Il consigliere regionale videoamatore Simone Scarabel accusa chi osa criticarlo per il suo… hobby ma è muto su SPV, Tap e Muos: le fake promises del M5S. Che Villarosa imita per soci banche

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Prima ancora che i nemici pentastellati della fake news dei quotidiani (tutti contro di loro secondo i figli del Grillo parlante, Il Fatto Quotidiano incluso, che pure prova a renderli credibili o, almeno, presentabili, se solo si azzarda a muovere qualche critica agli “elevati“) ne costruissero un’altra delle loro… quotidiane, manipolando il senso delle dichiarazioni dell’ex presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem salvo poi nascondersi dietro l’aver espresso solo proprie opinioni), Marco Milioni, collega di mille battaglie, vere, contro gli affarucci e il malaffare, aveva firmato su VicenzaPiu.com un articolo da noi titolato “Quando i Cinque stelle di governo fanno come gli odiati nemici: la figuraccia sulla SPV di Scarabel con Report“.

Se Jeff Bezos stesso, il fondatore di Amazon, si è detto “preoccupato”, in particolare, che i social media possano essere “molto utili ai regimi dispotici per far rispettare la loro volontà, capirete perché anche il consigliere Simone Scarabel si sia precipitato su Facebook per postare il suo nobilissimo commento: “Cosa non ci si inventa per qualche click in più. Purtroppo ho la registrazione di ciò che ho detto… Un vero peccato per chi ha firmato questo articolo“.

Detto che la registrazione di quanto ha detto Scarabel, per altro sbertucciato anche dal nostro e, pensiamo, suo giornale preferito, FQ, ripreso anche da Milioni nel suo articolo, è stata pubblicata sul Gazzettino e che le sue parole sono imbarazzanti, forse a sua insaputa, ci siamo limitati a rispondergli, meno dispoticamente di lui, su Facebook: “certo che per voi la stampa libera e indipendente non deve proprio esistere. E non provi con noi a parlare di click in più, quelli sono i vostri per i vostri video a go go, facilissimi da smentire come quelli di Villarosa sui risparmiatori delle banche venete. Peccato che prima postasse sempre con grande piacere le inchieste di Report, che ora non le piace più. Ma Report o non Report risponda a noi e a Marco Milioni nel merito della SPV!“.

Ricordato ai nostri lettori che Alessio Villarosa, in uno dei suoi selfie video trionfanti, tra un insulto e l’altro ai giornalisti, TUTTI produttori di fake news, spergiurava che, incassato il 30% dei risparmi truffati grazie alla nuova legge che legge ancora ad oggi non è, gli ex soci vittime di BPVI, Veneto Banca e quattro banche risolte avrebbero potuto incamerare il resto facendo causa, forse non aveva letto quello che la legge di bilancio uscita dal MEF di cui sarebbe segretario prevede (articolo 38 comma 3 f “l’accettazione del pagamento a carico del Fondo equivale a rinuncia all’esercizio di qualsiasi diritto e pretesa connessa alle stesse azioni…“), inutile dire che Simone Scarabel si è ben guardato dal rispondere nel merito della Pedemontana Veneta, aborrita prima dai 5S, che ora la devono ingoiare sull’altare del contratto legista come hanno fatto per il Tap e stanno facendo per il Muos, altre promesse disattese (fake promises, false promesse elettorali) che Milioni ricordava a chi, come il consigliere regionale video amatore, china il capo al… capo di turno a differenza di altri suoi più coerenti colleghi che lui filma come si usa nei peggiori “regimi dispotici” in cui ad essere premiati sono tipicamente i delatori.

Per chi volesse saperne di più sul Muos, visto che altri, anche 5S doc, hanno filmato chi in Puglia ha strappato le tessere elettorali contro la falsa promessa di Di Battista (“se andremo al governo in 15 giorni cancelleremo il Tap!) ora nascosta da danni contrabbandati per penali che, in quanto atti parlamentari, si dovevano conoscere anche all’atto dei giuramenti pugliesi che ora sanno tanto di Pontida, ecco un articolo de Il Fatto Quotidiano che ogni giorno di più prova a sorreggere i grillini sempre più parlanti, a comando, ma che, come noi, non nasconde mai i fatti. 

P.S. Confessione personale: di fronte all’assenza odierna di alternative ci sforziamo ogni giorno di farci stare simpatici i 5S ma le uscite di loro rappresentanti come Villarosa e Scarabel rendono ardui i nostri sforzi come le prese di posizione dei più “elevati” Di Maio e Bonafede scoraggiano Il Fatto Quotidiano ben più prestigioso, analogamente, del nostro VicenzaPiù.

