I giovani di Forza Italia e Brunetta lanciano il “No Decreto Dignità Day”

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?Il Coordinamento regionale di Forza Italia Giovani, e tutti i coordinamenti provinciali del Veneto, sostengono l?iniziativa promossa da Forza Italia per sabato 21 luglio. Il “No Decreto Dignità Day” rappresenta un grido di giustizia per gli oltre sette milioni di giovani italiani attualmente senza occupazione?. Lo dichiara – in una nota diffusa da Forza Italia del VenetoCristian Sartorato, Coordinatore regionale Forza Italia Giovani Veneto.

?E? chiaro come il bloccare i contratti a termine aumenti il numero dei disoccupati e non crei invece stabilità. Per creare lavoro è necessario sostenere chi il lavoro lo produce abbassandone il costo, snellendo la burocrazia, velocizzando i tempi della giustizia, abbattendo le tasse sui contratti a tempo indeterminato. Il Decreto Dignità disincentiva gli investimenti bloccando così la crescita. I giovani non occupati avranno meno possibilità di immettersi nel mercato del lavoro mentre chi ha già un contratto a tempo determinato potrà essere licenziato prima di quanto precedentemente previsto se il suo contratto non si tradurrà in una forma a tempo indeterminato. Rimango basito di come il Ministro del Lavoro con questo provvedimento vada contro gli interessi di tutti i giovani e dei talenti italiani?.

?Il prossimo giovedì, 26 luglio, si terrà alla Camera dei deputati una assise di parlamentari di Forza Italia nazionali ed europei, consiglieri regionali, sindaci dei comuni capoluogo e amministratori locali alla presenza del presidente Berlusconi, per perfezionare la battaglia contro il decreto ?Di Maio?. In quei giorni, tra l?altro, dovrebbe approdare il decreto dalle commissioni competenti in Aula. Il nostro atteggiamento è e sarà durissimo. L?obiettivo è quello di riscriverlo completamente, o meglio ancora farlo ritirare?. Lo ha detto il deputato Renato Brunetta, durante la conferenza stampa organizzata dal coordinamento regionale del Veneto di Forza Italia a Padova per dire ?No al decreto dignità?, presentando l?iniziativa del ?NO-DD Day? di domani, quando i parlamentari veneti di Forza Italia saranno presenti nei gazebo informativi nelle piazze delle città.
?Il nostro interlocutore, in questa fase politica, non è tanto Luigi Di Maio, ma è la Lega di Salvini. Come può la Lega di Salvini, che ha una base sociale, elettorale, politica e culturale legata al mondo delle imprese, agli artigiani, ai commercianti e ai liberi professionisti, accettare un decreto vetero-comunista ideologico che è contro i lavoratori, contro le imprese, contro il mercato del lavoro, contro gli investimenti esteri in Italia?. Tutto quello che sta montando contro il ?decreto vergogna? è che l?Italia è un Paese ostile a chi fa impresa, a chi vuole venire ad investire in Italia o a chi vuole tornare ad investire nel nostro Paese. La Lega di Salvini deve decidere da che parte stare, se stare dalla parte degli elettori del centrodestra, che sono i nostri ma anche i suoi, che hanno votato un altro programma rispetto a quello che sta attuando il governo, oppure se continuare ad avere con Di Maio qualche compromesso di facciata e tradire il proprio elettorato e quello del centrodestra. Caro Matteo, ti richiamiamo all?impegno dei 10 punti del centrodestra, al mantenere la parola data nei confronti degli elettori del centrodestra, compresi i tuoi della Lega.

Ieri abbiamo presentato 4 proposte di legge sul fisco, tra cui quella principale è la Flat Tax, sparita dagli orizzonti del governo, perché evidentemente Luigi Di Maio non la vuole realizzare. Ed è per questo che incalziamo Salvini, che è il nostro unico interlocutore al governo, affinchè la realizzi, così come prevista dal programma del centrodestra. La nostra rivoluzione fiscale è pensata su un?aliquota unica, per famiglie e imprese, al 23%, totalmente coperta attraverso una parallela riduzione delle deduzioni e detrazioni fiscali, che garantisce semplificazione e che riguarda 40 milioni di contribuenti. È questo il vero cambiamento, il vero shock fiscale di cui il nostro Paese ha bisogno per far ripartire l?economia, che sta andando male con una crescita che si sta inabissando e perché c?è bisogno, sin da subito, di un?espansione che, e non c?è bisogno di essere degli economisti per capirlo, non si fa redistribuendo un reddito che non c?è, ma solo dopo averlo prodotto?.