Ieri il Giro d’Italia è arrivato a Praia a Mare: a noi ricorda i più di cento morti della Marlane Marzotto

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Ogni occasione è buona per ricordare… Ieri il Giro d’Italia è arrivato a Praia a Mare dopo una tappa che ha percorso le strade calabresi e i lungomare… panorami bellissimi. Praia a Mare a me ricorda la Marlane Marzotto. Quella fabbrica dove c’è stato un inquinamento spaventoso (del quale si trova riscontro nelle motivazioni della sentenza d’appello che ha assolto tutti) e dove oltre cento operai sono morti di varie forme di cancro, uccisi per il profitto di qualcuno e non da una “tragica fatalità”.

Mi domando se qualcuno avrà ricordato questa tragedia. Facile dare una risposta. Ci avranno pensato i familiari delle vittime, gli indifferenti no. Questi sono abituati all’oblio, a girare la testa dall’altra parte. Sono abituati a chiudere gli occhi, a non prendere posizione, a non parteggiare. Sono così abituati a “farsi gli affari propri” che non considerano neppure le tragedie che hanno toccato “gli altri”, quelli che non sono famosi, quelli trasformati in ingranaggi e che vengono uccisi da un lavoro insicuro, da un sistema dove tutto si fa in funzione del profitto.

E invece è giusto ricordare che là, proprio là vicino all’arrivo della tappa di ieri esisteva una fabbrica dove sono morti oltre cento lavoratrici e lavoratori. Ed è giusto indignarsi che, per queste morti, nessuno è stato dichiarato responsabile.