
La Diocesi di Vicenza promuove tre incontri pubblici per discutere l’impatto della TAV Tac (linea ad alta velocità alta capacità) sulla città, sollevando interrogativi sull’utilità del progetto attuale e suscitando la ferma e acrimoniosa opposizione del quotidiano confindustriale già al primo confronto.
Introduzione
La realizzazione della linea ferroviaria ad Alta velocità Alta capacità (TAV TAC) a Vicenza è da tempo al centro di dibattiti accesi. Recentemente, la Diocesi di Vicenza, guidata dal vescovo Giuliano Brugnotto, ha organizzato una serie di incontri pubblici per analizzare gli “effetti collaterali” di quest’opera sulla città e sui suoi abitanti. Questa iniziativa, prima e dopo il primo incontro svoltosi ieri al Centro Onisto, ha scatenato reazioni forti da parte del giornale locale di proprietà di Confindustria Vicenza, evidenziando le tensioni esistenti tra interessi economici particolari e preoccupazioni generali.
La posizione della Diocesi
Il vescovo Brugnotto (anche leggendo i due articoli di “stroncatura”, per chiamare le cose come stanno, articoli legittimi, ovviamente, tanto più che chiariscono, se pure ce ne fosse stato bisogno, la posizione dei colleghi che li hanno scritti e, soprattutto, dell’editore di riferimento, Confindustria Vicenza) ha chiarito in premessa all’incontro di ieri che l’obiettivo non è certo fermare il progetto TAV TAC (sarebbe pressochè impossibile, diciamo noi, se non per “ragioni di forza maggiore” tipo le circa 238 bombe inesplose presumibilmente sotto la tratta in costruzione, abbiamo scritto noi qui senza grande eco se non qui quella di un cittadino, a nome di tanti, e quella responsabile del prefetto raccolta dai sindaci meno… Possamai, leggi qui, ndr).
Ma, ha insistito mons. Giuliano, l’intento è promuovere una maggiore consapevolezza e partecipazione tra i cittadini riguardo all’impatto dell’opera. Durante il primo incontro, tenutosi ieri pomeriggio al Centro Onisto, sono intervenuti esperti come l’economista dei trasporti Marco Ponti e il professor Erasmo Venosi, ex membro della Commissione trasporti del Ministero delle Infrastrutture, che hanno sollevato critiche sul progetto e invitato la cittadinanza a una riflessione più approfondita (riportiamo qui nell’allegato il testo dei due articoli così che i nostri lettori possano leggere e valutare quanto ora scriviamo ora noi anche in base ai due testi a cui facciamo riferimento).
Le critiche del Giornale di Vicenza
Il Giornale di Vicenza ha espresso forti critiche nei confronti dell’iniziativa diocesana. In particolare, nella sua Opinione Nicola Negrin ha definito l’incontro “un’uscita fuori tempo” ,(anche se Giuliano parla, e fa parlare ed ascoltare, solo ora di un’opera progettata e approvata ben prima che lui arrivasse a Vicenza), sottolineando che i cantieri sono già avviati e che discussioni di questo tipo risultano tardive. Inoltre, ha insinuato che l’incontro sia servito più da megafono per i detrattori dell’opera che come momento informativo per la comunità.
Interessi economici e tracciato urbano
Da tempo, alcuni osservatori, tra cui noi stessi, sostengono che la scelta di far passare la linea TAV TAC all’interno di Vicenza sia stata influenzata da interessi economici, in particolare quelli vicini a Confindustria Vicenza. Questa decisione, secondo i critici, non apporterebbe vantaggi significativi ai cittadini, poiché nessun treno ad alta velocità fermerebbe realmente a Vicenza. Al contrario, un tracciato esterno avrebbe potuto ridurre gli espropri e i disagi legati ai cantieri, oltre a comportare costi e tempi di realizzazione inferiori.
Non vale, poi, l’obiezione del GdV su treni Frecciarossa che non sarebbero passati per Vicenza (solo quelli perché, come detto, ma vale la pena ripeterlo, nessun convoglio realmente ad Alta Velocità collegherà Vicenza con città lontane) perché molto altre città come Firenze e Bologna, oltre che Roma e Milano, hanno stazioni esterne a quella centrale da cui transitano treni realmente ad alta velocità mentre i Freccia con fermate in più stazioni, come quelli che oggi e in futuro passeranno per Vicenza, transitano e si fermano nelle stazioni centrali.
La realizzazione della TAV a Vicenza continua a dividere l’opinione pubblica. Mentre alcuni (pochi?) vedono nell’opera un’opportunità di sviluppo, altri (la maggioranza) temono che possa arrecare danni economici (vedi i 10 anni di cantierizzazione), ambientali e sociali irreversibili. L’iniziativa della Diocesi di Vicenza rappresenta un tentativo di stimolare un dialogo aperto e informato, sebbene le reazioni contrastanti evidenzino quanto il tema sia ancora controverso e lontano da una soluzione condivisa.
I primi risultati
Ma un risultato mons. Giuliano l’ha già ottenuto: i due articoli (titoli significativi come il censorio “Cantieri avviati e uscite fuori tempo” e l’acrimonioso “La diocesi chiama a raccolta i No Tav «Ma non siamo contrari» per giunta falsamente evocativo quando non ci risultano presenti i tanto vituperati No Tav) ufficializzano, se pure fosse servito, che l’attuale tracciato è stato disegnato soprattutto per gli interessi retrostanti se non solo per quelli a scapito di quelli generali.
Se addirittura il vecchio quotidiano della Vicenza tutta Chiesa le si rivolta ora contro, è questa la vera bomba, altro che le 238 in agguato sotto i cantieri…