Il Bonus casa è un rompicapo, Il Sole 24 Ore: “Con il nuovo invio 21 adempimenti diversi”

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Crediti bonus edilizi casa

Il Bonus casa è un rompicapo: apre così la sua edizione del lunedì Il Sole 24 Ore con un focus sui molti adempimenti previsti. “Ventuno adempimenti per i bonus casa e il superbonus. Con la comunicazione preventiva introdotta dall’ultimo decreto legge del Governo (Dl 39/2024), si è allungata ancora la lista delle tipologie di invio, asseverazione e autocertificazione necessarie per ottenere gli sconti fiscali. Andando a delineare procedure che nei casi più complessi impongono decine di documenti a cittadini, imprese e professionisti.

Negli ultimi anni il boom delle agevolazioni edilizie è stato accompagnato dal moltiplicarsi dei passaggi burocratici. Resi sempre più articolati dai vari Governi nel tentativo di disciplinare in modo ordinato l’accesso ai bonus, garantire il rispetto dei requisiti tecnici, prevenire le frodi e – da ultimo – monitorare il costo per le casse pubbliche”.

Il decreto – spiega il quotidiano economico – punta a rendere al ministero dell’Economia il quadro dettagliato degli investimenti agevolati dal superbonus. L’invio dei dati è obbligatorio e l’omissione comporta multe o il decadimento dell’agevolazione a seconda dei casi. Si attende, entro il 29 maggio un ulteriore decreto del Consiglio dei ministri per definire i dettagli della comunicazione, ma è già noto che i dati del super-ecobonus andranno trasmessi all’Enea mentre quelli del super-sismabonus dovranno essere comunicati al Portale nazionale delle classificazioni sismiche. E così via.

Il quotidiano si sofferma poi sul fatto che gli adempimenti si sono aggiunti col tempo, fino ad arrivare agli attuali 21, come in una rincorsa contro il tempo: correttivi per sanare situazioni distorte.

Fin dall’inizio il 110% ha richiesto le asseverazioni dei tecnici, che si sono aggiunte alle relazioni “base” in tema di risparmio energetico e antisismica, già previste da anni per l’ecobonus e il sismabonus in versione ordinaria. Il fatto che l’agevolazione “super” potesse essere ceduta e coprisse più della spesa (il 110%, per l’appunto) ha imposto una verifica sulla congruità dei prezzi, già gonfiati anche dall’inflazione. Quella stessa congruità che – con agevolazioni “normali” – era sempre stato il committente a controllare in prima persona.

Per le agevolazioni diverse dal superbonus, invece, il riscontro sulla congruità – e quindi sui costi per l’Erario – è stato introdotto di corsa solo alla fine del 2021 con il decreto Antifrodi (Dl 157/2021). Quando ci si è accorti che troppo spesso il bonus facciate veniva “monetizzato” tramite la cessione e lo sconto in fattura a fronte di prezzi sballati.

Le 19 modifiche subite in meno di quattro anni dalla norma che regola il superbonus (l’articolo 119 del decreto Rilancio) e i 15 ritocchi a quella sulle cessioni (l’articolo 121) danno un’idea del travaglio con cui si è cercato di irreggimentare i bonus. Ma alcuni adempimenti recenti si trovano anche in altre leggi, come l’obbligo di indicare il contratto collettivo di lavoro negli atti di affidamento dei cantieri oltre i 70mila euro o la necessaria qualificazione Soa per le imprese coinvolte in grandi lavori (oltre i 516mila euro).

Come sono lontani i tempi del decreto Sviluppo 2011 (Dl 70), quando si salutava come una grande semplificazione l’abolizione della comunicazione preventiva al Centro operativo di Pescara. Ma oggi i bonus sono più ricchi del “vecchio” 36%, i conti pubblici sono in sofferenza e semplificare non è certo la priorità del Governo”.

Fonte: Il Sole 24 Ore