Il Baronio dopo Don Paolo Zanutel: scuola privata continua con la nipote Paola Nigro, nonostante maxi debito BPVi. Stop all’accoglienza immigrati

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Il 1 aprile 2019 don Paolo Zanutel è deceduto a 78 anni e dopo la sua morte la direzione dell’Istituto scolastico privato Baronio di Vicenza è stata assunta dalla nipote di Zanutel, Paola Nigro, che deteneva già un 45% di quote della società a cui fa capo la scuola, la cui quota di maggioranza del 55% apparteneva a Don Paolo, che era anche amministratore unico.

La scuola privata ha portato a termine l’ultimo anno scolastico in tempi di emergenza Covid con videolezioni ed esami di maturità svolti regolarmente. E ora è già partita con la raccolta delle iscrizioni ai diversi corsi di studio per l’anno scolastico 2020/21.

Ma sotto la guida di Don Paolo, che è stato anche a lungo parroco in centro storico ai Filippini, esplose un debito di 11,5 milioni di euro con la Banca Popolare di Vicenza guidata da Gianni Zonin. Tempo fa, di conseguenza, il complesso scolastico e la palestra sono stati messi all’asta con un prezzo base di 4.008.000 euro e offerta minima fissata a 3.006.000.

Negli ultimi anni l’istituto è salito alle cronache anche per l’ospitalità tramite una cooperativa ai richiedenti asilo in uno stabile arrivato ad accogliere anche 120 immigrati, impegnati in lavoretti di manutenzione durante il giorno o in cucina, oltre alle lezioni di italiano e l’aiuto per l’integrazione, come abbiamo raccontato in un reportage anche video di qualche anno fa.

Una parte di quegli immigrati, pochi mesi dopo il nostro servizio al Baronio, si fece notare anche per la protesta pacifica di fronte alla caserma Sasso, lamentando la scarsa qualità del cibo e altre carenze da parte della cooperativa che li gestiva.

Secondo quando abbiamo appreso da fonti interne, però, almeno da un anno non c’è più nessuno nelle stanze che ospitavano i profughi, come dimostrano anche le serrande delle finestre abbassate. L’accoglienza degli immigrati pare essersi interrotta, come per tante altre associazioni e cooperative dopo i tagli economici del Ministero degli Interni. Abbiamo provato a chiedere conferme all’istituto e alla prefettura, ma non ci sono stati fornite almeno per ora informazioni a riguardo.

All’epoca il cortile era praticamente in comune tra studenti e profughi e il via vai di stranieri, soprattutto africani, era visibile chiaramente a chi passava in viale Trento. Ora la scuola a pagamento continua, nonostante il maxi debito con BPVi; mentre l’accoglienza agli immigrati, senza i denari statali, si è fermata.


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