In Veneto le grandi fabbriche “tremano” in vista dell’autunno: tra Caro Energia, incognita componenti elettronici e altre difficoltà

611
grandi fabbriche veneto
Acciaerire Beltrame Vicenza

Grandi fabbriche del Veneto strette nella morsa a più fattori che rende estremamente incerto e quanto meno oscuro il futuro prossimo. L’orizzonte delle preoccupazioni è costituto da un periodo a breve termine: l’autunno. Periodo che arriva dopo quella che è stata forse l’estate più “non convenzionale” degli ultimi anni. Molte grandi fabbriche venete, infatti, hanno optato per ferie anticipate o comunque prolungate per far fronte agli spropositati aumenti nel costo dell’energia.

Ma oggi, più o meno, è il giorno del rientro a lavoro in molti settori produttivi e il Corriere del Veneto ha raccolto in un interessante articolo più vici del mondo economico e lavorativo regionale su questi temi.

In particolare, ha raccolto le impressioni di Gianmaria Zanni, Energy manager di Acciaierie Beltrame di Vicenza che ha riferito in merito a quelle che sono identificate come le preoccupazioni principali in vista di questa code d’estate e dell’autunno. Su tutto: il caro energia.

“La ripartenza della produzione del 22 agosto – ha detto al Corriere del Veneto – è confermata, dopo uno stop per ferie quest’anno iniziato il 5 luglio, dunque durato due settimane più del solito. Va tenuto presente che a pesare è anche il mercato del rottame di ferro, per noi prima voce di costo.

L’energia rimane la seconda, sebbene sia cresciuta tantissimo e tutto quello che possiamo fare ora è regolarci di settimana in settimana, a seconda della ricettività del mercato. Comunque sia – prosegue Zanni – o cambia qualcosa a livello sostanziale o lo scenario per l’inverno si prospetta estremamente teso”.

Secondo il manager le cose non vanno meglio nelle sedi estere europee: “La situazione più seria pare ora quella francese a causa di 12 centrali nucleari piuttosto vecchie fermate per ragioni impreviste come e il consumo elettrico transalpino è molto alto in inverno. Insomma – ha detto –: siamo in una fase in cui l’equilibrio da tenere è delicatissimo”.

Non solo costi alti dell’energia, ma anche scarsezza degli approvvigionamenti delle materie prime. Che siano quelle utilizzate per produrre energia e far funzionare macchinari o parti dei prodotti da costruire, su tutte pesa la carenza di componentistica elettronica, la soluzione adottata da molte aziende è ricorrere a ore di cassa integrazione, concentrando la produzione in determinati periodi per non avere costi eccessivi.

“L’aumento dei prezzi dell’energia, la difficoltà di reperire i materiali e il rallentamento degli ordini spinge i produttori a concentrare la produzione per contenere i costi”, dice infatti il segretario Fim Cisl di Vicenza, Stefano Chemello, a CorVeneto. “Qui le ferie forzate si fanno perché non arrivano materiali e componentistica”.

“Non mancano casi in cui i clienti non ritirano la merce ordinata nei tempi stabiliti – aggiunge Loris Scarpa, segretario Fiom di Padova, con riferimento ad alcune fonderie – perché i loro magazzini sono già saturi di macchine costruite a metà. Ciò per non aver ancora ricevuto i microchip necessari a farle funzionare”.

Fonte: Corriere del Veneto