Con l’esplosione del caso della gestione dei parcheggi nel settembre dello scorso anno iniziava di fatto la campagna elettorale per le amministrative di Vicenza: nell’ambito di quello scontro però le forze politiche in lizza non hanno mai misurato perimetro degli interessi e trascorsi della galassia palermitana Final-Alliata cui è riferibile la Gps: ovvero il nuovo concessionario subentrato al gruppo Aim
Nel momento in cui la gestione del monopolio della sosta del Comune di Vicenza passa «dalla municipalizzata Aim mobilità» alla compagnia privata piacentina Global parking solutions, meglio nota come Gps spa, le polemiche sul funzionamento dei parcheggi cittadini schizzano a mille. Più nel dettaglio il cambio della guardia avviene tra la fine di agosto e i primissimi di settembre dello scorso anno. Ed è proprio in quel periodo che il fuoco di fila delle opposizioni di centrosinistra si concentra nei confronti della giunta di centrodestra capitanata dal civico Francesco Rucco e dal suo vice Matteo Celebron, assessore leghista con delega alla mobilità. Di fatto è proprio in quel periodo che comincia la campagna elettorale che si chiuderà tra qualche giorno, domenica 28 e lunedì 29 maggio, col ballottaggio tra il sindaco uscente Rucco e lo sfidante democratico Giacomo Possamai.
LANCIA IN RESTA
Il primo di settembre 2022 è il consigliere Raffaele Colombara, che milita tra le fila del centrosinistra, ad assestare alcuni tra i colpi più decisi nei confronti dell’esecutivo. Con una interrogazione vergata a più mani dal gruppo «Per una grande Vicenza», di cui Colombara è il primo firmatario, si prendono di mira la Gps e Celebron: la prima per non avere gestito adeguatamente il cosiddetto «switch-over» tra la vecchia e la nuova gestione. Il secondo per non aver messo l’amministrazione comunale nelle condizioni di sorvegliare adeguatamente il cambio della guardia.
LA STOCCATA
In quel frangente Colombara parla di «parcometri nuovi che in realtà appaiono riciclati» tra i quali «qualcuno è già rotto» mentre «molti sono installati ma ancora fuori servizio». Poi si parla di cittadini che con temperature «prossime ai quaranta gradi» sono costretti «a cercare parcometri funzionanti»: il tutto mentre le attività di sostituzione «dei 225 parcometri» vanno «a rilento, con una strabiliante media di otto dieci a settimana».
E ancora: «Evidentemente sia il Comune che la società subentrante erano al corrente di queste difficoltà» mentre nei giorni precedenti all’avvicendamento «avevano dato ad intendere» che le cose sarebbero filate lisce. L’addebito è chiaro. Secondo Colombara l’amministrazione e il soggetto privato «hanno comunque preferito sostenere che tutto sarebbe andato per il verso giusto; oppure, peggio ancora, entrambi avevano comunque, e in modo colpevole, sottovalutato l’operazione a cui stavano andando incontro, sbagliando clamorosamente previsioni, organizzazione e programmazione dei lavori». In quelle settimane le polemiche sono alle stelle: anche perché nel parcheggio Fogazzaro, uno dei più importanti di Vicenza, «il sistema di pedaggiamento va spesso in tilt». Alcuni la sosta la pagano. Altri no, perché la sbarra si alza semplicemente avvicinando l’auto al varco d’uscita. Ne parla segnatamente Vipiu.it del 7 settembre 2022.
LA REPLICA DI LODETTI
Il 20 ottobre 2022 sulle colonne di Vicenzatoday.it è l’amministratore unico di Gps spa, il dottor Filippo Lodetti Alliata, a spiegare il suo punto di vista ridimensionando così il quadro dei disservizi. Il manager parla di «qualche criticità nei momenti di maggiore affluenza nei parcheggi a barriera, in particolare presso i parcheggi Fogazzaro e Matteotti». Criticità «che si verificano nei momenti di picco di utilizzo e in concomitanza con una momentanea carenza di connessioni sulla rete in fibra ottica, che genera problemi» per quanto concerne l’utilizzo «dei sistemi di pagamento tramite carte elettroniche». Tuttavia è sul fronte politico che lo scontro si fa più esacerbato.
