Il caso Posina ed esponenti di Forze dell’Ordine candidati solo per ottenere ferie: l’interpellanza dell’on. Zanettin, le risposte del sottosegretario Variati

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Finito su Canale 5 a “Striscia la notizia” e, quindi, poi in parlamento il caso delle presunte firme false della lista L’Altra Italia che ha coinvolto anche il comune di Posina nel Vicentino: alcuni candidati della lista hanno dichiarato di essere stati inseriti nella lista a loro insaputa con la falsificazione delle firme ma nello sfondo ci sono candidature di membri delle Forze dell’ordine, in questo caso del Foggiano, presentate col puro scopo di avere ferie retribuite.

On. Pierantonio Zanettin interviene in aula
On. Pierantonio Zanettin interviene in aula

Il sottosegretario all’Interno, il vicentino Achille Variati, interpellato a tal proposito dai deputati di Forza Italia Pierantonio Zanettin, anche lui di Vicenza, e Mariastella Gelmini, ha oggi risposto in aula non solo alle questioni poste dai deputati forzisti ma anche alla necessità, condivisa, di rivedere le norme che permettono questi abusi, su cui il caso Posina ha solo acceso i riflettori e che sono un affronto alle Istituzioni e un insulto alla maggior parte delle Forze dell’ordine che sono quotidianamente impegnate nella lotta all’illegalità.

Nel video proponiamo il “botta e risposta”, per la verità costruttivo, tra i due politici vicentini e di seguito la trascrizione dei loro interventi.


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(Elementi ed iniziative di competenza in relazione ad asseriti comportamenti di alcuni candidati alle recenti elezioni amministrative, quali dipendenti di pubbliche amministrazioni – n. 2-00975)

PRESIDENTE. Passiamo all’interpellanza urgente Zanettin e Gelmini n. 2-00975 (Vedi l’allegato A).

Chiedo al deputato Zanettin se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica. Il deputato Zanettin è già pronto. Quindi, immagino voglia illustrare la sua interpellanza. Prego.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Grazie, Presidente. Onorevole sottosegretario Variati, io ho presentato questa interpellanza perché ho letto le cronache di un evento che ha riguardato il comune di Posina, nella provincia di Vicenza, di cui lei è stato anche presidente.

Segretario nazionale L'altra Italia e vicesindaco di Posina
Segretario nazionale L’altra Italia e vicesindaco di Posina

In questo comune si è presentata una lista, che si chiama L’altra Italia, composta esclusivamente da candidati provenienti dalla provincia di Foggia, con candidato sindaco tal Maria Galasso. Sta di fatto che questa Maria Galasso è stata eletta consigliere comunale di minoranza. Diciamo che il comune di Posina è un piccolissimo comune, un piccolo mondo antico incastonato tra le Prealpi venete, che non è stato travolto dal turismo di massa, di 700 anime. Quindi, è abbastanza strano che una lista composta da candidati tutti provenienti dalla provincia di Foggia si candidi in quel nostro comune. Ancora più strano è che una consigliera comunale eletta, come questa, appunto, Maria Galasso, una volta che è stata interpellata dal segretario comunale per accettare l’elezione abbia subito presentato le dimissioni e così tutti gli altri candidati della lista, il che ha creato non pochi problemi al segretario comunale, perché evidentemente quel comune oggi non ha un consigliere comunale, un consigliere comunale di minoranza, con problemi legali, burocratici e quant’altro, e il ritardo nell’insediamento del sindaco. Quella vicenda mi ha ricordato un’altra vicenda che ha avuto un’eco maggiore sulla stampa anche nazionale, quella del comune di Carbone, in Basilicata, nel quale addirittura un altro candidato era stato eletto sindaco ma anche in quel caso aveva rinunciato. Poi si era capito un po’ l’arcano, perché evidentemente erano candidature presentate solo con una finalità di utilizzare da parte di dipendenti dello Stato, nello specifico a Carbone dei dipendenti dell’amministrazione dell’Interno, l’aspettativa retribuita che è dovuta a chi si candida alle elezioni amministrative, con nessuna intenzione né di partecipare alla competizione elettorale né tantomeno di essere eletti e né tantomeno, se eletti, di partecipare all’attività dell’amministrazione comunale.

Di questa vicenda si sta occupando, anche dal punto di vista mediatico, la trasmissione Striscia la Notizia, che ha raccolto tutti questi episodi, che magari per la nostra provincia sono un unicum, perché io non ne avevo mai sentito parlare, ma in altre parti d’Italia sono assai diffusi e, quindi, è venuto fuori, per esempio, anche il comune di Andali, in provincia di Catanzaro, e altri in cui questo fenomeno si è manifestato. In particolare, mercoledì scorso la trasmissione, che conosciamo bene anche per l’impegno che pone nello sviluppare le inchieste, ha interpellato gli altri candidati – non la Maria Galasso, ma gli altri candidati – della lista di Posina, i quali hanno anche dichiarato di non aver mai accettato la candidatura, che la firma che era stata apposta era una firma falsa e, quindi, ci sono anche problemi d’interesse della procura della Repubblica evidentemente, perché c’è un falso, c’è un pubblico ufficiale che ha certificato una firma e tale non è quella firma.

