Lorenzo Orsetti aveva 33 anni. Caduto sotto il fuoco dell’Isis,in Siria,il 18 marzo scorso.I suoi compagni lo chiamavano “Heval Tekosher”,il lottatore.Oggi a Firenze questo giovane italiano riceverà ,in forma privata,dai suoi famigliari,l’ultimo saluto e la sepoltura.
Non nascondo una sorta di personale tensione nel scrivere questo articolo, e raccontare una persona che non ho mai conosciuto.I resoconti giornalisti di questi giorni e la sua vicenda personale ed umana mi hanno profondamente colpito.
Lorenzo Orsetti,prima di imbracciare le armi, e indossare una divisa militare,sotto la bandiera delll’ YPG, le unità di protezione popolare del Kurdistan siriano,fino ad agosto del 2017,faceva il cuoco e il cameriere in un ristorante enoteca, alla periferia di Firenze. Era un uomo,un italiano,che viveva la sua normalità,con un lavoro,una casa ,e gli affetti della famiglia.Uno di noi,il vicino della porta accanto.Questo italiano,ancora rincorso dalla sua giovane età,di punto in bianco , alla fine della primavera del 2018,decide di lottare per la difesa non del suo popolo o del suo paese,ma di gente straniera-i Curdi-in una terra diversa,la Siria.Prima di morire,venne intervistato e disse:”mi sono avvicinato alla causa curda perché mi convincevano gli ideali che la ispirano, vogliono costruire una società più giusta e più equa’. Combatto per ‘l’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e la democrazia”. Lorenzo aveva scelto da che parte stare, a differenza del mondo occidentale che ha lasciato soli i curdi nella battaglia per l’affermazione di principi di libertà e democrazia in un’area martoriata da anni di guerra .Mi sono chiesto-riascoltando numerose volte le sue dichiarazioni-perchè un giovane sceglie un futuro di probabile e precoce morte, al posto della normalità e le ambizioni della vita umana.Lorenzo ,forse con il suo esempio,una risposta l’ha già data. Le sue scelte ed azioni di difesa di persone a lui estranee,in un territorio sconosciuto, mi consentono di percepire la volonta’ , l’istinto e la passione autentica e genuina,di un giovane che reclamava con passione un mondo migliore.
La sua ansia di liberta’ e democrazia per uomini e donne,culturalmente e fisicamente lontane, ci dimostrano che valori e ideali non sono scomparsi sotto la cortina della civiltà dei simboli artificiali e fugaci.Esiste ,nei pochi mesi di guerra di Lorenzo una “giusta causa” che diventa un valore umano esclusivo e che riecchegia fragori di volonta’ di cambiare cio’, che non sembra mai cambiare.
Il suo progetto, affianco ad una mitragliatrice, era di combattere l’Isis,simbolo e nemico del mondo odierno.Credeva che il suo contributo , da “combattente rivoluzionario”,fosse un “esempio per tutti” ed in particolare per “un mondo che si volta dall’altra parte”. Lo scorso 7 maggio,in Siria la salma di Orsetti è stata salutata con le onorificenze militari,portata a braccia dalle milizie curde,e seguita dalla folla applaudente.Il tributo dei curdi al loro giovane figlio “straniero”,assetato di libertà e giustizia,per un popolo che non era il suo,ma suo era l’ideale di quel popolo .
Non voglio usare la retorica,ma Lorenzo Orsetti,”Orso” con i suoi sani e semplici principi,non ci ha scritto solo alcune pagina di storia,ma ci ha trasmesso il monito della gioventu’, onesta,rigogliosa di buoni propositi,che ci ricorda l’importanza di non dimenticare , valori quali la liberta’,giustizia e democrazia .
Lorenzo,non ti ho mai conosciuto,ma idealmente e rispettosamente voglio brindare a te ,con un calice di quel Chianti-che chissa’ quante volte avrai servito in quella enoteca fiorentina-al valore delle tue gesta e ideali, che oggi ci trasferisci, per renderci forse un po’ migliori.
Oggi sei riuscito a diffondere un “sapore”,unico nel suo genere.La passione genuina di un giovane italiano che antepone al diritto di vivere la sua esistenza,al dovere, di ricerca e difesa della giustizia e la libertà di altri popoli oppressi , pagando il tributo piu’ alto,con la morte .
Combattente “Orso”.Grazie e riposa in pace.