Green Pass successo, Aduc: piazze piene di antifascismo siano sprone di vigilanza economica sul benessere comune

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Green pass, Aduc e anti fascissmo
Green pass, Aduc e anti fascissmo

Grande successo e manifestazione di responsabilità dopo il primo giorno dell’obbligo di Green Pass per accedere al posto di lavoro – afferma nel comunicato che pubblichiamo l’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –.

I cittadini sono all’altezza della difficile situazione sanitaria ed economica che stiamo vivendo. E’ stato compreso, con l’accettazione di massa delle regole sul Green pass, che l’emergenza può essere gestita e che per farlo occorre una dose di responsabilità individuale. Se si continuerà in questo modo è probabile che la pandemia non sarà più la nostra preoccupazione principale nel quotidiano sottocasa, ma non dovremo abbassare la guardia soprattutto perché una lezione il covid ci insegna: il mondo è interconnesso anche fisicamente, se pensiamo alle scarse percentuali di vaccinati nei posti più disgraziati del mondo, e che le loro disgrazie sono anche le nostre, è il momento per concentrarsi meglio ad aiutare coloro che nel mondo ne hanno ancora bisogno. La nostra marcia in più è che stiamo sperimentando come la coesione civica e di cittadinanza sia determinante per non farsi sopraffare e per ridurre il danno. Cerchiamo di esportarla. L’interconnessione, inclusa quella digitale, serve anche a questo.

In questo riconoscimento di maturità non dobbiamo però farci trascinare dai fantasmi del passato che, per quanto ancora presenti nella nostra memoria e cultura, sono e restano fantasmi. Le piazze antifasciste oggi piene non siano solo urla per emarginare le minoranze delle minoranze *, ma festa e riconoscimento di comuni intenti per vigilare sulle manchevolezze di governo e legislatori.

* un fascismo da macchietta come quello perorato dai neo-fascisti del saluto romano, dei busti di Mussolini, degli assalti da operetta alle sedi sindacali e sanitarie, non sono l’avversario ma solo forme di nostalgia illusoria e di moderna criminalità. Non è il fascismo morto il nostro avversario, ma le involuzioni autoritarie dello Stato di diritto. Involuzioni che si manifestano con le negazioni quotidiane di dignità e libertà. Involuzioni che ci arrivano da istituzioni non propense e disponibili ad ascoltarci e contribuire al comune benessere, quanto piuttosto a quello di burocrati e accondiscendenti al potere di turno.