Franco Vanni da Galla a Vicenza con una donna, un pm, un sindaco, una psicologa: Il caso Kellan è tutto da scoprire. Almeno come Variati vuol scoprire se Vanni…

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Un libraio famoso in una città del nord est che entra in politica, un sindaco uscente suo amico che lo supporta in campagna elettorale fra mille avversari, una Eva avvenente e dalla parlantina spigliata che fa su e giù da Milano alla città del nord est, una psicologa che sorregge soci di una banca fallita sull’orlo del suicidio, un pm coinvolto in questo caso e un cronista di nera, ex barman, che conosce il pm perchè di quella banca si è occupato ma che ora lavora su un misterioso omicidio a Milano di un giovane omosessuale, figlio del console Usa. E poi tante altre persone.

Comincia così la trama di un fatto avvenuto venerdì 20 aprile a Vicenza, ricca città del Nord Est ma ora un po’ più povera dopo il crac della banca.

Il libraio si chiama Alberto Galla, il sindaco Achille Variati, la donna avvenente Eva Massari, la psicologa Emilia Laugelli, il pm Luigi Salvadori, il cronista ex barman è Franco Vanni, l’omosessuale ucciso è Kellan Armstrong

Ma la trama si fa complessa subito se vi diciamo, da umili narratori, che il libraio ospita il cronista a cui fa domande ammiccanti la donna avvenente, mentre la psicologa osserva tutti e il pm rimane in fondo alla scena, confuso tra gli altri, tanti presenti…

Tutti personaggi con nome e cognome ma…

Ma Galla con Eva ha presentato veramente il 20 aprile a tutti gli altri appena nominati Franco Vanni, vero ex barman, vero cronista di nera, autore, professionale, di “Banche impopolari” ma, da un po’, scrittore appassionato di gialli che, dopo che da lettore ne ha divorato e ne “assume” a più non posso, ora debutta con un giallo in cui un po’, molto, si specchia: Il Caso Kellan.

Con questa premessa abbiamo provato a imbastire la trama di un giallo ma vi confessiamo, ve ne sarete accorti, che per noi è più difficile che svilupare un’inchiesta su fatti veri.

Ma Vanni per diventare giallsta è partito, proprio, dai fatti veri, non ultimi i coktail serviti al bar (“il mio piano B è tornare un giorno, magari lontano, a fare il barman in un bar mio” ha detto “anche se a Repubblica sto proprio bene anche economicamente). E da cronista di nera a Milano, per la Repubblica da quando aveva 19 anni, di fatti e casi ne ha visti tanti e, magari, risolti o previsti nel loro finale più d’uno: “non è un caso che il protagonista de Il Caso Kellan sia un giornalita di nera, barman per arrotondare, come non è un caso la sua auto da Batman di cui potrete riconoscere nel mio giallo alcuni protagonisti simili a personaggi di quel fumetto... perchè per uno scrittore come me è naturale trasferire nella trama parti della proria vita e alcuni dei propri miti…“.

Ebbene confessiamo di non aver mai letto un giallo ma il 20 aprile Franco Vanni, con cui pure abbiamo avuto contatti giornalistici sulle banche e da cui ci onoriamo di essere stati citati nel suo Banche Impopolari, ci ha coinvolto nella sua presentazione per nulla saccente, anzi coinvolgente specialmente tutte le volte che ha accennato alla psicologia dei suoi personaggi (vero Emilia Laugelli?), all’incrocio della sua storia con aspetti della sua vita, svoltasi sempre a Milano tranne un esotico viaggio all’estero del cui clima pure c’è traccia nel caso Kellan, fino alla città che fa da sfondo al caso, sempre Milano, “quella prima di Expo, che l’ha tanto abbellita ma ne ha stravolto certi umori caratteristici“.

Vanni, per risolvere il caso, segue per noi tre diverse indagini: quella del cronista Steno, quella dell’amico poliziotto Scimmia e quella della mamma di Kellan tra ambienti omofobici e servizi segreti con tanto di un personaggio, uno chef orientale, che “ricorda il giovane Ho Chi Minh che proprio a Milano faceva, come copertura, lo chef…“.

Il 20 aprile ce ne sono, quindi, stati di motivi per invogliarmi a leggere il mio primo giallo, che, poi, è il primo scritto da Franco Vanni.

Ma uno è stato, per me, aggiuntivo, alla fine.

Achille Variati col suo ben noto pragmatismo ma forse anche, chissà, per un inconscio desiderio di veder diminuire i giornalisti “curiosi”, verso fine presentazone ha chiesto all’autore: “se lei raggiungerà il successo e farà tanti soldi, lascerà il giornalismo?“. E il collega Franco Vanni ha risposto secco: “No, mai! Il giornalismo ce l’ho nell’anima.“.

