Buongiorno direttore, innanzitutto, rinnovo i complementi per il tempismo di VicenzaPiu.com della pubblicazione dei provvedimenti legislativi – ancorché non definitivi – relativi al Fondo di ristoro. Eccole, quindi, come richiesto, un primo commento la bozza che sta circolando in questi giorni e da lei resa nota a tutti indistintamente:
a) Come avevo ipotizzato, il Governo intende depotenziare gli art. 1106-1008 della 205/2017 (istitutivi del cd. Fondo Baretta, meglio legge 205) che restano senza decreto attuativo e i cui fondi già stanziati sono diversamente destinati, e propone un nuovo provvedimento che sarà, pertanto, contraddistinto da un nuovo numero di legge e targato gialloverde;
b) Della 205/2017 viene, peraltro, mantenuto l’impianto logico-giuridico subordinando il ristoro alla dimostrazione del misselling (a dimostrazione che le sparate degli Andrea Arman di turno sui patetici diritti al rimborso delle azioni non hanno fatto presa tanto erano prive di ragionevolezza);
c) Non condivisibile è, invece, la scelta di imporre la rinuncia a qualsiasi altra richiesta risarcitoria [cfr. art. 3 lett. f): l’accettazione del pagamento a carico del Fondo comporta, infatti, la rinuncia all’esercizio di qualsiasi diritto e pretesa connessa alle stesse azioni, salvo quanto previsto dal successivo comma 6]. In breve, chi accede al Fondo di ristoro dovrà abbandonare la costituzione di parte civile nei processi penali, l’insinuazione allo stato passivo delle liquidazioni coatte, oltre le ulteriori possibili azioni risarcitorie nei confronti delle società di revisione, organi di vigilanza, amministratori…
d) Tra l’altro, i propri diritti andranno rinunciati anche in assenza di dati certi, poiché i limiti previsti per i rimborsi sono obiettivamente contenuti (30% dell’ammontare investito con il max di 100.000 euro), e l’eventuale incremento della percentuale del risarcimento ipotizzata dall’art. 6 sarà nota solo a consuntivo, pertanto al termine di tutti i procedimenti, ovvero non prima di tre anni (si ipotizza in un passaggio un tempo di lavoro correlato di 5 anni per chi dovrà esaminare le richieste, ndr).
e) In breve, il Governo del cambiamento mette a disposizione qualcosa in più di quanto a suo tempo offerto dalle due banche venete con la loro Offerta Pubblica di Transazione (9 euro per BPVi e il simile 15% per Veneto Banca, ndr) che, peraltro, avevano associato la loro proposta transattiva a pressioni talmente esagerate da chiarire a tutti che si trattava di un classico bidone. Ma nel far ciò commette un grave errore politico, spero involontario.
f) Infatti, il riservare il diritto di accesso al Fondo di ristoro solo a chi non aveva aderito alla transazione riconoscendogli il risarcimento pieno (e il miliardo e cinquecento milioni di euro disponibili erano più che sufficienti a tale risultato) avrebbe, al contempo, affermato un principio di giustizia ed equità e rappresentato un valido monito per ogni risparmiatore a non accettare per il futuro di subire soprusi dal sistema bancario-finanziario.
g) Il riaprire i giochi per chi ha aderito alla transazione arrotondandone gli importi ricevuti e fissando un tetto del 30% per tutti, è una scelta che, nel suo apparente ecumenismo, stabilisce uno standard che finisce, inevitabilmente, per rappresentare la vittoria della finanza rapace, la quale, da oggi in poi, ha di fronte a se, istituzionalizzato, un nuovo business: “rubare cento, restituire trenta, guadagnare settanta – si può“.
Riccardo Federico Rocca, Commercialista e revisore legale, partner dello studio legale Rocca – Milano, nostro esperto indipendente