Di Roberto Camera, l’autore di “Ancora qualche sfumatura di green“, ho trovato poche informazioni, salvo che è vicentino e che è stato un illustratore a partire dagli anni ottanta, con belle immagini Naïf, molte di queste dedicate a un mondo fiabesco, popolato da gnomi.
Il libro
Quando circa una settimana fa, questo libro mi è capitato fra le mani, ho provato una curiosità mista a disagio… La curiosità è un motore potente, che porta alla conoscenza, alimentato purtroppo anche dalla vanità e dalla presunzione di essere in grado di comprendere. Il disagio è generato dal fatto che il libro è fatto solo di dialoghi.
Camera ci sfida a leggere dall’inizio alla fine fornendo pochissimi indizi. Potrebbe trattarsi anche della sceneggiatura di un dramma teatrale, con un pizzico di noir, per tenerci in equilibrio sul filo della corda.
Tutto si svolge durante la settimana dell’Avvento in un luogo denominato “Stazione intermedia” e i protagonisti sono i membri di una comunità ristretta, fatta di personaggi dai nomi strampalati, che sentono l’incombenza di una minaccia reale, poiché qualcosa di oscuro sta generandone la dipartita. Nell’immaginazione di chi assiste a tutto questo, fa capolino anche l’idea che si tratti di un assassino seriale, che ovviamente non ha ancora concluso il suo macabro disegno.
Camera è abilissimo nel creare un ritmo nelle conversazioni che ci scorrono sotto gli occhi e sappiamo quanto questo sia importante in letteratura: Celine lo insegna magistralmente. Non solo. Il tutto è condito di metafore, doppi sensi, frasi pescate da vecchie canzoni, dai versi di poesie ermetiche e da vecchi slogan pubblicitari, che hanno contribuito alla creazione del nostro immaginario collettivo.
Infine, i dialoghi sono pieni zeppi di luoghi comuni che, come i proverbi, hanno la capacità di rafforzare la verità, che si intende sostenere. Qui verrebbe in mente Cervantes e le elucubrazioni di Sancho nel Don Chisciotte, ma non voglio contribuire a creare ancora più confusione!
A latere della scena, dove l’unico arredamento è composto da una panchina e dove chi dialoga siede a turno e sentenzia, due personalità contrapposte di un unico “intruso” spiano e commentano, non viste, quanto accade.
Chi ha il terrore di essere la prossima vittima, riesce ad esorcizzare il pensiero, con l’attesa di un evento in calendario giusto la vigilia di Natale: Una gara senza quartiere fra strane macchine, che vengono chiamate droni, guidate da una collaudata schiera di campioni. E la faccenda tende a complicarsi ancora di più…
A onore del vero l’autore ogni tanto inserisce qualche indizio, che può essere rivelatore, ma lo fa talmente sotto tono, da farlo passare inosservato.
Se il lettore riesce a pazientare fino alla fine, Camera lo premierà diradando le nebbie e svelando l’arcano. E il mio consiglio è proprio questo, appellandomi alla tenacia del lettore, poiché questo libro, oltre a contenere un piccolo insegnamento, è altresì un buon mezzo per tenere in allenamento il nostro intelletto, che mai come in questo periodo, sente il bisogno di non cadere nella depressione.
Infine una piccola riflessione: come ho accennato, ci troviamo in una stazione intermedia, che non è, per antonomasia, un’origine, ne’ tanto meno un fine, bensì solo un luogo di transito, che in situazioni come quella che stiamo vivendo, un giorno potrebbe riguardarci molto da vicino.
Nella tavola ho cercato, per quanto possibile, di non dare troppe informazioni, pena minare lo spirito del libro, pur dovendo fare i conti con il linguaggio per immagini, che si legge più facilmente di un testo. Al centro della tavola ho inserito il ritratto dell’autore, come lo vedo io…
“Ancora qualche sfumatura di green” di Roberto Camera è edito da TGBOOK, con la copertina che è un’opera dello stesso autore.
Buona lettura.