Di miti e leggende sulle Anguane, creature misteriose delle acque delle montagne vicentine, se ne sono occupati anche numerosi scrittori e alcuni registi. La grotta o buso delle Anguane di Valdagno si trova presso la Contrada Urbani di Sotto, nella Valle Garzaro ed è ricca di misteri e leggende. Lo stesso Comune di Valdagno propone occasionalmente avventure speleologiche in questa grotta, la cui escursione è considerata facile e fattibile anche dai bambini dagli 8 anni in su. Dal centro di Valdagno si prende la strada che sale a Castelvecchio, appena sorpassata contrada Cengia si svolta a sinistra per Contrada Crosara, si supera anche quest’ultima fino ad arrivare a Contrada Gaiarsa. Da qui si parte per l’escursione verso Contrada Urbani di Sotto. Questo non è l’unico “buso” o grotta delle Anguane nel Vicentino.
Il nostro lettore Giuliano Benetti (di cui troverete un’intervista su Vicenza Più Viva sulle sue escursioni sotterranee nel Vicentino) ha trovato all’ingresso della grotta una leggenda (scritta su due fogli di carta dal signor Massimo Melloni) sulle Anguane. Mentre il nostro lettore Dario Favrin, escursionista amatoriale, ci ha fornito alcune foto.
La leggenda
La leggenda che ha trovato Giuliano inizia più o meno così: “Si narra che nell’anno 1516, nei primi giorni del decimo mese presso la Contrada Urbani di Sopra, gli abitanti di quel piccolo borgo informarono le autorità che durante le ore notturne si udivano voci e rumori provenienti dal bosco”. Gli abitanti del posto pensavano che la grotta fosse una porta per gli Inferi e nessuno aveva il coraggio di entrarci. Le autorità dell’epoca di Vicenza fecero un sopralluogo e liquidarono la cosa come versi di gruppi di animali. In seguito 5 ragazzini, figli di alcuni residenti della contrada, una sera si incamminarono nel bosco verso la cavità. Forse entrarono intorno alla mezzanotte, secondo la testimonianza di un anziano signore. Il giorno seguente i genitori dei ragazzi, li cercarono dappertutto, in ogni angolo del bosco. I ragazzi sembrarono scomparsi nel nulla. I gendarmi accusarono l’anziano signore che li aveva visti, un certo Lucio Magrin, di 94 anni, che a malapena si reggeva in piedi, di averli rapiti, uccisi e seppelliti. Fu portato in carcere, dove morì. I parenti dell’uomo si recarono in carcere, ma il corpo era sparito.
Due mesi dopo, verso le 6 del mattino, un vaccaro trovò i 5 ragazzi infreddoliti, bagnati e sporchi di fango, ma sorridenti. In seguito i ragazzi dissero di aver vissuto un’esperienza bellissima, magica, ma di cui non ricordavano nulla.
Ancora oggi gli anziani del paese dicono che nelle sere d’inverno talvolta si vede passare lungo il sentiero che scende verso il bosco, l’esile figura di un fantasma, di un vecchietto che si regge sul bastone. Alcuni dicono di avergli parlato e il vecchietto si è presentato come Lucio Magrin…