SCONTRO IN SALA BERNARDA
Ai primi di novembre, infatti, in Consiglio comunale a Vicenza il centrosinistra spara a zero su Celebron. Arriva persino a chiederne le dimissioni mentre il Carroccio di fatto «nemmeno lo difende». Il vicesindaco rimane al suo posto, tuttavia l’affanno nella maggioranza «è evidente». Anche perché l’assessore alla mobilità non è uno qualsiasi ma è il plenipotenziario nell’esecutivo Rucco di Roberto Ciambetti. Suo lo scranno di presidente del Consiglio regionale del Veneto, suo lo scettro di punta di diamante del Carroccio nel Veneto e nel Vicentino, sua la mostrina di fidatissimo del governatore leghist, suo lo scranno di consigliere comunale a Vicenza, Ciambetti nella Lega è uno che conta e come. Tanto che a palazzo Trissino le critiche nei confronti di Celebron vengono percepite come addebiti nei confronti del presidente del consiglio regionale. Addebiti che finiscono per impensierire non solo Rucco ma, gioco forza, pure lo stesso Ciambetti: questi almeno sono «i rumors che cominciano a circolare per i corridoi».
LA DOMANDA DELLE CENTO PISTOLE
Tuttavia il fulcro della querelle nata attorno al caso Gps è un altro. L’affidamento al privato, che è subentrato con una regolare gara, era per forza necessario? Oppure il Comune avrebbe potuto tenere per sé (ovvero affidandolo magari alla municipalizzata Agsm Aim) il grosso della sosta come è accaduto de facto per il parking Verdi? Durante quel consiglio comunale si scontrano due interpretazioni antitetiche. Da una parte c’è la giunta di centrodestra che considera tale scelta come una eventualità di fatto imposta dalla legge. Di rimando c’è il centrosinistra che oltre a contestare tale interpretazione sul piano giuridico invoca il mantenimento della gestione, magari ricorrendo ad alcune soluzioni più o meno originali.
MERCATO E PRIMATO PUBBLICO
Più in generale si può registrare come da anni nel Paese centrodestra e centrosinistra per vero, in tema di esternalizzazione di servizi pubblici o di concessione dei monopòli naturali, non si siano mai distinti l’uno dall’altro: giacché la tendenza a preferire le soluzioni di mercato o il parternariato pubblico-privato, anche con la formula della finanza di progetto (project financing in gergo anglosassone), è divenuta non solo una costante politico-amministrativa ma anche un vero e proprio «topos ideologico» bipartisan. Basti pensare alle norme sulla finanza di progetto inserite nel codice dei contratti pubblici. Basti pensare ad alcune grandi opere come la Superstrada pedemontana veneta realizzate sotto l’ombrello di quella nozione economico-giuridica, per non parlare, rimanendo nel Veneto, degli ospedali di Mestre all’Angelo e di quello a Santorso nel Vicentino: tutte opere sempre duramente contestate, sulle quali da sempre si staglia «l’ombra oscura» della prevalenza dell’interesse privato sul pubblico.
DERIVA PRIVATISTICA
Tuttavia si tratta di una tendenza che secondo i detrattori delle aperture radicali al mercato va considerata una vera e propria deriva. Il motivo? La collettività a fronte di questo indirizzo ci rimette o in qualità del servizio erogato o in carenza di governance o in termini di aggravio della spesa pubblica: sempre che i tre fattori non si mescolino tra di loro. Nel caso vicentino poi il centrosinistra, che con le esternalizzazioni ha un feeling simile a quello del centrodestra, sia pure un po’ alla spicciolata, si era fatto una domanda terra terra: ma era per forza necessario finire in bocca ad una spa come la Gps che a sua volta fa capo ad un conglomerato di peso che ruota attorno alla palermitana Final spa?
La domanda, circolata a più riprese nelle retrovie della opposizione, ma pure in settori della società civile attigui alla maggioranza, ha chiaramente a che fare con la definizione dei rapporti di forza tra concedente, in questo caso l’ente pubblico, e concessionario, ossia il privato. Ma sullo sfondo a far arricciare qualche sopracciglio in città erano stati i trascorsi della galassia Final.
