Green Pass, Vincenzo Donvito presidente di Aduc: l’ansia politica del ‘io ci sono’

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“Secondo te, in questa pandemia, mi si nota di più se il mio impegno civico lo dedico alla razionalizzazione dell’esistente o se faccio l’oppositore”? Deve essere questa– afferma Vincenzo Donvito presidente di Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) in una nota che pubblichiamo di seguito – la domanda che affligge molti nostri rappresentanti politici, sempre in lotta con se stessi e il mondo tra il dar fondo all’impegno che hanno preso con gli elettori e la prossima tornata elettorale, per la quale doversi mettere in mostra verso i capi del proprio partito per farsi ricandidare e far notare agli elettori che ci sono… in che termini?… Ma, questo conta fino ad un certo punto, visto che la memoria è più che altro per l’esserci che non per il che cosa hai detto.

E questa a nostro avviso l’angoscia di molti che intervengono sul Green Pass. Ci sono anche quelli che non fanno altro che dire banalità e ripetere quel che tutti leggono e sentono da mesi… ma talvolta i giornalisti chiedono e insistono non per approfondimenti ma per frasi più o meno ad effetto da mettere in qualche titolo… e tanto vale…

Ma preoccupa chi – inaspettatamente anche per chi scrive – scopri essere contrari al Green Pass: leggi, Costituzione, principi universali, presunto buon senso, etc. Una quantità di argomenti da fare invidia al più secchione degli studenti di diritto, a cui si aggiungono fatti di cronaca (quando non sono fake news) che testimoniano la loro presunta ragionevolezza. Se poi questi fatti rientrano ampiamente nelle percentuali di rischio che comunque ci sono anche per i vaccinati… di questo non c’è traccia.

E purtroppo per loro e per noi, sono politici che vanno a braccetto con tutti quegli altri che fino ad oggi si sono espressi con il “NI”, sia per il vaccino che per il Green Pass. Il partito principe in assoluto è l’unico, parlamentare, che è all’opposizione, circondato da componenti di gruppi eterogenei ed individui anche in partiti di governo.

Il risultato di questo andazzo/vezzo è che, invece di stare tutti impegnati a venir fuori il prima possibile dalla pandemia, c’è un’eterna discussione sul merito e sul metodo per farvi fronte. Metodo e merito che, per esempio, se ci fosse stato al tempo del vaccino della poliomelite e del vaiolo, molti non sarebbero neanche qui a discuterne. E accumuliamo ritardo rispetto ad emergenze sanitarie che in passato abbiamo ben superato.

Ma se, per esempio, si dicesse che non ci saranno più elezioni fino a quando non si sarà lasciata alle spalle la pandemia, ci sarebbe un altro atteggiamento da parte di coloro che abbiamo chiamato a rappresentarci? Urla: le libertà democratiche, mai sospenderle!!! Ma se su un nave c’è un’epidemia, il capitano si mette a discutere coi passeggeri oppure questi ultimi seguono il capitano (che hanno scelto prima di salire sul battello) e poi, se sono rimasti vivi, lo ringraziano o lo prendono a calci nel sedere?

Probabilmente si può ancora evitare il rapporto capitano/passeggeri, ma per farlo occorre un buon impegno di tutti, anche nel denunciare i politici irresponsabili *.

* una volta c’era anche un gruppo parlamentare che si chiamava “i responsabili”

Vincenzo Donvito, Aduc