Il 23 marzo 1993 – ci scrive Luciano Parolin – si riunì un comitato per l’inserimento di Vicenza, città del Palladio nella lista UNESCO. A rappresentare il Comitato fu chiamato il marchese Giuseppe Roi. A presiedere il comitato scientifico Renato Cevese e altri professionisti e Soprintendenti del territorio. Il comitato operativo individuò 26 opere palladiane meritevoli di essere dichiarate Patrimonio Mondiale dell’ Umanità, tra queste Palazzo Thiene di contrà Porti, Chiesa di Santa Maria Nova già Scuola Media Andrea Palladio. A questi gioielli, aggiungerei Palazzo Repéta di Piazza San Lorenzo già sede Banca d’Italia.
Per l’unica chiesetta accreditata al Palladio, non ho visto nessun interesse particolare, molti non sanno nemmeno dove si trova.
Per le due ex sedi BPVi e Banca d’Italia che non saranno più di Vicenza, naufragate nel tsunami bancario vicentino, come merce d’asporto, non ho sentito dai parte dei Comitati o Circoli culturali (?) nessun commento o protesta.
Tutti muti, nemmeno una marcetta o fiaccolata. E’ forse con il silenzio che difendiamo il Patrimonio lasciatoci dai nostri padri?