Teatro Comunale di Vicenza, 100 artisti per la Grande Messa di Mozart

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grande messa di mozart

Lunedì 14 novembre l’Orchestra del Teatro Olimpico inaugura con la Grande Messa di Mozart la sua nuova stagione al Teatro Comunale di Vicenza.

I musicisti della OTO saranno affiancati da quelli dell’Orchestra Settenovecento e dai cantori della Schola San Rocco formando un grande organico di 100 artisti. Dirige Alexander Lonquich. Prima della Messa una “chicca” di Beethoven: l’Ouverture Leonore 1 del 1808. Il concerto è dedicato alla memoria di Nicola Amenduni.

Dopo il lusinghiero successo dello scorso anno con la Nona di Beethoven, il direttore principale dell’Orchestra del Teatro Olimpico Alexander Lonquich ha pensato di riproporre gli stessi interpreti per l’esecuzione di un altro caposaldo della musica di tutti i tempi: la Grande Messa di Mozart.

L’evento, in programma lunedì 14 novembre al Teatro Comunale di Vicenza, inaugura la stagione sinfonica 2022/23 della OTO. Ad affiancare la formazione vicentina ci saranno l’Orchestra Filarmonica Settenovecento di Rovereto e l’ensemble corale Schola San Rocco preparato da Francesco Erle, formando un imponente organico di 100 interpreti schierati sul palco del Comunale. Rispetto allo scorso anno cambia solo il cast dei solisti, che questa volta saranno i soprani Giuseppina Perna e Caterina Meldolesi, il basso Volodymyr Moroziv e il tenore Yuxiang Liu.

Fra le creazioni sacre di Mozart spiccano il Requiem e la Messa in Do minore per soli coro e orchestra, capolavori assoluti curiosamente accomunati dal fatto di essere rimasti incompiuti. La Messa nasce come una sorta di voto beneaugurante alla vigilia delle nozze con Constanze Weber, fortemente osteggiate da Leopold Mozart, il padre di Wolfgang.

Pur immerso in altri importanti progetti artistici, dopo la scelta di emanciparsi da Salisburgo per tentare la difficile via del successo a Vienna, fra il 1782 e il 1783 Mozart portò a termine il Kyrie e il Gloria, quasi completamente il Sanctus e Benedictus e parzialmente il Credo. Manca del tutto l’Agnus Dei.

Nonostante l’incompiutezza, la Grande Messa viene considerata la più complessa e impegnativa creazione sacra di Mozart: se fosse stata ultimata avrebbe raggiunto le grandiose proporzioni della Messa di Bach.

Le ragioni per le quali un’opera così sublime venne accantonata dal suo autore sono da ricercare nelle pressanti esigenze lavorative che sommersero Mozart negli anni seguenti. Le creazioni sacre, a differenza delle sinfonie e delle opere, non facevano parte di quel tipo di musica che poteva essere “monetizzata”, motivo per cui il compositore salisburghese fu costretto a dare priorità a lavori che gli consentissero di portare avanti le sue ambizioni di libero professionista.

La Messa mozartiana sarà preceduta dall’esecuzione dell’Ouverture Leonore 1, che appartiene al novero di ben quattro diverse ouverture scritte da Beethoven per l’opera Fidelio, anche questa largamente rimaneggiata dalla prima versione del 1805 a quella definitiva del 1814. Quella che viene comunemente definita l’Ouverture numero uno, è in realtà la terza della serie, composta nel 1808 probabilmente per una messa in scena praghese dell’opera.

Con il concerto di lunedì l’Orchestra del Teatro Olimpico dà il via ad una stagione sinfonica che mette in primo piano capolavori di Beethoven (Sinfonie nr. 2, 3 e 8), Čajkovskij, Šostakovič e Mozart con la partecipazione di importanti solisti del panorama internazionale come i violoncellisti Nicolas Altstaedt e Enrico Dindo, il violinista Klaidi Sahatçi e lo stesso Lonquich, che al pianoforte eseguirà il Concerto n. 24 di Mozart.

Il concerto di lunedì al Comunale è espressamente dedicato alla memoria dell’Ing. Nicola Amenduni e sarà proposto in anteprima domenica pomeriggio 13 novembre al pubblico del Teatro Zandonai di Rovereto.