I talebani vietano alle donne di lavorare alle Nazioni Unite mettendo a rischio gli aiuti per l’Afghanistan

903
Talebani

I talebani hanno ulteriormente inasprito le restrizioni sulle donne afghane vietando loro di lavorare per le Nazioni Unite, mettendo a rischio il programma di aiuti multimiliardario dell’agenzia in Afghanistan.

L’ONU ha espresso “seria preoccupazione” dopo che le autorità hanno impedito alle sue collaboratrici afghane di entrare nei loro uffici nella provincia orientale di Nangarhar: lavorare per l’organizzazione internazionale era una delle ultime possibilità di impiego per le donne nel Paese.

Le Nazioni Unite hanno ripetutamente ammonito che l’esclusione delle donne dal settore degli aiuti è una “linea rossa”.

Inoltre, ha spiegato che gli aiuti non saranno in grado di raggiungere le donne che ne hanno bisogno senza personale femminile, poiché la cultura conservatrice del Paese non permette a uomini e donne di accedere agli stessi luoghi.

I talebani hanno accusato la comunità internazionale di politicizzare gli aiuti: le Nazioni Unite hanno fatto sapere che i loro aiuti sono incondizionati, ma non sono disposte a sostituire le impiegate con gli uomini.

I talebani, che hanno preso il potere nell’agosto 2021, hanno imposto una serie di divieti alle donne e alle ragazze in materia di istruzione e occupazione.

Nel marzo dello scorso anno, l’organizzazione fondamentalista islamica ha vietato alle ragazze adolescenti di frequentare la scuola; l’anno scorso alle donne è stato vietato anche l’accesso all’università; a dicembre, alle donne è stato vietato di lavorare per organizzazioni non governative, ma questo ancora non si applicava al personale delle Nazioni Unite; le uniche deroghe sono state concesse per gli operatori sanitari e per le donne che insegnano nelle scuole elementari femminili.

Fonte: The Vision