Il “Battesimo di Cristo” di Giovanni Bellini sarà restaurato in memoria di Paolo Marzotto

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Da sinistra: Rucco, Faleschini, Meneghetti, Marzotto, Passarin, Siotto

Il “Battesimo di Cristo” di Giovanni Bellini sarà oggetto di un restauro conservativo grazie alla sensibilità di Caroline Marzotto in ricordo del marito Paolo, scomparso un anno fa, e della sua precisa intenzione di legarne la memoria ad eventi culturali per la città di Vicenza che lui amava moltissimo.

Lo hanno annunciato oggi nella chiesa di Santa Corona il sindaco Francesco Rucco, l’assessore alla cultura Simona Siotto, il direttore dei Musei civici Mauro Passrin, Caroline Marzotto, Francesca Meneghetti, ispettrice per i beni mobili della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio, e la restauratrice Francesca Faleschini.

“Una delle opere più note del patrimonio dei Musei civici di Vicenza verrà restaurata grazie a Caroline Marzotto che ha coinvolto l’amministrazione comunale per poter ricordare il marito ad un anno dalla sua scomparsa – ha dichiarato il sindaco Francesco Rucco -. Con l’intervento sul “Battesimo di Cristo” e sull’altare Garzadori, che lo accoglie, Paolo ritorna in un luogo a lui particolarmente caro lasciando un segno importante”.

“Il “Battesimo di Cristo” è indubbiamente una delle opere più ammirate dei Musei civici. Il dipinto su tavola da qualche tempo necessitava di un restauro conservativo. La generosa offerta di Caroline Marzotto dà un importante contributo alla città di Vicenza – è intervenuto l’assessore alla cultura Simona Siotto -. È un gesto significativo perché oltre a sostenere la conservazione del patrimonio museale, contribuisce alla salvaguardia artistica secondo principi di tutela”.

La Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio in questi anni, con la direzione dei Musei civici, ha effettuato un attento monitoraggio del dipinto su cui di recente sono stati individuati distacchi e lacune.

La sponsorizzazione tecnica, che riguarderà non solo la tavola, ma anche l’altare Garzadori, è stata accolta dall’amministrazione comunale che seguirà con particolare attenzione il progetto curato dalla restauratrice Francesca Faleschini.

Per quanto riguarda il “Battesimo di Cristo” di Giovanni Bellini, in seguito ai recenti sopralluoghi effettuati, si è potuto prendere visione dello stato di fatto dell’opera caratterizzato da diversi sollevamenti a tenda del colore, particolarmente concentrati in corrispondenza delle giunture delle tavole.L’ultimo intervento di restauro completo del dipinto di Giovani Bellini risale al 2010. L’intervento di restauro manutentivo che oggi è presentato tenderà a ristabilire le proprietà di supporto strutturali del dipinto con particolare attenzione alle parti lese, ricostituendo successivamente l’aspetto estetico. In accordo con la Soprintendenza si è ritiene opportuno intervenire filologicamente e tecnicamente con metodologie e materiali analoghi all’ultimo restauro eseguito.

Per quanto riguarda l’altare Garzadori, manufatto marmoreo di grandi dimensioni che si presenta scurito da deposito di particolato, si prevedono operazioni di manutenzione estetica e conservativa. L’intervento di restauro manutentivo tende a risaldare e a ristabilire alcune delle proprietà delle parti lese, essenziali per il mantenimento delle sue parti contigue. Le aree soggette a degrado caratterizzato da fenomeni di disgregazione, nelle campiture di policromia e doratura, saranno consolidate puntualmente per mezzo di applicazione di consolidanti compatibili con i materiali applicati nell’ultimo restauro.

L’altare Garzadori fu realizzato come voto da parte di Battista Graziano Garzadori che a fine Quattrocento, partito da Venezia, si recò in pellegrinaggio in Terrasanta: sulle sponde del fiume Giordano invocò protezione nel viaggio di ritorno.Arrivato a Venezia nel 1500 commissionò la realizzazione dell’altare a Rocco da Vicenza, completato poi dalla bottega dei lapicidi di Pedemuro San Biagio.Al pittore veneziano Giovanni Bellini fu chiesto di dipingere la tavola, realizzata tra 1502 e il 1505, che raffigura Cristo con Giovanni Battista, a sinistra, mentre lo battezza. A destra ci sono tre tre figure angeliche con abiti dai colori sgargianti che rappresentano le tre virtù teologali (Fede, Speranza, Carità), probabilmente i ritratti delle tre figlie di Garzadori. In alto poi è rappresentato Dio Padre tra cherubini e serafini con la colomba dello Spirito Santo. Nel dipinto si legge la firma del pittore, contenuta in un cartiglio. La scena ha sullo sfondo un paesaggio che rimanda, più che alla Terrasanta, alla campagna veneta, quella conosciuta dal pittore.