Il bacio, Michele Lucivero: simbolo d’amore non universale

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Il bacio desiderato di Pretty Woman
Il bacio desiderato di Pretty Woman

Uno degli aspetti più interessanti del bacio, che possiamo considerare la quintessenza dell’amore, il simbolo dell’amore che nasce, è il fatto che di tutto il corpo, esso coinvolga principalmente la bocca, cioè l’organo che ci permette di parlare, attraverso la quale si esprime il linguaggio, ed è solo un preludio, tra l’altro non necessario, della sfera dell’erotico, mentre generalmente il bacio gravita al di fuori della pornografia, della genitalità e la prostituta generalmente non bacia il suo cliente, come ci ricorda anche Julia Robertsnel film Pretty woman.

Ma al di là dell’aspetto erotico, possiamo considerare il bacio sotto diverse sfaccettature: possiamo associare al bacio una dimensione estetica, etica, teatrale, come fa Franco Ricordi nel suo Filosofia del bacio [1], e persino teologica o politica. Sicuramente dal punto di vista estetico la cultura occidentale ha elevato il bacio a simbolo perenne dell’amore: si va dalla rappresentazione sottilmente erotica ed eterea di Amore e Psiche del Canova, passando per l’appassionato e sensuale bacio di commiato di Hayez, che si può ammirare nella Pinacoteca di Brera a Milano, per giungere al bacio enigmatico, non a caso privo di volti, de Gli amanti di Magritte

E nonostante ciò, il bacio sulla bocca non necessariamente è legato all’amore coniugale, pensiamo, ad esempio, al grande significato politico che ha avuto nell’Unione Sovietica: resta epocale a livello iconografico il bacio fraterno di Honecker, Presidente della Repubblica democratica tedesca, e Breznev, Presidente dell’Unione Sovietica, avvenuto nel 1979, soprattutto dopo che Vrubel ne dipinse una copia sulla parte est del Muro di Berlino con la scritta dalla forte carica simbolica: «Dio mio, aiutami a sopravvivere a questo bacio della morte».

E, in effetti, molto spesso, sempre a livello iconografico, il bacio è associato alla morte, pensate all’immagine dell’ultimo bacio dato al proprio caro o alla propria cara avvolta nel sudario, ma, al contrario, altre volte attraverso il bacio viene donata la vita: di storie di principi che baciano e fanno resuscitare le principesse ne abbiamo sentite parecchie.

È interessante notare che la dimensione del bacio sulla bocca si trovi anche nell’amore genitoriale: sono consapevole che, forse ancora per poco, finché sono piccole, l’amore che unisce me e le mie figlie oggi passa anche attraverso il bacio sulle labbra, che loro richiedono come segno d’amore e che non prelude appunto alla sessualità.

Tuttavia, al di là del significato erotico, politico, o genitoriale, non bisognerebbe commettere l’errore di ritenere che la fenomenologia del bacio sulle labbra sia una pratica universale, infatti sappiamo che molte culture non ammettono il bacio tra le loro manifestazioni connesse con l’amore, l’affettività o con la sessualità. Alcune culture trovano il bacio disgustoso, altre, come la tribù nativa americana dei Cherokee, hanno conosciuto il bacio solamente con l’arrivo dei coloni europei. I risultati di questa ricerca sono stati diffusi in uno studio del luglio 2015 pubblicato sulla rivista American Anthropologist. La ricerca ha analizzato 168 civiltà e ha scoperto che solo 77 culture, cioè nel 46% del totale, prevedono l’esistenza del bacio connotato sessualmente.

Del resto, la ricerca è stata realizzata per verificare concretamente due opposte teorie: da un lato alcuni ritenevano che il bacio, utilizzato anche dagli scimpanzé per dimostrare la solidità di un legame, potesse essere, appunto, un mezzo universale per testare la salute e la compatibilità genetica di un possibile partner, oltre che per sperimentarne l’interesse affettivo e sessuale nei propri confronti; dall’altro, altri studiosi ritenevano che il gesto del bacio fosse, in realtà, contro intuitivo e dannoso per una certa civiltà: baciarsi, in effetti, è uno dei modi più semplici per scambiarsi virus, batteri e agenti patogeni, e sappiamo che la malattia più diffusa tra gli adolescenti è la mononucleosi infettiva, detta anche, appunto, malattia del bacio.

Sul versante squisitamente filosofico ed etico, infine, possiamo affermare che il bacio rappresenti l’apertura all’altro, l’autentico incontro con l’altro, che si esprime attraverso il volto. Da questo punto di vista, il riferimento alla filosofia di Emmanuel Levinas [2] è interessante perché l’altro, nella sua nudità, nella sua identità irripetibile, si manifesta innanzitutto come volto e la vicinanza dei volti, co-in-volti fino all’azzeramento della distanza sociale nell’esperienza del bacio, implica necessariamente un’assunzione libera di responsabilità verso quella persona.

È essenzialmente per questo motivo che il bacio, non la genitalità, rappresenta incondizionatamente il suggello dell’amore tra due persone, soprattutto il primo bacio, quell’esplosione chimica che innesca ciò che Jeffrey Eugenidesdefinisce “Perifescenza” nel suo Middlesex [3], per indicare quelle vertigini, quel formicolio nel petto, quella sensazione di ebete felicità che innesca l’innamoramento. Il bacio diventa così un simbolo che comporta un impegno per la vita, un impegno a lungo termine, un timbro con il quale ci si giura fedeltà reciproca e non a caso in alcune liturgie alla fine del matrimonio il ministro afferma che lo sposo può baciare la sposa.

[1]F. Ricordi, Filosofia dal bacio, Mimesis, Milano 2013.
[2]E. Lévinas, Etica e infinito. Il volto dell’altro come alterità etica e traccia dell’infinito, Città Nuova, Roma 1984.
[3]J. Eugenides,Middlesex, Mondadori, Milano 2003.

Michele Lucivero

per progetto Sexteen (La sessualità degli adolescenti. Quanti punti di vista?)

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Il sexting, prof. Michele Lucivero: la spettacolarizzazione dell’intimo

Qui il secondo:

Adescamento online: il desiderio proibito e la ricerca della cura 

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La prima volta del sesso, ovvero la verginità tra virtù e tabù, Michele Lucivero: la donna è più “interessata” col secondo uomo

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Identità di genere: maschio o femmina li creò… ma poi venne la teoria gender!

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Il piacere sessuale, Michele Lucivero: la linea sottile tra il desiderio e la lussuria

A seguire i prossimi

Michele Lucivero è filosofo e docente di ruolo presso la scuola pubblica