Dietro front sul Green Pass rafforzato agli ultra cinquantenni, Maria Teresa Turetta (CUB PI Nazionale): il Governo boccia se stesso

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No green pass sfilano a Trieste (foto Il Piccolo)
No green pass sfilano a Trieste (foto Il Piccolo)

Il Governo è costretto a fare un passo indietro sull’obbligo di Green Pass rafforzato, imposto agli ultracinquantenni per accedere nei posti di lavoro – dichiarazione nella nota che pubblichiamo Maria Teresa Turetta segretario nazionale CUB Pubblico Impiego -. Questo repentina capitolazione del Governo su un strumento così gravemente lesivo di diritti fondamentali, quali il diritto al lavoro e al salario, è dovuto alla resistenza di un milione e mezzo di cinquantenni che non hanno ceduto al  ricatto e che dal 15 febbraio scorso non si sono presentati al lavoro.

Maria Teresa Turetta (Cub Vicenza e segretario nazionale pubblico impiego)
Maria Teresa Turetta (Cub Vicenza e segretario nazionale pubblico impiego)

E’ stata una protesta efficacissima la loro, che ha messo in ginocchio la produzione e i servizi pubblici costringendo il Governo a fare dietro front sul Green Pass rafforzato a distanza di poco più di un mese dalla sua introduzione. Così è stato per l’obbligo vaccinale per Insegnanti, Universitari e Forze di Polizia: anche in questo caso i servizi hanno risentito pesantemente della loro assenza, a cui si sono aggiunte anche le assenze di chi si è contagiato nei posti di lavoro, nonostante le tre dosi di vaccino.

L’accanimento di questo Governo, invece, continua invece per gli “eroi” della Pandemia, ossia gli operatori sanitari e socio sanitari che hanno mantenuto l’obbligo/ricatto fino al 31 dicembre 2022  e che nonostante le tre dosi di vaccino si sono ammalati ugualmente. Tale vessazione perdura perché è chiaro l’intento di questo Governo: smantellare quel poco che resta della sanità pubblica. Con la scusa delle assenze dovute a sospensioni di medici e sanitari si stanno appaltando al privato interi settori del servizio sanitario nazionale. Questo è l’obbiettivo di Draghi e del Governo dei “migliori”: smantellare la sanità pubblica, tagliare il servizio sanitario nazionale e darlo in pasto ai privati. Così sarà un servizio non per tutti, ma per pochi.

Per questo motivo abbiamo lottato senza indugio fin dall’introduzione del famigerato decreto 44 del 1 aprile 2021 a fianco dei sanitari sospesi, li abbiamo organizzati  nelle piazze e nelle proteste, li abbiamo sostenuti con i nostri legali e con le nostre strutture sindacali.

Contestiamo quindi con forza questa ulteriore proroga a carico dei soli operatori sanitari. A questa nostra lotta devono unirsi anche quei cittadini cui stanno a cuore i servizi sanitari pubblici, ricordando che sono stati gli unici che hanno funzionato durante la prima fase pandemica. Il Governo dei “migliori” sta mettendo in ginocchio il diritto al lavoro, alla salute, incentiva le spese militari e affossa la nostra economia: mandiamoli a casa tutti con la lotta !

Maria Teresa Turetta, segretaria nazionale CUB Pubblico Impiego