro; Whirpool di Napoli, 420 lavoratori in procinto di perdere il lavoro; Unilever di Sanguinetto (Verona) licenzierà 76 addetti; Grancasa annuncia 158 “esuberi” (anche dalle nostre parti a Vicenza e in Veneto).

Senza considerare l’informazione “nascosta” di 600 bambini nati con malformazioni congenite tra il 2002 e il 2015 a Taranto, come riportato nel Rapporto di Valutazione del Danno Sanitario dello stabilimento siderurgico dell’ILVA, oggi ArcelorMittal Italia.

Nessuna pianificazione, nessun progetto del governo. I “due vice-primi-ministri” si preoccupano di litigare tra loro, a ironizzare uno dell’altro. Sono troppo attenti a “drogare” gli elettori (che vengono considerati spettatori o consumatori e non cittadini) con slogan e propaganda. Appaiono in giro per l’Italia in perenne campagna elettorale. Mostrano rosari e santini vari, invocano il “cuore immacolato di Maria”. Indicano nell’immigrazione la causa di qualsiasi problema. Sorridono, si fanno i “selfie”, si fanno vedere mentre mangiano …

Ma, si provi a riflettere un attimo. I “nostri governanti” fanno forse qualcosa di concreto per chi lavora? Per chi perde il posto di lavoro? Per chi si infortuna? Per chi muore? Fanno qualcosa per mettere in sicurezza l’ambiente? Per evitare le malattie professionali? L’inquinamento? Non ci pensano neppure. Evidentemente a loro interessa altro. Del resto, cosa ne possono sapere loro di cosa significa lavorare?

(1) da Italia Oggi: “…  si liberalizza fino al 100% la possibilità di subappalti. Viene infatti sospeso fino al 31 dicembre 2020 il divieto di superare la soglia del 30% dell’importo complessivo di lavori, servizi e forniture. Cade anche (sempre fino a tutto il 2020) l’obbligo di scegliere i commissari di gara tra gli esperti iscritti nell’albo dell’Anac. L’unico obbligo per le stazioni appaltanti sarà quello di scegliere i commissari secondo principi di competenza e trasparenza. E ancora, viene sospeso l’obbligo di indicare la terna dei subappaltatori in sede di offerta per importi superiori alle soglie comunitarie. Per gli appalti di importo superiore alle soglie comunitarie si stabilisce che il valore economico possa contare fino al 49% (oggi la soglia era del 30%).

Sempre fino a tutto il 2020 viene eliminato il divieto di fare riserva, da parte delle imprese, su progetti esecutivi oggetto di validazione. Potranno così essere oggetto di riserva anche gli aspetti progettuali che sono stati oggetto di verifica. Un’altra importante novità riguarda le soglie di affidamento per i contratti di valore inferiore alle soglie comunitarie, già modificate rispetto al testo originario del decreto legge durante l’esame in commissione. Resta l’affidamento diretto fino a 40.000 euro, ma da 40.000 a 150.000 euro la procedura negoziata con invito di tre operatori viene sostituita dall’affidamento diretto previa valutazione di tre preventivi. Una differenza non da poco, destinata a velocizzare gli affidamenti.

Da 150.000 a 350.000 euro resta la procedura negoziata previa consultazione di dieci operatori, mentre da 350.000 a un milione di euro viene confermata la procedura negoziata con consultazione di almeno 15 operatori. L’obbligo della gara scatterà sopra il milione di euro.”

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Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.