Immuni, i chiarimenti del commissario Arcuri sull’App veneta: videocronaca dell’audizione in Commissione Trasporti alla Camera

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App Immuni, audizione di Arcuri in commissione trasporti della Camera
App Immuni, audizione di Arcuri in commissione trasporti della Camera

Il commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri (commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica Covid) ha risposto alle richieste di chiarimenti su Immuni , l’app per il tracciamento dei contatti sviluppata da Bending Spoons, una società con tre veneti tra cui il vicentino Matteo Danieli,, in occasione dell’audizione in videoconferenza di ieri sera presso la Commissione Trasporti, Sala del Mappamondo.

L’audizione è cominciata con l’esposizione da parte del dottor Arcuri di una relazione che fin da subito si è dimostrata non soddisfare completamente le richieste dei deputati, che hanno quindi incalzato il commissario straordinario per ottenere risposte più puntuali.

Innanzitutto la deputata Elena Maccanti (Lega) ha chiesto al commissario per quale motivo si è deciso di procedere con lo sviluppo dell’app Immuni, quando la task force di 74 esperti aveva suggerito di testare due soluzioni da utilizzare in contemporanea.

Arcuri, a questo proposito, ha voluto precisare che la responsabilità dello sviluppo dell’applicazione è in capo ad un gruppo di lavoro che oltre al suo ufficio comprende anche il Ministero per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, il Ministero dell’interno, il Ministero della salute e la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Per tale motivo le sue funzioni si collocano a valle di decisioni rispetto alle quali egli non ha avuto alcun ruolo. Il commissario esorta quindi a chiedere chiarimenti ad altri esponenti riguardo ciò che è successo prima che venisse incaricato di accordarsi con la società Bending Spoons. A questo proposito però ha tenuto a precisare che si tratta di un contratto a titolo gratuito.

Detto ciò, il commissario Arcuri è entrato nel dettaglio del funzionamento dell’applicazione.

Ad oggi, spiega, quando viene rilevato un caso positivo, il sistema sanitario regionale procede con un’intervista in cui si chiede al contagiato di elencare nomi e cognomi delle persone con le quali si è entrati in contatto per più di 15 minuti nelle ultime due settimane. Queste persone, cosiddetti contatti stretti del contagiato, vengono contattate e sottoposte a 14 giorni di quarantena, nel corso dei quali vengono sottoposti a tamponi.

L’applicazione Immuni andrà a modificare questo processo, con lo scopo di rendere più veloce e certa la rilevazione dei contagi. In sostanza sostituirà l’intervista, in cui si rilevano nomi e cognomi fa notare il commissario, inviando un alert ai dispositivi che sono entrati in contatto con il dispositivo del contagiato. Si rassicura che l’avviso non indicherà il nome della persona contagiata, ma comunicherà semplicemente che si è entrati in contatto di recente e per almeno 15 minuti con un soggetto risultato positivo.

A seguito delle richieste dell’onorevole Emanuele Scagliusi (M5S), anche Arcuri ammette però che l’app non potrà raggiungere il suo scopo se non si provvederà a sottoporre subito i possibili contagiati al test tramite tampone. Il commissario tuttavia è ottimista, poiché se fino a ieri erano stati acquistati e distribuiti alle regioni un totale di 3,7 milioni di tamponi, nelle prossime settimane ne verranno resi disponibili altri 5 milioni. Lancia quindi l’appello ai sistemi sanitari regionali, esortando a sottoporre più cittadini possibili al test, suggerendo tra l’altro che ci siano delle asimmetrie in questo senso tra le varie regioni.

Nonostante le pressioni dell’onorevole Federica Zanella (Forza Italia), il commissario non ha poi voluto precisare la percentuale di popolazione che dovrebbe scaricare l’applicazione per renderla efficace, ma ha sollevato un’altra questione: funziona tramite tecnologia Bluetooth, per questioni di privacy, perciò se questo non si mantiene costantemente attivo l’applicazione è di fatto inutile.

A questo punto si è affrontato il tema della sicurezza dei dati sensibili, argomento contestato anche dal Presidente della Commissione Morelli Alessandro.

Nel decreto attuale si spiega che i dati saranno conservati per il periodo strettamente necessario al trattamento del caso di contagio, la cui durata è stabilita dal Ministero della salute. Secondo l’opinione di Arcuri, questo periodo presumibilmente non sarà superiore a 14 giorni, perché entro questo termine o i contatti stretti vengono rilevati positivi al virus o concludono il periodo di quarantena. Alla scadenza del termine i dati verranno cancellati in modo automatico.

Lo stesso decreto però impone che entro la fine dell’emergenza, o al massimo entro il 31 dicembre, tutti i dati personali dovranno essere cancellati o resi definitivamente anonimi. Questo concetto ha suscitato vari malumori: se i dati sono anonimi, perché questa precisazione? Il commissario, dopo aver ricordato che tali domande andrebbero rivolte al Ministero della salute in quanto titolare del trattamento dei dati, ha spiegato che i dati raccolti saranno anonimi o pseudo anonimizzati. Nella giurisprudenza questo secondo termine viene usato per definire dati non attribuibili ad un soggetto specifico senza l’utilizzo di informazioni aggiuntive.

Infine, Arcuri assicura che la facoltà di scaricare l’app sarà volontaria, senza alcun tipo di incentivo legato a maggiori libertà per gli spostamenti. Secondo l’opinione del commissario, Immuni verrà resa disponibile ai cittadini verso la fine del mese in corso.