Doverosa premessa a quanto scriveremo e, soprattutto, a quanto vedrete o avete appena visto nel video: non sappiamo se l’ex assessore Antonio Dalla Pozza (o Antonio Marco dalla Pozza che dir si voglia) abbia o meno portato via dal suo ex ufficio assessorile copie dei documenti comunali ma di certo non aiuta i nostri lettori/cittadini di Vicenza a conoscere la verità né lui stesso a distogliere da sé ogni dubbio di azioni illecite quello che sta avvenendo a palazzo Trissino, gestito ora dal nuovo sindaco Francesco Rucco, dopo la nostra pubblicazione del video (lo potete rivedere in fondo) che mostrava almeno un furgone pieno di faldoni uscire dalla sede del suo assessorato e scaricare nella sua casa privata.
Il 21 giugno titolavamo “Mentre Pd e Dalla Rosa condannano i like “fascisti” ex assessore Pd di Variati, Antonio Dalla Pozza, trasloca faldoni su Tav e Zambon nel suo garage. Se in modo lecito perchè?” l’articolo con la registrazione in cui giravamo le domande alla nuova amministrazione che il 29 giugno ci rispondeva in maniera più rapida del predecessore Achille Variati (gliene rendevamo merito) ma non proprio convincente. Ne davamo conto il 3 luglio riformulando le domande sui punti dubbi e il 24 agosto aggiornavamo l’articolo riproponendo le domande ma senza esito “Memo per giunta Rucco: Antonio Dalla Pozza quali documenti del Comune ha portato a casa con Veloce e perché, dato che ‘non è stato autorizzato e dagli uffici non risulta prelevato o copiato nulla’?“.
La risposta evasiva era stata: “«…in seguito alla vostra segnalazione, su indicazione del sindaco il segretario generale ha chiesto ai direttori responsabili dei settori a cui si riferivano le deleghe dell’assessore Dalla Pozza di accertare cosa sia stato prelevato dagli uffici e se sia stato autorizzato il prelievo di copia di documenti amministrativi, ottenendo la garanzia che risulta essere stato liberato unicamente l’ufficio a disposizione diretta dell’ex assessore. I direttori hanno inoltre dichiarato di non aver autorizzato alcun rilascio di copie e che dagli uffici non risulta sia stato prelevato o copiato nulla.».
Le domande riformulate erano queste:
1 – fermo restando il vuoto di informazione sul caso dell’utilizzo di un mezzo comunale per spostamenti privati, chi e come verificherà il contenuto dei copiosi faldoni portati fuori dall’ufficio dell’ex assessore visto che “i direttori direttori responsabili dei settori a cui si riferivano le deleghe dell’assessore Dalla Pozza hanno” hanno dato “la garanzia che risulta essere stato liberato unicamente l’ufficio a disposizione diretta dell’ex assessore” e hanno assicurato “di non aver autorizzato alcun rilascio di copie e che dagli uffici non risulta sia stato prelevato o copiato nulla“?
2 – sono stati effettuati accertamenti sul personale e sul furgone di Veloce che, stando al video, sarebbero stati utilizzati dall’ex assessore per il predetto trasloco di una notevole quantità di documenti?
3 – è lecito, comunque, e a che titolo asportare documenti comunali, per giunta in grande quantità e su argomenti apparentemente sensibili in base alle scritte sui faldoni stessi, dall’ufficio utilizzato dall’ex assessore?
Risposte? Zero e sembra tornare il virus Variati…
Ci ripromettevamo di tornare alla carica anche perché, quando qualcuno di fronte alle annose e non datate critiche, documentate, alla gestione variatiana ci accusò di “rucchismo”, gli rispondemmo che se del potere (meglio dei poteri) di Achille Variati eravamo stati i cani da guardia di quelli di Francesco Rucco, se fosse stato eletto, ne saremmo stati il bulldog.
Il 21 settembre, però, dopo alcune richieste “cortesi” di incontro a lui e al suo capo di gabinetto andate a vuoto, proprio il neo sindaco ci ha dato l’occasione di porgli le nostre domande durante la conferenza stampa di celebrazione dei primi 100 giorni della nuova amministrazione (un’altra delle mode globali che puntano all’immagine più che ai contenuti), quando, evidenziando le lacune e le “magagne” della giunta precedente, aveva detto: “abbiamo ricevuto la non piacevole visita della Guardia di Finanza all’assessorato alla cultura e ci piacerebbe non dover ripetere l’esperienza per questioni del passato…“.
Abbiamo, quindi, provato ad aiutarlo ad evitare la visita a sorpresa di un qualunque organo di polizia giudiziaria almeno per il caso dei faldoni di Dalla Pozza chiedendogli semplicemente: “visto che non vuole di nuovo visite sgradite in Comune, cosa ci dice del caso dalla Pozza?“.
Supportato dall’assessore Lucio Zoppello, che ha raccolto alcune delle deleghe dell’assessore di centro sinistra, il sindaco del cambiamento (lui stesso si chiama così), a parte un chiarimento, apparentemente risentito, sulla domanda n. 2 a difesa dell’ex assessore (“ha pagato lui le spese di trasporto“) senza precisare nulla sul personale comunale (non di Veloce) che ha cooperato col trasloco, ci ha sostanzialmente ripetuto le risposte da noi non ritenute chiare del 29 giugno: “abbiamo chiesto all’ex segretario generale che ha chiesto ai dirigenti che ci hanno assicurato che…“.
Alla nostra richiesta se fossero stati compiuti passi più precisi per verificare i contenuti dei faldoni per essere certi delle liceità dell’asportazione di copie di documenti comunali, Rucco ha ribadito la delega del controllo ex post ai dirigenti comunali aggiungendo anche un preoccupante e inquietante: “mica potevamo andare a casa di Dalla Pozza per controllare?“.
Ricordato che Francesco Rucco è un valente avvocato mai toccato da dubbi sulla sua correttezza personale, ci preoccupa che proprio un legale come lui abbia di fatto escluso la possibilità di rivolgersi a chi ha il potere di verificare a casa di qualcuno se lo reputa necessario, a tutela dei cittadini e, in primis, dell’onorabilità dello stesso Dalla Pozza, senza lasciargli sulle spalle il dubbio del controllo (soft?) dei dirigenti (erano presenti, ad esempio, al trasloco per accertarsi, come loro dovere, del contenuto dei faldoni tanto più che ne hanno, per Rucco, certificato la liceità?).
E, peggio ancora, il dubbio centrale: non poter sapere quali documenti avesse portato a casa in almeno un furgone perché a casa sua i dirigenti non possono andare.
Come se qualcuno che contravvenisse alla legge, ipotesi che Rucco mantiene ben aperta col suo non controllo, non potesse essere visitato a casa da chi ne ha il potere.
Se così fosse ben pochi derubati gli avvocati potrebbero tutelare….
Speriamo, allora, che il sindaco non abbia voluto (o potuto) rivelare che altri passi sono stati compiuti tanto più che la sua giunta annovera un assessore alla trasparenza amministrativa e alla prevenzione della corruzione.
Ottima scelta di indirizzo politico se applicata con i giusti poteri, anche se l’intensità della sua difesa d’ufficio ci preoccupa e ci fa immaginare (temere) una politica No Vax: se il sistema è malato si auto tutela?