Il 25 aprile dovrebbe essere la festa della democrazia contro la dittatura. Invece la ricorrenza (Vicenza fu liberata il 28 aprile, di seguito l’annuncio stampa, ndr) si è trasformata in uno spettacolo teatrale, dove il comunismo e il fascismo sono i principali e scadenti attori, di una trama controversa.
Mi guardo intorno cercando “il 25 aprile”, ma non lo vedo. Apro il cassetto dei ricordi e gli appunti sono spariti. Prendo in mano la realtà e davanti a me ho persone di destra e di sinistra che sfruttano il 25 aprile come fosse un prodotto da supermercato. Cerco i cavalieri, i difensori del 25 aprile, ma sono partiti per un viaggio dal quale non hanno alcuna intenzione di fare ritorno, visto “la piazza insana” pronta ad accoglierli.
La maggior parte dei media critica i rigurgiti di destra, chiudendo gli occhi su quelli di sinistra. Ci si indigna, giustamente, di fronte ai concerti rock in onore di Hitler, ma si accetta la partecipazione dei Centri Sociali, dei Palestinesi, di sigle che poco hanno a che fare con la Liberazione alle sfilate del 25 aprile. Il plus del controsenso è far sfilare con l’ANPI la bandiera palestinese e proprio questo fatto è un doppio vulnus alla Storia e alla Resistenza. In breve, il leader palestinese Haj Amin Al Hussaini (primo cugino della madre di Arafat, ?am?da Khal?fa) sin dal 1933 offrì l’appoggio degli arabi della Palestina sotto mandato britannico alla causa del Nazismo, attività che intensificò nel 1937 (https://www.panorama.it/news/esteri/il-corano-e-la-svastica-chi-era-haj-amin-al-hussaini/).
Che c’entra la bandiera palestinese con il 25 aprile in Italia? Vergogna!
Paradossalmente, dopo anni di silenzio, ora, l’A.N.P.I. di Roma si rivolge alla Comunità Ebraica di Roma (fonte Shalom, organo d’informazione on line della Comunità Ebraica di Roma, diretto da Giacomo Kahn): “Rivolgiamo la nostra gratitudine ai sindacati che saranno presenti il 25 aprile a Roma e, se confermato che la comunità ebraica con le insegne della Brigata festeggerà la Liberazione nel bellissimo e importantissimo cimitero dei caduti del Commonwealth, a poche centinaia di passi da Piazza Porta San Paolo, ove anche noi saremo riuniti, ci auguriamo che vogliano compiere quei pochi passi che li separano da noi, raggiungendo i medaglieri delle associazioni partigiane”. Così la Segreteria nazionale e la presidenza romana dell’Anpi in vista del 25 aprile. “È importante manifestare insieme che il popolo italiano ha fatto la Resistenza e non è disposto a vederla oltraggiare e anche ricevere idealmente tutti uniti la medaglia d’oro concessa dal Presidente della Repubblica alla resistenza romana, che dette prova di unità, coraggio, determinazione, a monito di chi vorrebbe calpestare il 25 aprile”, conclude la nota.”
Che brutto messaggio, di rito, privo di anima e di verità… Un politico o una donna con ruolo pubblico direbbe “è un primo passetto avanti”. Nossignori, siamo adulti, sono passati i tempi dei piccoli passi è giunta l’ora del “grande passo”.
Salvini non ci sarà, però dichiara “Il 25 aprile non è una festa esclusiva del colore rosso: spero che domani non ci siano fischi a chi sfilerà con la bandiera di Israele”. L’ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, durante una conferenza stampa al Viminale rispondendo a una domanda sulle polemiche per la festa della Liberazione. “Spero non ci siano gli attacchi alle brigate ebraiche, spero che vengano rispettati tutti coloro che sfileranno domani“, ha aggiunto (fonte Shalom). Questa della bandiera di Israele spero sia un errore d’interpretazione, perché nemmeno quest’affiancamento con il 25 aprile in Italia è corretto. Invece la bandiera della Brigata Ebraica ha tutti i diritti di esposizione e sventolamento perché alla liberazione ha partecipato davvero. Qui siamo bersaglio di cecchini e la precisazione è d’obbligo!
È in corso la gara a staffetta dei politici per partecipare a Roma alle Manifestazioni del 25 aprile a fianco della Comunità Ebraica… corrono tutti per salire sul podio. Spieghiamo loro che gli ebrei in Italia sono meno di 24.000, di cui 13.000 a Roma, che sono inclusi nel conteggio anche i minorenni e quelli che non votano, e che si suddividono tra mille problemi, mille culture, mille opinioni. Soprattutto i politici che sono spesso avversi a Israele farebbero bene a fare un passo indietro.
Il fumettista Charles M. Schulz, merita menzione perché ha partecipato come militare americano alla liberazione dell’Europa, tra le sue frasi scrisse “La vita è come una bicicletta con dieci velocità, la maggior parte di noi ha marce che non userà mai”. Imparino i politici, i sostenitori delle Manifestazioni di Piazza per il 25 aprile, a tirar fuori quelle marce che non si vedono più!