IL FLASHBACK
Il 9 maggio del 2014 Il Fatto quotidiano in un servizio di Silvia Bia racconta come l’inchiesta sugli appalti dell’Expo di Milano in quel periodo travolga pure Reggio Emilia. Tanto che nella lista degli indagati dalla Procura fa capolino Filippo Lodetti Alliata, amministratore delegato della Final Spa e della Reggio Emilia Parcheggi Spa. Compagnia che in quel periodo per l’appunto a Reggio «sta costruendo il contestato parcheggio di piazza Vittoria», opera eredità della giunta dell’allora sottosegretario democratico alla Presidenza del consiglio Graziano Delrio. Sempre il Fatto, il 17 maggio dello stesso anno e poi il 22 Marzo 2015 prosegue gli approfondimenti su una vicenda che a Reggio Emilia scatenerà polemiche a non finire.
FRONTE CATANESE
Un altro fronte caldo è quello catanese: si parla sempre della realizzazione di parcheggi pubblici con la formula del project-financing o più in generale con quella del partenariato pubblico-privato. Nella città etnea, infatti, Comune e Final danno vita ad una guerra di carte bollate. L’amministrazione pubblica infatti decide che non intende procedere con la realizzazione del parking Sanzio perché non intravede le condizioni per garantire al meglio la parte pubblica. Final e Catania parcheggi non ci stanno. Si rivolgono al Tar e chiedono quasi 15 milioni d’indennizzo. Il Tar però il 22 giugno 2016 stopperà le richieste del privato. Così racconta il portale ecologista catanese Argo che tra il 2014 e il 2016 sul caso aveva condotto una vera e propria campagna.
IL COLOSSO APCOA SCONFITTO A FOGGIA
Sempre di battaglie a suon di carte bollate parla invece un servizio di Foggiatoday.it del 9 febbraio 2023 firmato da Mariangela Mariani. In questo caso la querelle giudiziaria è tra privati. Da una parte c’è la Gps. Dall’altra c’è il colosso tedesco-americano Apcoa. Quest’ultimo aveva impugnato l’aggiudicazione della gara per l’affidamento in concessione del servizio alla società piacentina il servizio della sosta tariffata a Foggia. Epperò nell’ambito di quella vicenda la società riferibile al «re dei parcheggi» Lodetti Alliata (che proviene da una famiglia nobiliare siciliana di elevatissimo lignaggio) porta a casa la vittoria lasciando, almeno in primo grado, gli stranieri col cerino in mano.
IL RETICOLO
Ma entrando nel dettaglio come è inserita la Gps nella galassia Final? La Gps, che ha sede legale a Piacenza e sede operativa a Palermo, è per l’appunto controllata dalla finanziaria Final spa, sempre con base a Palermo, la quale funge da casa madre per le partecipazioni. Da quest’ultima, con uno schema molto ordinato e molto trasparente (i soci sono sempre ben identificabili e questa circostanza non è sempre riscontrabile quando si parla di società concessionarie di servizi pubblici), si dipana un reticolo di società controllate che a sua volta costituisce, quantomeno in parte, la radiografia della diramazione degli interessi della famiglia Lodetti Alliata nel Paese.
L’elenco delle società non è breve: Genova piazza Dante parking spa, Reggio Emilia parcheggi spa, Final divisione ristorazione srl, Final divisione energia srl, Lodetti commerciale metalli spa, Coflac srl, Dittaino logistic srl, Final servizi srl, Finalco srl, oltre alla stessa Gps ovviamente. Stando al sito della Gps, Piacenza, Reggio Emilia, Foggia, Vicenza, Genova ed Alessandria sono le piazzeforti in cui è concentrato il business della sosta marchiato Final.
Per vero nella città del Palladio, anche durante la fase più dura dello scontro politico tra maggioranza e opposizione, nessuna delle parti attive nella querelle aveva tracciato uno schema preciso del soggetto che era divenuto concessionario del Comune di Vicenza. Ma come la pensa al riguardo la Gps? Chi scrive ha interpellato direttamente Filippo Lodetti Alliata, amministratore unico della società nonché presidente del consiglio di amministrazione della Final. Da quest’ultimo però, quantomeno per il momento, non è giunto alcun commento. Chi scrive ha anche interpellato il vicesindaco Celebron. Pure da lui però, almeno per ora, non è giunto alcun commento.