Un milione di litri di alcol importato illegalmente per oltre 11 milioni di tasse evase: 20 denunciati e un arrestato dalla GDF di Treviso

113
Guardia di finanza di Treviso stronca traffico illecito di alcolici

Importavano alcol etilico spacciandolo per liquido disinfettante, per produrre illegalmente e in laboratori privi di ogni autorizzazione grappe, whisky, limoncelli e altri superalcolici, evadendo le tasse per diversi milioni di euro: un traffico remunerativo e pericoloso per la salute pubblica che è stato stroncato grazie ad una complessa operazione della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Treviso, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Udine.

Sono venti le persone indagate per diversi reati, quali la sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sulle bevande alcoliche, l’irregolarità nella circolazione di prodotti sottoposti ad accisa, l’alterazione di contrassegni dell’Amministrazione Finanziaria, la ricettazione, la contraffazione di marchi e di sostanze alimentari; gli indagati sono infatti ritenuti responsabili di aver introdotto in Italia, tra il 2022 e il 2024, circa un milione di litri di alcol etilico importato dall’Est Europa, per un’accisa e un’I.V.A. evase pari a 11,5 milioni di euro.

Nel corso delle indagini, condotte dai finanzieri del Gruppo di Treviso, sono stati sottoposti a sequestro preventivo 85.000 litri di alcol etilico, 2 autoarticolati, 3 laboratori clandestini per la produzione illegale di superalcolici, al cui interno sono state rinvenute tutte le attrezzature – come imbottigliatrici, etichettatrici, tappatrici – tipiche di aziende che, lecitamente e con tutte le autorizzazioni sanitarie e dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, producono bevande alcoliche.

Secondo la ricostruzione in base alle indagini dei finanzieri, l’alcol etilico veniva prelevato dalla Polonia, dalla Slovenia e dalla Serbia e introdotto in Italia, principalmente attraverso il valico di Tarvisio, in provincia di Udine, spacciandolo per liquido igienizzante, biocida, lavavetri, disinfettante, ovvero con altri nomi di fantasia, a volte con destinazione verso località d’oltreconfine, come Malta, al fine di eludere i controlli delle pattuglie delle Fiamme Gialle su strada, deputate alla verifica della natura e delle tipologie delle merci che fanno ingresso in Italia.

A dare il via alle indagini, un controllo di routine avvenuto nel gennaio 2023 al casello autostradale di Venezia Est, importante punto di snodo della viabilità attraverso il quale transitano ogni anno oltre 3,5 milioni di veicoli, in buona parte provenienti dalla cosiddetta “rotta balcanica”: tra i tanti mezzi, è stato fermato un camion che trasportava 26.000 litri di liquido disinfettante. In quella circostanza, non era sfuggito ai finanzieri trevigiani che la

I mezzi fermati dalla Guardia di Finanza

classificazione del prodotto come disinfettante era solo un espediente sia per evitare la stringente documentazione necessaria alla circolazione dell’alcol etilico nell’Unione Europea, sia per evadere l’accisa che sull’alcol etilico è pari a 10,3552 euro per litro. A questo primo fermo ne è seguito un altro, durante un servizio notturno dell’aprile 2023, questa volta presso l’area di sosta autostradale di Roncade, in provincia di Treviso: in tale circostanza, il conducente aveva dichiarato di doversi recare a Malta e di trasportare 26.000 litri di liquido igienizzante.

Da allora, grazie al coordinamento dell’Autorità Giudiziaria di Udine, subentrata a quella di Treviso per ragioni di competenza territoriale, è partita un’intensa attività investigativa, basata su pedinamenti, appostamenti, videoriprese, analisi di tabulati telefonici, accesso alla banca dati V.I.E.S. (Vat Information Exchange System), ricorso a sistemi di monitoraggio satellitari, perquisizioni informatiche, domiciliari e aziendali, nonché sulla collaborazione giudiziaria e di polizia con le Autorità della Polonia, che ha permesso di ricostruire come gli indagati, tutti di nazionalità italiana, fatta eccezione per quattro polacchi, si procurassero il prodotto alcolico all’estero, camuffandolo come igienizzante e introducendolo nel territorio nazionale grazie a falsi documenti di trasporto. Dopodiché, anche ricorrendo ad alcune società di logistica che lo stoccavano temporaneamente, facevano giungere l’alcol etilico presso i laboratori abusivi dove, infine, venivano prodotti i superalcolici poi commercializzati al dettaglio con tanto di contrassegni falsi dell’Amministrazione Finanziaria e etichette riproducenti, in alcuni casi, marchi contraffatti di aziende inconsapevoli.

Le indagini si sono allargate a tutto il territorio nazionale. Seguendo gli spostamenti dei carichi di alcol e i movimenti degli indagati, sono state scoperte e sequestrate tre fabbriche clandestine di superalcolici: la prima, in provincia di Foggia, allestita in un capannone di 300 metri quadri, nel quale sono stati rinvenuti 10.500 contrassegni dei Monopoli di Stato contraffatti, pronti per essere apposti sui superalcolici, e tracce evidenti dello stesso prodotto alcolico sequestrato su strada in provincia di Treviso; la seconda, in provincia di Napoli, collocata in una falegnameria in disuso, dove i finanzieri hanno trovato cinque soggetti, intenti all’imbottigliamento e all’etichettatura di prodotti alcolici, oltre che al loro confezionamento per la successiva distribuzione al dettaglio. In questo caso, il responsabile della fabbrica è stato tratto in arresto; la terza, in provincia di Caserta, predisposta in un immobile costruito senza permessi, in cui il prodotto alcolico veniva sottoposto a un processo chimico e a operazioni filtraggio, per eliminare alcune impurità attraverso l’utilizzo di carboni attivi, che avevano anche il fine di rendere cristallino l’alcol.

Nel corso delle indagini, sono state individuate dodici società di copertura, con sedi tra le province di Napoli, Caserta, Salerno, Roma, Milano, Foggia, utilizzate per simulare l’importazione dei prodotti igienizzanti, sottoposte a perquisizione dal Gruppo di Treviso con il supporto dei Reparti competenti per territorio.

Nel complesso, è stato ricostruito un flusso di un milione di litri di alcol, introdotti nel territorio nazionale in contrabbando.

L’alcol etilico importato sotto mentite spoglie

Di fondamentale importanza per le indagini si è rivelata la collaborazione con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, che ha periziato i falsi sigilli apposti sui superalcolici, e con il Laboratorio Chimico dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Venezia, che ha analizzato i campioni dei prodotti alcolici sottoposti a sequestro. Sulle analisi chimiche si è poi espresso l’Istituto Superiore di Sanità – Dipartimento Sicurezza Alimentare, Nutrizione e Sanità Pubblica Veterinaria, il quale ha attestato la presenza nelle bevande alcoliche di alcole isopropilico, glicole etilenico e metanolo, oltre le soglie massime stabilite per legge, con un potenziale rischio per la salute umana correlato a un consumo elevato, motivo per cui è stata contestata anche la contraffazione di sostanze alimentari.

Un’operazione complessa da parte della Guardia di Finanza di Treviso, che ha consentito di interrompere un pericoloso fenomeno fraudolento, che danneggiava la salute dei consumatori, gli operatori onesti e il mercato dei superalcolici, e che conferma l’importanza, per un efficace contrasto dei traffici illeciti, del controllo della viabilità primaria e secondaria del territorio regionale, attraverso un presidio costante di pattuglie su strada.