Allora, io le pongo tre domande, sottosegretario.

La prima, intanto, è se questa Maria Galasso è una dipendente dell’amministrazione dell’Interno o di altra amministrazione statale, che, quindi, godeva – poteva godere – dell’aspettativa retribuita, perché non si spiegherebbe altrimenti come mai una cittadina residente in Puglia viene a candidarsi nel nostro comune di Posina; la seconda domanda è se, a fronte di una risposta affermativa al primo quesito, l’amministrazione abbia disposto un procedimento disciplinare, perché mi pare il minimo perché questo è quanto meno abuso del diritto ove fosse un dipendente dello Stato che vuole utilizzare l’aspettativa retribuita per non svolgere attività di propaganda e di elezione; la terza, se il Governo non intenda proporre modifiche normative per impedire questi scandali.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l’Interno, Achille Variati, ha facoltà di rispondere.

ACHILLE VARIATI, Sottosegretario di Stato per l’Interno. Signor Presidente, onorevoli deputati, va preliminarmente rilevato che la legge 25 marzo 1993, n. 81, concernente l’elezione diretta del sindaco e del consiglio comunale, stabilisce, all’articolo 3, il numero di elettori che, in relazione alla fascia demografica del comune, devono sottoscrivere la dichiarazione di presentazione delle liste dei candidati e delle collegate candidature alla carica di sindaco. La norma prevede testualmente: “Nessuna sottoscrizione è richiesta per la dichiarazione di presentazione delle liste nei comuni con una popolazione inferiore ai 1.000 abitanti”, come nel nostro caso. Tale disposto normativo è richiamato nella pubblicazione del Ministero dell’Interno per le elezioni comunali, “Istruzioni per la presentazione e l’ammissione delle candidature”, che, nello specifico, precisa: “Nei comuni con popolazione inferiore ai 1.000 abitanti, non essendo prevista alcuna sottoscrizione, sono gli stessi candidati che assumono, di fatto,” – anche nella responsabilità personale – “la veste di presentatori delle singole liste attraverso l’accettazione della candidatura. In tali comuni non è necessario, pertanto, che i candidati sottoscrivano anche la dichiarazione della presentazione della lista”.

Nell’ultima tornata elettorale, come lei ha ricordato, il comune di Posina, in provincia di Vicenza, è andato al voto per il rinnovo del sindaco e del consiglio comunale. È un piccolo comune – mi permetto di dire, però, che è un piccolo comune di antica storia, di cui sono molto orgogliosi gli abitanti – con meno di 600 abitanti. Alle elezioni è stata presentata, tra le altre, la lista “L’Altra Italia”, recante candidato sindaco la signora Galasso Maria, residente in provincia di Foggia, come tutti gli altri candidati, come lei ha ricordato, della stessa lista. All’esito dello scrutinio è stato proclamato sindaco del comune di Posina il signor Adelio Cervo. La lista “L’Altra Italia”, avendo ricevuto 17 voti, ha ottenuto un seggio nel costituendo consiglio comunale, spettante al candidato sindaco Galasso Maria. I seggi del consiglio comunale, distribuiti in base a quanto definito all’articolo 71 del TUEL, sono stati così suddivisi: 7 alla lista di maggioranza “Per Posina e la sua gente”; 2 alla lista di minoranza “Venzo Sindaco”; 1 alla lista “L’Altra Italia”. Il 22 settembre scorso il comune di Posina, nella figura del neoeletto sindaco, ha proceduto alla notifica agli eletti. La signora Maria Galasso, interpellata in data 24 settembre, ha comunicato di rinunciare alla carica per sopravvenuti problemi familiari. Successivamente, il comune ha proceduto a notificare la nomina a consiglieri ai rimanenti candidati nella predetta lista, i quali tutti hanno rifiutato, alcuni rappresentando, come da lei detto, di non aver mai autorizzato o firmato l’accettazione della loro candidatura. In seguito a tali avvenimenti, il segretario comunale di Posina, lo scorso 1° ottobre, ha inviato alla procura della Repubblica di Vicenza una nota relativa ai fatti in questione, affinché la procura indaghi i fatti e le responsabilità. Il successivo 13 ottobre il consiglio comunale si è regolarmente costituito, alla presenza, però, di nove consiglieri e del sindaco, con facoltà, però, di agire con i pieni poteri essendo in possesso della maggioranza richiesta per il funzionamento, come previsto dall’articolo 38 del TUEL e dall’articolo 9 del regolamento comunale.

