Vediamo un po. Poco tempo fa FCA riceve un prestito oltre 6 miliardi di euro garantito dallo Stato (cioè dai contribuenti). Si dice che, a fronte di questo prestito, ci siano garanzie da parte di FCA di mantenere investimenti e posti di lavoro in Italia.
Qualche giorno fa, FCA invia una lettera (in inglese) nella quale scrive testualmente (come viene riportato virgolettato dai giornali) «Caro fornitore, vogliamo comunicare alla sua società, per conto di Fca Italy e di Fca Poland, che il progetto relativo alla piattaforma del segmento B di Fiat Chrsyler, è stato interrotto a causa di un cambiamento tecnologico in corso. Pertanto vi chiediamo di cessare immediatamente ogni attività di ricerca, sviluppo e produzione onde evitare ulteriori costi e spese».
Questo significa crisi (molto probabile se non sicura) per un migliaio di ditte dell’indotto FCA (circa 58.000 addetti e un giro d’affari valutato in 18 miliardi).
È la solita, vecchia storia. Dopo richieste, imposizioni, ricatti occupazionali, “lorpadroni” ricevono soldi (e tanti) garantiti dallo Stato. Per mantenere investimenti e livelli occupazionali? Non sembra proprio. Per aumentare i propri profitti? Molto ma molto più plausibile.
Soldi “buttati via”? Per i lavoratori e i contribuenti onesti sembra proprio di si, per i padroni un guadagno sicuro.
Intanto nella prima pagina del “Codice di condotta” di FCA si può leggere una frase attribuita a Sergio Marchionne “Continueremo a lavorare e a guardare al futuro mantenendoci fedeli ai principi di onestà, umiltà e rispetto che ci hanno condotto così lontano”.
Non ci sono altre parole da aggiungere. Ma un paio di domande sembrano d’obbligo. Siamo proprio sicuri che “il privato” sia “bello” e che garantisca occupazione, sicurezza trasparenza e benessere a chi lavora? E riusciremo a prendere coscienza che il modello di sviluppo nel quale viviamo è sbagliato?
PS:
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