Nella serata di ieri – secondo quanto scrive Liana Milella su Repubblica.it – la maggioranza del centrodestra ha votato a favore dell’emendamento proposto da Enrico Costa di Azione, che impone il divieto di pubblicare l’ordinanza di custodia cautelare, neanche per estratto, fino al termine dell’udienza preliminare: una vera e propria legge bavaglio per l’informazioni. Il testo è stato approvato con 160 voti favorevoli e 70 contrari.
Enrico Costa, ex di Forza Italia e ora responsabile Giustizia di Azione, il partito di Calenda, è riuscito a far passare la sua proposta, mettendo così un bavaglio alla stampa sulla cronaca giudiziaria. L’emendamento vieta la divulgazione dell’ordinanza che formalizza le misure cautelari decise dai giudici su richiesta dei pubblici ministeri. Questo documento contiene informazioni dettagliate sugli arresti, gli interrogatori, le intercettazioni, le perquisizioni e i nomi degli indagati e degli imputati, costituendo essenzialmente il libro di un caso giudiziario. Finora tali informazioni erano pubblicabili, ma la nuova legge imporrà il segreto fino al termine del processo, privando la cronaca giudiziaria di uno dei suoi strumenti principali e rendendo le procure mute.
La discussione in Parlamento è durata solo mezz’ora, con 160 voti favorevoli e 70 contrari. La maggioranza si è estesa anche ad Azione e Italia viva, con l’opposizione di Pd, M5S, e Avs. Forza Italia ha espresso entusiasmo, sottolineando il “garantismo” come motivazione. Enrico Costa, relatore dell’emendamento, ha ottenuto un’altra vittoria personale, presentando per primo la proposta di legge.
L’idea di vietare la pubblicazione delle ordinanze, secondo Costa, era in cantiere da due mesi. Il divieto si basa su un emendamento alla legge di Delegazione europea (si chiama così perché recepisce le disposizioni Ue), collegato “furbescamente” da Costa alla tutela della presunzione d’innocenza, questa sì imposta dall’Europa nel 2016 e recepita in Italia l’anno precedente. Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, inizialmente contrario, ha dovuto cedere per evitare una frattura nella sua maggioranza, soprattutto perché Costa chiedeva il voto segreto, confidando nella convergenza di Forza Italia, Lega, e Italia viva, mentre Fratelli d’Italia non appariva convinta del provvedimento.
Il testo della “legge bavaglio” modifica l’articolo 114 del codice di procedura penale, stabilendo il divieto di pubblicare l’ordinanza integralmente o per estratto fino al termine dell’udienza preliminare. La legge, definita da Costa come “una norma di civiltà contro il marketing giudiziario,” ha suscitato critiche da parte dell’opposizione, con l’ex procuratore antimafia Federico Cafiero De Raho che la considera un passo indietro nei diritti e nella trasparenza, definendola una forma di giustizia classista.