Green Pass a scuola, genitori e docenti vicentini scrivono al provveditore Formaggio: “apra confronto democratico”

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formaggio_rucco
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Genitori e docenti e personale scolastico vicini al movimento Scuola in presenza Vicenza, dopo mesi di lotta alla didattica a distanza, ora si trova ad affrontare un altro nodo legato alla gestione del Coronavirus a scuola e si dicono “allarmati e preoccupati dell’introduzione del green pass per tutto il personale scolastico attraverso il decreto legge 111 del 6/8/2021”. Dopo aver manifestato a Vicenza hanno inviato una lettera a Carlo Alberto Formaggio, provveditore agli studi della provincia, per chiedergli un tavolo di confronto.

“Il decreto giustifica l’introduzione del green pass al fine di tutelare la salute pubblica. In particolare nella intenzione del decreto si attenziona la scuola come servizio essenziale nel quale esigere al contempo l’obbligo del possesso e il dovere di esibizione del pass per mantenere adeguate condizioni di sicurezza. Non ci lasciano entrare perché non vogliamo obbedire ad una legge che riteniamo inefficace e ingiusta. Siamo qui perché anche altri prima di noi sono stati sospesi dai loro incarichi e privati del loro stipendio per aver rifiutato di obbedire. Medici, infermieri, personale sanitario pongono le nostre stesse criticità.
Siamo qui perché vogliamo chiederLe se non le risuonino incongruenze e illogicità in molto di ciò che sta accadendo” scrivono i rappresentanti di docenti, personale amministrativo, ata e personale tutto della scuola.

“Siamo qui perché abbiamo dei fondati dubbi sul fatto che il certificato verde possa raggiungere l’obiettivo dichiarato dal decreto ossia di tutelare la salute pubblica. Siamo qui perché rileviamo, nella richiesta che ci viene fatta, delle violazioni relativamente a normative nazionali e internazionali. Rileviamo il rischio di un uso non corretto di dati sensibili personali. Siamo qui perché la nostra contrarietà a questa norma comporterà, per noi, la sospensione dal lavoro e il relativo blocco del salario oltre a possibili sanzioni aggiuntive mettendo in difficoltà intere famiglie e violando i primi fondamentali articoli della costituzione. Siamo qui perché da anni noi tutti, assieme a Lei, siamo promotori di una scuola sempre migliore. democratica, partecipativa, che tutela i diritti di tutti e di ciascuno, che non discrimina, che valorizza le differenze, che pone nell’acquisizione di conoscenze e competenze le basi da dare ai nostri giovani affinchè con capacità sappiano affrontare sfide sempre nuove nel mondo della scienza e della vita in generale. Assieme a Lei abbiamo elaborato e costruito progetti, condiviso percorsi, attivato buone pratiche e ora ci ritroviamo rifiutati, espulsi dalla scuola, ci viene impedito di entrare, di incontrare i nostri bambini, giovani studenti e colleghi”.

“Ecco alcuni quesiti che ci piacerebbe affrontare assieme
1) Incongruenza tra l’obiettivo di tutelare la salute pubblica e lo strumento adottato green pass.
Le chiediamo se non fosse molto meno invasivo, semplice, efficace e democratico utilizzare il test salivare per chiunque entra a scuola.
Lo chiediamo a fronte di dati scientifici verificabili che confermano come anche chi si è vaccinato possa essere contagioso e in tal senso non si capisce perché non dovrebbe esserci una verifica costante della situazione infettiva anche per chi, legittimamente, ha fatto la scelta di vaccinarsi.
Lo chiediamo non capendo come un esonero da vaccino possa costituire garanzia di salute pubblica per gli altri appartenenti alla comunità scolastica.
Chiediamo perché non sia stata riconosciuta anche la validità dell’analisi sierologica nel rilasciare il pass.
Chiediamo perché si sia scelta la strada dei tamponi anziché del salivare parimenti attendibile dal punto di vista di correttezza e attendibilità della risposta
2) Scuola come luogo sicuro rispetto alla trasmissione del virus
L’esperienza e i dati rilevati da tutte le scuole nei due anni passati hanno evidenziato come la scuola sia risultato uno dei luoghi più sicuri rispetto alla possibile trasmissione del virus. Dati che lei ha certamente a disposizione venendo trasmessi sostanzialmente in tempo reale da tutte le scuole.
Tale sicurezza è stata raggiunta attraverso tre semplici indicazioni: pulizia, distanziamento, mascherina.
Risulta in tal senso ancor più incomprensibile la spinta alla vaccinazione dei giovani come elemento di sicurezza. Giovani che, se in salute, risultando a rischio grave in caso di contrazione del virus con percentuali tendenti allo zero e che però rispetto alla sicurezza sociale restano portatori sani anche se vaccinati.
3) Sicurezza e spazi interni
Da anni è consuetudine derogare alle leggi edilizie e di igiene pubblica per consentire un rapporto alunni superficie della classe superiore a quanto previsto per norma. Le chiediamo per quale motivo il Ministero non abbia dato indicazioni precise e coercitive nel rispettare il rapporto di legge riducendo così il numero di alunni per classe o addirittura non abbia imposto di ridurre il numero di studenti per classe e aumentato conseguentemente il numero di classi in modo da permettere una didattica in presenza continua per tutti e nel contempo aumentare le distanze di sicurezza.
4) Sicurezza e trasporti
Fin dall’inizio di questa crisi sanitaria è emerso come uno degli elementi di criticità dell’attività scolastica fosse anche attribuibile alla carenza dei trasporti pubblici o convenzionati che hanno visto ridotte le capacità di trasporto della loro flotta in ragione di un maggior distanziamento all’interno delle vetture. Il Governo, la Regione e gli altri organi competenti si sono organizzati in due anni per ovviare a questa criticità? Si sono implementati ingressi e uscite da scuola scaglionate che permettano un arrivo a scuola e un deflusso sicuri?
Molte altre incomprensibili incongruenze notiamo nella gestione della situazione generale in questi ultimi due anni. Incongruenze o incapacità che qui non elenchiamo per brevità.
Per ultimo, ma non ultimo, vorremmo, gentile Dirigente, evidenziare come lo scontro sociale stia diventando sempre più aspro e duro , coinvolgendo e dividendo parenti, amici, gruppi sociali.
Uno scontro fomentato da una informazione battente, quasi una propaganda, che assieme alla paura del virus sta inducendo nuove categorie sociali fittizie che sembrerebbero incapaci di comunicare l’una con l’altra in un radicalizzarsi dello scontro che non profuma di buono”.

Genitori e docenti chiedono infine “un tavolo di dialogo che permetta un confronto sereno delle varie posizioni. Certi della Sua sensibilità attendiamo l’urgente data di apertura di quello che immaginiamo essere un luogo importante di confronto democratico nel rispetto delle differenze”.