Avevamo già deciso di leggere Il Caso Kellan, ma questa risposta ci coinvolse emotivamente più di quanto Franco, spesso, si vedeva e si sentiva, sinceramemte emozionato anche lui, non avesse già fatto in quella serata corsa via veloce non come un Freccia Rossa, solo di nome e da Tav indigena, ma da giapponese Shinkansen: da stasera, quindi, lo iniziamo a leggere insieem a chi di voi non la abbia già letto.
Perchè la trama del libro e lo spessore dell’autore lo meritano ma anche perchè vorremmo che contriibuiste al suo successo per verificare anche se sarà vero che, poi, Franco Vanni non ci lascerà sempre più soli nel giornalismo d’inchiesta, quello che tanto ci motiva ma che non piace. Agli “indagati”…

 

Note di cronaca

Franco Vanni ha presentato il suo nuovo romanzo “Il caso Kellan” venerdì 20 aprile alle ore 18.00 alla libreria Galla 1880 conversando con Eva Massari. Vanni, milanese classe 1982, è giornalista giudiziario per il quotidiano La Repubblica e docente di giornalismo all’Università Cattolica. Ora, dopo il romanzo d’esordio “Il clima ideale” e il recente saggio scritto a quattro mani con Andrea Greco “Banche impopolari. Inchiesta sul credito popolare e il tradimento dei risparmiatori“, l’autore milanese arriva in libreria con un thriller che, all’indagine poliziesca, coniuga quella psicologica. 

Il protagonista è Steno Molteni, giovane giornalista con una spiccata propensione per l’alcol e le donne. Steno si muove in una Milano dei nostri giorni e grazie all’amico Scimmia, poliziotto della squadra mobile, scopre che Kellan Armstrong è stato ucciso. Inizia così l’indagine non ufficiale di Steno che corre parallela a quella di Scimmia e della polizia. Il romanzo si compone così di due indagini con due punti di vista e Steno vive l’insanabile divergenza che c’è tra la realtà dei fatti e il loro possibile racconto. Ma Steno Molteni è un personaggio d’oggi e si muove in una città complessa e stratificata vivendone le contraddizioni e il mistero. Per questo romanzo Franco Vanni crea un protagonista inquieto e originale, capace di affascinare il lettore conducendolo nelle pieghe di una città in cui, come afferma lo stesso autore, “ciò che è nascosto prevale su ciò che è evidente”. 

 

Il libro. Una trama poliziesca avvincente e sullo sfondo una Milano invernale e coperta di neve. Una città di vicoli bui e salotti scintillanti. Di segreti inconfessabili e apparenze da salvare.

Milano, oggi. Steno Molteni, giornalista di ventisei anni, scrive per il settimanale di cronaca nera «La Notte». Vive a Milano nella stanza 301 dell’Albergo Villa Garibaldi, dove la sera lavora come barman. Guida una vecchia Maserati Ghibli del ?70. L’amico Scimmia, poliziotto della Squadra Mobile, lo informa che Kellan Armstrong, figlio diciannovenne del console americano, è stato ucciso in circostanze misteriose.

La scenda del delitto è quella degli incontri sessuali notturni fra sconosciuti. Steno indaga e si mette sulle tracce degli Spazzini, banda di giovani teppisti omofobici che aggredisce uomini gay. Chi ha ucciso Kellan? Steno e Scimmia si muovono parallelamente al padre di Kellan e all’amico Han, cuoco vietnamita che lavora per la CIA: due piste, due verità. Sullo sfondo, una bella fotografa di origini eritree, un barbone astemio e sportivo, il silenzioso portiere dell’albergo e una città invernale, fatta di vicoli bui e salotti scintillanti che sembra coprire tutto: prove, percorsi, pensieri.
Una città di segreti inconfessabili e apparenze da salvare.

“Da lettore appassionato di gialli, volevo che il testo rispettasse tutte le regole di genere. Sulla base rigorosa dello schema del giallo, ho poi messo in scena molto della città che conosco. Dalle indagini coordinate a Palazzo di Giustizia (di cui mi occupo ogni giorno come giornalista) alla gioventù annoiata delle scuole del centro. Dalla vita di redazione in un giornale, alle notti in discoteca che non finiscono mai”.

Franco Vanni

Franco Vanni, (Milano, 1982) è cronista giudiziario a «la Repubblica» e docente al master in Giornalismo dell’Università Cattolica. Nel 2015 ha pubblicato Il clima ideale, suo primo romanzo, premiato come migliore esordio italiano alla trentesima edizione del Festival du Premier Roman de Chambéry. Nel 2017, con Andrea Greco, ha scritto il saggio d’inchiesta Banche impopolari