 

C’era una volta il no al Muos. Il M5Sverso un’altra abiura
IL MOVIMENTO CERCA UN COMPROMESSO SULLA STAZIONE MILITARE USA, DI CUI CHIEDEVA LO STOP

di Luca De Carolis, da Il Fatto Quotidiano del 2 novembre 2018 

I condoni, le grandi opere, i diritti civili, gli F35. E ora (probabilmente) un’infrastruttura militare, quel Muos contro cui il Movimento si è sgolato per anni. Il rosario delle abiure per il M5S di governo si allunga. E i suoi grani si intrecciano ai numeri dei sondaggi, scuri come un temporale. Perché la supermedia delle rilevazioni, come spiega l’analisi di Agi/YouTrend, racconta che i Cinque Stelle sono calati al 27,6 per cento, il dato più basso dalle elezioni del 4 marzo, nelle quali si arrampicarono al 32,5.

E chissà quanto hanno pesato le pillole che Luigi Di Maio e i suoi hanno deglutito, in nome del Contratto di governo con la Lega (anch’essa in calo, al 30,1 per cento) e dei rapporti con gli Stati Uniti di Donald Trump, nume tutelare dei gialloverdi e soprattutto del M5S. Il sostegno alla manovra calato pochi giorni fa dal presidente a stelle e strisce è stato più che invocato dal Movimento, che punta quasi tutto sul suo appoggio anche nella delicatissima partita in Libia, dove se la deve vedere con la Francia di Macron.

E allora meglio non far irritare Washington. Per questo ora si cerca un compromesso anche sul Muos, la stazione militare a Niscemi (Caltanissetta) dove gli Usa hanno impiantato antenne per le comunicazioni satellitari, che devono tenere in contatto tra loro le truppe americane sparse per il mondo. Contro le tre antenne paraboliche in Sicilia il Movimento ha combattuto spalleggiando i comitati locali, preoccupati dai possibili danni delle onde elettromagnetiche. Nel 2015 il blog celebrò come “una vittoria del M5S e di tutti i siciliani” il sequestro dell’impianto ordinato dalla Procura di Caltagirone. E l’europarlamentare Ignazio Corrao giunse a presentarsi nell’aula di Bruxelles avvolto nella bandiera No Muos. Tre anni dopo, dai piani alti dicono ufficiosamente che la stazione di Niscemi “non potrà mai essere chiusa”. E che va trovata una via di mezzo, “magari fermando una delle tre antenne”, o comunque limitando l’impatto della stazione.

Per questo, fonti del ministero della Difesa ieri hanno smentito il deputato dell’Assemblea regionale siciliana Giampiero Trizzino, che in mattinata si era sbilanciato su Obiettivo Radio1: “Smantelleremo il Muos. La memoria della ministra Trenta contro il ricorso dei No Muos per bloccare l’impianto? Un fatto già passato”. Poche ore dopo, la sconfessione dal ministero della Trenta: “Il governo è al lavoro sul dossier, qualsiasi altra posizione assunta da esponenti non appartenenti all’esecutivo è espressione del singolo soggetto”. Così ora attendono tutti una parola chiara da Di Maio, che lo scorso fine settimana in Sicilia aveva promesso “novità a giorni”.

I comitati, però, a occhio rischiano di rimanere delusi come quelli No Tap, il gasdotto in Puglia che il Movimento giurava di chiudere in 15 giorni, e ora invece è intoccabile, blindato dai risarcimenti per miliardi che scatterebbero in caso di stop. Un’ottima notizia per la Lega, che le grandi opere le vuole tutte.

Per questo il M5S, al di là dell’analisi costi-benefici che dissimula la trattativa politica, ha di fatto già detto sì al Terzo Valico e alla Pedemontana veneta. E il via libera all’autostrada sarà sanguinoso per il Movimento, che in Veneto si batte da anni per una revisione dell’opera. “Con la concessione attuale, regalano ai privati un margine operativo di 8 miliardi, superiore a quello di Autostrade”, scriveva su Facebook il 30 agosto scorso il capogruppo in Regione, Jacopo Berti. Eppure si andrà avanti così. Con l’obiettivo per il M5S di portare a casa almeno lo stop al Tav, l’ultima ridotta simbolica. Da difendere, per salvare l’immagine del Movimento. “Matteo Salvini ha capito e infatti è vago nelle dichiarazioni sul Tav”, assicurano dai 5Stelle.

Ma il prezzo sarà salato per il M5S, cui Salvini ha rinfacciato il condono edilizio per Ischia: “La preoccupazione è che ora si sani la qualunque”.

E il leghista ha gettato volutamente sale sulla ferita, perché la sanatoria campana è un altro strappo doloroso per i 5Stelle. “Parlano tutti del decreto Sicurezza – conferma un deputato della vecchia guardia -, ma è soprattutto il caso di Ischia a suscitare malessere”. Assieme al condoni fiscali contro cui giorni fa si sono schierati Carla Ruocco e soprattutto Elio Lannutti, senatore vicinissimo a Beppe Grillo. Nodi di cui si parlerà nell’assemblea congiunta, la prossima settimana. Un altro test per il capo Di Maio.