Candidata al Premio Nobel per la pace e eletta personaggio dell’anno 2019 dal Time. Donna, giovane, attivista ambientale. Non c’è politico o imprenditore che si possa permettere di ignorare Greta Thunberg, la giovane studentessa svedese nata nel 2003. É lei l’ideatrice dei Fridays For Future, manifestazioni per promuovere politiche e comportamenti sostenibili che hanno portato nelle strade di tante città del mondo migliaia di studenti in occasione degli scioperi internazionali del 15 marzo e del 27 settembre 2019.
La giovane attivista nata a Stoccolma ha dialogato e dialoga con capi di stato e imprenditori portando avanti la causa della salvaguardia del pianeta “in fiamme” per il riscaldamento globale.
Greta non ha però “nuove proposte” e mai ha dichiarato di averle; il suo impegno consiste nel denunciare la retorica vuota di sostanza dei potenti del mondo quando parlano di impegni per mitigare il cambiamento climatico. Riattualizzando l’immagine di Davide contro Golia, l’attivista svedese accusa il “bla bla bla” dei politici pretendendo un impegno maggiore rispetto a quello preso nell’Accordo di Parigi.
Sostanzialmente, l’appello di Greta è sintetizzabile in “ascoltate la scienza”. Quasi all’unanimità gli scienziati del mondo prevedono infatti l’innalzamento della temperatura globale della terra di almeno 1.8 gradi nel corso del secolo, un aumento delle precipitazioni causato dai livelli superiori di evaporazione e uno scioglimento di neve e ghiaccio dei poli con conseguente aumento del livello del mare di circa 20/50cm entro il 2100. Inoltre, è allarme anche per quanto riguarda un potenziale inasprimento delle condizioni climatiche, un aggravamento dell’effetto serra e un cambiamento del ciclo stagionale di crescita delle piante causato dallo sbalzo nei livelli di CO2. Infine, è previsto anche un aumento del livello di acidità degli oceani che causerà l’estinzione di molti organismi della flora e della fauna marina.
Semplicità del messaggio, personalizzazione dello stesso (con età, modo di porsi e cartello scritto a mano presente a ogni manifestazione) e documentazione via social della protesta. È questo il punto di forza della comunicazione dell’attivista svedese. Ed è anche per questo che si è generato un vero e proprio “effetto Greta”: giovani di tutto il mondo hanno visto in Greta un simbolo polarizzatore e, forse per la prima volta, si sono riconosciuti in una lotta di portata globale.
Tanti i modelli a confronto sul campo di battaglia: il Capitalismo e il consumismo contro l’ambientalismo e la sostenibilità, il populismo contro la politica, i giovani contro gli adulti che “li hanno traditi”, la comunicazione tradizionale in contrapposizione a quella via social, in diretta e sul campo. «Se le soluzioni all’interno del sistema sono impossibili», si spinge a ipotizzare Greta, «forse dovremmo cambiare l’intero sistema». Ecco allora configurarsi un modello di cittadinanza globale, forse anche uno dei motivi del successo (non universale) della giovane donna.
Sulla base di una presa di posizione chiara di Greta, frequente è stata infatti l’associazione dell’attivista svedese al Complottismo. Se il cambiamento climatico è tutto un complotto, ecco configurarsi l’idea di Greta manipolata dall’alto per scopi di marketing o addirittura protetta dalla massoneria. A spopolare, dopo la divulgazione di una foto da parte della University of Washinton Libraries, anche l’idea di Greta Thunberg in grado di viaggiare nel tempo e tornata dal passato per avvertire dell’imminente catastrofe ambientale.
Contro di lei si sono scagliati anche intellettuali come Cacciari e Fusaro e politici come Putin, Angela Merkel e Donald Trump. Tra i sostenitori di Greta, invece, Papa Francesco e politici come Barack Obama e Arnold Scwarzenegger. Insomma, al di là di ogni dato o evidenza scientifica, sappiamo che la fede in qualcosa è un fatto privato. Rimane allora una scelta credere che “la nostra casa è in fiamme” o meno, ma non si può ignorare il fuoco che Greta ha acceso.