Rappresento che, con la rinuncia di tutti i candidati della lista in argomento, il relativo consiglio è rimasto quindi non del tutto a posto, non del tutto completo. In relazione all’eventuale possibilità di conferire questo posto ad altro candidato delle altre liste, il segretario comunale ha ritenuto non percorribile tale soluzione in assenza di riferimenti normativi, che effettivamente non ci sono, che prevedano l’assegnazione ad una delle rimanenti liste. Quindi le vicende della lista L’Altra Italia, ora all’attenzione della procura, hanno determinato un vulnus alla rappresentanza della comunità di Posina di una unità in seno al suo consiglio. Questo rappresenta per me, onorevole, un danno grave e un vero oltraggio ai cittadini di Posina.

Quanto poi alla richiesta di verifica, contenuta nella sua interpellanza, circa l’eventuale appartenenza alla pubblica amministrazione dei candidati consiglieri della lista L’Altra Italia, informo che, dagli accertamenti esperiti dall’Arma dei carabinieri, è emerso che nessuno dei soggetti in questione è risultato ricoprire incarichi pubblici, né essere appartenente alle Forze di Polizia o alle Forze armate, o comunque dipendente della pubblica amministrazione nel caso di Posina.

Quanto infine all’altra vicenda pure richiamata dall’interpellanza con la stessa lista, relativa alle consultazioni avvenute nel comune di Carbone, confermo che nei confronti di otto appartenenti ai ruoli della Polizia di Stato che si sono lì, in quel comune candidati, e hanno successivamente rassegnato le dimissioni dalla carica, è stato disposto l’avvio di un procedimento disciplinare. Il comportamento assunto – lo dico con estrema chiarezza, sentito anche il Capo della polizia – dai predetti all’esito della consultazione elettorale è stato ritenuto deontologicamente non corretto, per avere gli stessi disatteso le aspettative riposte in loro innanzitutto dagli elettori, in virtù della nota appartenenza alla Polizia di Stato: comportamento che ha creato un grave danno all’immagine e al prestigio dell’amministrazione, anche per essere stato ripreso da media locali e nazionali.

Per tali motivi l’avviato procedimento disciplinare, per la gravità delle condotte che si prospettano, potrà configurare una sanzione superiore alla mera deplorazione, quale la sospensione o la destituzione dal servizio. Ricordo che in base all’articolo 81, comma 2, della legge n. 121 del 1981 da lei citata, gli appartenenti alle Forze di Polizia candidati ad elezioni politiche o amministrative sono posti in aspettativa speciale con assegni, dal momento dell’accettazione della candidatura per tutta la durata della campagna elettorale. Questo Ministero non esclude l’opportunità di rivedere tale norma, intervenendo in un’ottica di uniformità di trattamento di tutto il pubblico impiego.

PRESIDENTE. Il deputato Zanettin ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

PIERANTONIO ZANETTIN (FI). Presidente, io mi dichiaro soddisfatto della risposta del sottosegretario Variati. Io il sottosegretario Variati lo conosco da trent’anni e lo conosco come amministratore serio e rigoroso: nelle parole che egli ha pronunciato oggi in quest’Aula riconosco quello spirito di impegno civico che ha contraddistinto la sua esperienza politica, credo abbia contraddistinto anche la mia. Nelle parole che egli ha pronunciato ho colto quello sdegno, suo e mio, perché entrambi abbiamo cominciato la nostra attività politica nei comuni, siamo sempre rimasti in contatto con i comuni anche avendo dei ruoli nazionali del nostro territorio, e consideriamo quanto accaduto a Posina uno sfregio alle nostre comunità.

Rimane, ecco, il mistero di questa Maria Galasso: per quale motivo si sia venuta a candidare a Posina, se non aveva neanche un interesse, come dire, tangibile a quella candidatura.

Certo è che questo problema della lista L’Altra Italia c’è, perché – come evidenziato nei servizi di Striscia la notizia, che funge da amplificatore di questi fenomeni – questa lista si presenta in tanti comuni d’Italia con un programma fotocopia, tra l’altro del tutto avulso dai contesti amministrativi, perché propone l’aumento delle pensioni minime, piuttosto che la difesa della patria, o la lotta alle coppie gay, che non hanno nessun riferimento con il contesto amministrativo; e quindi si pone il problema di una modifica normativa, perché il fenomeno, ripeto, è un unicum nella nostra provincia, ma non era altrettanto in altre parti d’Italia.

Ho colto quindi anche positivamente da parte del sottosegretario l’apertura ad una modifica normativa. Io devo dire che, alla luce dello sdegno che ho provato all’indomani delle notizie provenienti da Posina, ho presentato immediatamente una proposta di legge che tende ad escludere il carattere retribuito a quel tipo di aspettativa. Si possono ipotizzare insieme altre soluzioni, meno penalizzanti per l’intero comparto del settore; ma credo che dobbiamo lavorare insieme al sottosegretario (io da parte mia le manifesto il massimo spirito di collaborazione, e anche del mio partito, Forza Italia), perché si trovi una soluzione normativa che impedisca episodi così gravi, che macchiano da una parte l’onore e il decoro delle Forze di Polizia, a cui tanto dobbiamo in tanti momenti, e anche in queste ore così drammatiche per le nostre città, dall’altro tutelare le istituzioni comunali alle quali entrambi siamo molto legati.