“Constato una discrepanza tra la ricostruzione delle Guardie zoofile e quanto a me riportato” afferma in una nota Massimiliano Filippi, Vice Presidente dell’Associazione per la Cultura Rurale, a proposito dell’episodio denunciato dall’Enpa il 16 gennaio a Canove di Roana dove due guardie zoofile sono state picchiate dai padroni di cani tenuti a catena. “Secondo quanto mi è stato riferito le Guardie avrebbero fatto irruzione nell’allevamento in questione, senza mandato e senza essere accompagnate da altre autorità competenti, armati di spray al peperoncino, che avrebbero utilizzato sull’allevatore alla sua prima reazione di contrarietà, a quel punto la situazione sarebbe degenerata. Invito quindi le autorità competenti a verificare se è veritiera la versione fornita dalle guardie zoofile o quella delle malcapitate persone rese oggetto dei loro controlli effettuati con modalità alquanto discutibili”.
L’Ispettorato Regionale delle Guardie Zoofile del Veneto nel frattempo in una nota ufficiale spiega di aver depositato presso la Procura della Repubblica il fascicolo riportante i fatti di Camporovere descritti nel dettaglio, redatto dalle Guardie Zoofile dell’E.N.P.A. in collaborazione con le forze dell’ordine e composto da tredici pagine di denuncia con ben diciotto allegati. Dopo aver visionato con l’uso dell’effetto moviola i video, le autorità hanno potuto constatare che “la violenza è stata pianificata, quando le Guardie se ne stavano andando ed erano vicine alle autovetture, l’agguato è stato sferrato nella piazza, i 4 erano ben consapevoli che l’unica telecamera attiva guardava l’incrocio dalla parte opposta, convinti inoltre che nessuno avrebbe testimoniato in quanto sono temuti dai residenti; l’obbiettivo del loro blitz, distruggere le fonti di prova contenute nel telefonino della guardia donna che aveva filmato la prima aggressione con la pala messa in atto dall’allevatore, e quello di dare una lezione al Capo Pattuglia – conclude la nota – che aveva spruzzato il peperoncino sull’aggressore per interrompere il reato”.
Secondo l’ispettorato regionale alcuni cittadini dell’Altopiano sarebbero pronti a testimoniare e avrebbero consegnato ulteriori video alla procura per provare l’aggressione.