“Farà discutere? Lo spero e spero che oltre alle polemiche possa contribuire a rendere giustizia spingendo anche il Parlamento a un atto che ritengo doveroso”. Così Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto, ha presentato in un comunicato il suo progetto di legge “Disposizioni per la ricerca storica sulle fucilazioni e la commemorazione dei fucilati durante la prima Guerra Mondiale nel territorio della Regione Veneto” che ha l’obiettivo “di restituire l’onore ai troppi a cui fu ingiustamente rubato con una violenza inaccettabile: non si tratta di fare del revisionismo strumentale, ma di rendere giustizia con una riabilitazione attesa da più di un secolo. Il Friuli Venezia Giulia ha già approvato una sua legge specifica sul tema e altri hanno affrontato con coraggio questo tema: penso alla Francia che nel 2014 alle vittime innocenti dei Plotoni di esecuzione dedicò giusti e ampi spazi nel Museo nazionale dell’Esercito. Penso alla Gran Bretagna che aveva riabilitato chi, accusato ingiustamente di codardia e diserzione, era stato fucilato. Io spero che anche il Veneto voglia restituire l’onore a chi fu passato per le armi senza vera giustizia, in un modo ingiustificabile. In Friuli giustamente si è preso ad esempio il caso drammatico degli alpini che a Cercivento, in Carnia, avevano rifiutato di eseguire una azione chiaramente suicida proponendo soluzioni alternative: per quattro di loro il Tribunale dispose la fucilazione. In Veneto potremmo prendere il caso testimoniato da più fonti a Noventa padovana il 3 novembre 1917 del soldato Alessandro Ruffini di Castelfidardo, all’indomani di Caporetto, colpevole di aver salutato il generale Graziani tenendo la pipa in bocca. Come riportano le cronache, il generale inveì bastonando il soldato, che non reagì: un cittadino che vide la scena apostrofò il generale dicendogli che quello non era il modo di trattare i soldati, al che Graziani risposte letteralmente ‘dei soldati io faccio quello che mi piace’ e per dimostrarlo fece fucilare il malcapitato. In Veneto possiamo citare anche i casi della Brigata Catanzaro, 141°reggimento, 27 maggio 1916, Altipiano d’Asiago, 12 fucilati per sbandamento di fronte al nemico; del 14° reggimento Bersaglieri, XL battaglione, 16 giugno 1916, Altipiano d’Asiago, 4 fucilati per sbandamento. Quanti sono gli Alessandro Ruffini a cui dobbiamo Giustizia? Nel bel libro ‘Plotone di Esecuzione’ di Enzo Forcella e Alberto Monticone viene indagata la crudeltà e l’ingiustizia che, come abbiamo visto con il caso di Noventa Padovana, oggi ci impone la restituzione dell’onore e la riabilitazione delle vittime innocenti. In Parlamento se ne è già discusso ma non si è giunti ad un atto di giustizia invocato anche dal Presidente Mattarella. Coì presento la mia legge: solo 8 articoli per sostenere gli studi e gli approfondimenti dei casi ancora non emersi, stipulando anche protocolli di intesa con il Ministero della difesa e con altri enti, pubblici o privati, sostenendo le iniziative per la commemorazione dei militari fucilati, in collaborazione con gli enti locali dei territori nei quali si sono verificati gli eventi dando vita alla ‘Giornata regionale della restituzione dell’onore ai militari appartenenti alle Forze armate italiane fucilati nel territorio della Regione Veneto durante la Prima guerra mondiale’, da celebrare annualmente. Chiedo di istituire presso la Giunta regionale l’ Albo dei militari appartenenti alle Forze armate italiane fucilati nel territorio della Regione Veneto durante la Prima guerra mondiale. La spesa? 100 mila €: una piccola somma, per rimediare ad una grande ingiustizia. Sono passati più di cento anni: è tempo di ridare onore e riabilitare gli innocenti”