Milano Finanza ha reso noti i compensi che i ?primi? dieci ?supermanager? italiani hanno percepito nel 2017. Sono comprensivi di retribuzione, premi, buone uscite e quant’altro, ma sono indicativi di una profonda ingiustizia.Il totale dei compensi sotto indicati è pari a 96 milioni di euro. In pratica, considerando una retribuzione lorda media di circa 25.000 euro/anno, 10 persone hanno ricevuto compensi pari a 3.840 lavoratori.
Questa è la classifica dei ?top ten?:
Nome |
Compenso (in milioni di euro) |
Flavio Cattaneo |
26,00 |
Flavio Briatore |
13,89 |
Luca Bettonte |
9,10 |
Marco Tronchetti Provera |
7,76 |
Stefano Saccardi |
7,60 |
Giovanni Battista Mazzucchetti |
7,43 |
Alberto Minali |
6,87 |
Giovanni Tamburri |
6,31 |
Richard Tobin |
5,90 |
Matteo Del Fante |
5,14 |
Se si considerano, poi, realisticamente le retribuzioni medie di chi entra (come precario) nel ?mercato del lavoro? che raramente percepisce retribuzioni di 9.600 euro/anno (800 euro al mese per le ?giovani? partite iva è una retribuzione già alta), i dieci ?supermanager? presenti nella lista ?contano? come 10.000 precari. C’è qualche logica in tutto questo? Possiamo considerare l’attuale sistema un sistema giusto? Non si dovrebbe, forse, indignarsi soprattutto di questi privilegi? Non si pensa che ci sia qualcosa di marcio nel sistema che è trionfante nel nostro modello di sviuppo? E, forse, non si dovrebbe iniziare il cambiamento da questa ingiustizia, onvece di inseguire facili populismi? Invece di diminuire le tasse non si potrebbe, forse, fare pagare la crisi ai più ricchi con una giusta tassazione progressiva?
Si attendono risposte.