L’11 novembre scorso è stato, come sempre in quella data, un giorno molto importante per la comunità cristiana e civile di Lerino di Torri di Quartesolo che festeggia ogni anno con tutti gli onori il patrono della chiesa locale, San Martino. Il parroco, don Dario Guarato, ha però anticipato a venerdì 10 i festeggiamenti per celebrare anche due altre ricorrenze: i 50 anni dall’inaugurazione della nuova scuola dell’infanzia “San Giuseppe” con nido integrato, che oggi conta circa duecento iscritti ed è punto di riferimento anche per le comunità vicine, e la posa sempre nel 1967 della statua della Madonna sulla cima del campanile (qui il video con una lunga sintesi della cerimonia dopo averne anticpiato il clou il 17 novembre 2017 dal cui testo traiamo quello seguente).
I festeggiamenti sono iniziati intorno alle 10 all’entrata della scuola dell’istituto, dove vocianti bambini della materna paritaria e della vicina primaria “Vittorino da Feltre”, con i loro genitori, nonni e personale docente e collaboratoti scolastici hanno accolto calorosamente un ospite d’eccezione, il Vescovo di Vicenza mons. Beniamino Pizziol.
Dopo il saluto del presidente della scuola ing. Guido Dal Pozzo e del sindaco di Torri di Quartesolo Ernesto Ferretto, che hanno ricordato la sinergia sempre viva tra scuola parrocchiale e amministrazione comunale, tutta la comunità presente si è diretta verso l’ingresso della chiesa.
Qui si è ricordato lo splendido gesto di fratellanza e di carità compiuto dal soldato Martino nei confronti di un poverello. Si è materializzato per la gioia di tutti gli astanti un bellissimo destriero montato da un cavaliere che impersonificava la figura del santo. La leggenda narra che durante un suo viaggio in una gelida, ventosa e piovosa giornata d’autunno, Martino, richiamato dalla voce di un disgraziato, smontò da cavallo, e non avendo altro da potergli offrire tagliò a metà con la sua spada il mantello che lo avvolgeva e ne donò una parte all’indigente. Ripartito poi con il suo destriero, improvvisamente cessò la tempesta e apparve il sole, che diede così il via alla breve estate detta appunto di san Martino. Successivamente in sogno gli apparve Gesù, che gli confidò come il poverello, non fosse altro che Lui. Ecco allora che Martino lasciò gli abiti da soldato e si dedicò per il resto della sua vita ad aiutare il prossimo più bisognoso.
L’insegnamento che si può trarre è che come Martino trovò la sua vocazione, anche i bambini e giovani devono essere aiutati a trovare la loro strada nella vita.
Quest’anno, hanno evidenziato le insegnanti, si è voluto in particolare porre l’attenzione sul cavallo, compagno di vita e in battaglia, che diventa simbolo di energia interiore, di forza, che nel tempo diventa per Martino fede in Dio.
Alla fine della sacra rappresentazione tutti sono stati invitati ad entrare all’interno della chiesa, dove sono state individuate le immagini del santo: un dipinto sul soffitto, che veglia sui fedeli, e una vetrata colorata posta sulla facciata anteriore della parrocchiale, di modo che possa essere ammirata anche da coloro che ci passano davanti, diventando monito di carità e fratellanza.
Il tutto scandito da poesie e recite di tantissimi giovani scolari sotto lo sguardo amorevole del vescovo.